Cerignola, nulla da fare. La Serie C parte a 60 squadre

09.08.2019 07:00 di  Dario Lo Cascio  Twitter:    vedi letture
Cerignola, nulla da fare. La Serie C parte a 60 squadre
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© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

Via libera al Campionato. La Serie C rimane a 60 squadre: con decreto emesso in data odierna il Presidente della Prima Sezione ter del TAR del Lazio sospende i provvedimenti emessi dal Collegio di Garanzia del Coni relativi alla società Cerignola, valutando come prevalente l’interesse al regolare svolgimento del Campionato e della Coppa Italia di Lega Pro che pertanto si disputeranno secondo il calendario già prefissato. Trasparenza e legalità rimangono quindi i capisaldi del nuovo sistema che garantisce certezze e mette al riparo la categoria da aggressioni.

Con queste righe la Lega Pro ha di fatto posto fine - se non sulla quarta quantomeno nel concreto - alla vicenda Audace Cerignola, che chiedeva il ripescaggio in Serie C dopo aver vinto due ricorsi di fronte al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI. Dopo il primo, il club pugliese era stato comunque escluso dal torneo per il mancato rispetto dei criteri infrastrutturali, in particolare riguardanti il terreno di gioco in sintentico dello stadio. Vinto anche il secondo, FIGC e Lega Pro hanno presentato una richiesta di sospensiva al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, che l'ha accolta e rinviato la discussione collegiale al 9 settembre. 

Di fatto quando si saranno già giocate le prime tre gare di campionato e a quel punto un reintregro in Serie C del Cerignola sarà pressoché impossibile. Leggasi quanto accaduto nella scorsa stagione all'Entella e prima ancora alla Vibonese, che alla fine son risultate vittoriose fino all'ultimo grado di giudizio ma ormai in tempo non più utile. Una vittoria di Pirro insomma. 

Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che ha definito il Cerignola società "sana e serie", ha tenuto a precisare: "La questione che si è aperta è la seguente. Da un lato, tutta la materia dei ripescaggi e delle riammissioni richiede termini certi e regole inderogabili volte ad evitare che vi possano essere comportamenti arbitrari. Dall’altro, le decisioni del Giudice sportivo hanno evidenziato, nella normativa relativa alle certificazioni dei manti in sintetico, profili di ambiguità e di scarsa trasparenza. [...] Si comprende, allora, l’urgenza di una regolamentazione di questo tema che dia certezza e trasparenza, eliminando le zone grigie e la discrezionalità. Ed è questo, appunto, il segnale che occorre cogliere e che viene dalla vicenda Cerignola". 

Insomma il Cerignola sarebbe stato vittima di una normativa lacunosa e da rivedere. Le sentenze non fanno legge, ma possono ugualmente servire a capire cosa serve per migliorare l'apparato giuridico sportivo. Per il Cerignola sicuramente una magra consolazione.