Asse Gravina-Ghirelli per una riforma improrogabile. Bari e Sudtirol di corto muso verso la B. Perchè contestare il Pontedera?

22.03.2022 00:00 di  Marco Pieracci  Twitter:    vedi letture
Asse Gravina-Ghirelli per una riforma improrogabile. Bari e Sudtirol di corto muso verso la B. Perchè contestare il Pontedera?

Nove mesi fa scendevamo in piazza per festeggiare il titolo europeo conquistato a Wembley. Tra dieci giorni potremmo essere fuori dal Mondiale per la seconda volta consecutiva con ricadute nefaste per l’intero sistema: un altro fallimento avrebbe delle conseguenze strutturali coinvolgendo seppur in maniera differente tutti i livelli. Inutile girarci intorno, siamo di fronte a un bivio storico per il nostro calcio. Passato il Rubicone si troverà il tempo per mettersi al tavolino e porre le basi per una riforma organica che ne garantisca la sopravvivenza per le generazioni a venire senza rimandare ulteriormente qualcosa di improrogabile? Ce lo chiediamo da anni, forse anche decenni, perfettamente consapevoli di essere diventati ripetitivi sul tema, ma non ci stancheremo di ribadire il concetto. La nomina di Ghirelli come vicepresidente federale è un messaggio di speranza per il mondo della Lega Pro che da tempo sta chiedendo aiuto concreto: avere come principali interlocutori gli ultimi capi della terza serie è una buona garanzia di veder accolte le proprie istanze ma non sarà sufficiente se le frenanti logiche divisive non verranno messe da parte in nome di un approccio unitario: ognuno deve essere disposto a rinunciare a qualcosa per il bene comune. Al momento sembra solo una grande utopia ma è anche l’unica strada percorribile.

Tra uno spareggio e l’altro, a patto di superare il non certo insormontabile ostacolo rappresentato dalla Macedonia del Nord, la Serie C andrà avanti imperterrita e probabilmente scriverà i primi verdetti di una stagione particolarmente intensa. A cinque partite dalla fine della regular season le classifiche cominciano ad assumere una fisionomia ben definita. La giornata passata in rassegna ci ha detto che il Bari è a un passo dal traguardo inseguito invano da tre anni. I tifosi biancorossi sono autorizzati a fare tutti gli scongiuri del caso ma con undici punti di vantaggio sul secondo posto sarebbe folle anche soltanto ipotizzare uno scenario diverso. Ne bastano cinque per togliere lo spumante dal frigo. De Laurentiis ha creato le premesse per la promozione nel giorno in cui ha scelto Ciro Polito come uomo della ricostruzione. Un anno fa il Bari non aveva un direttore sportivo, per dire. In estate si è assicurato uno dei migliori sulla piazza e i risultati si sono visti subito perché le scelte su allenatore e giocatori si sono rivelate finalmente azzeccate. Ora bisognerà capire quali saranno le intenzioni future della famiglia per evitare un nuovo spinoso caso Salernitana del quale nessuno sente il bisogno. La deadline per risolvere la multiproprietà è stata fissata al 2024 ma l’auspicio è che venga trovata una soluzione ben prima e che come al solito non si arrivi a un epilogo tipicamente italiano con la società ceduta in fretta e furia a pochi minuti dalla mezzanotte dell’ultimo giorno utile.

In Alto Adige si è intrapresa una strada diversa per raggiungere la stessa meta, pianificando con calma e avvicinandosi di volta in volta all’obiettivo senza fare mai il passo più lungo della gamba. Da anni il Sudtirol è un club modello per tutti, solido economicamente e con strutture all'avanguardia. Componenti indispensabili per chi vuole fare un certo tipo di calcio che prima o poi avrebbero portato al risultato voluto: si trattava solo di aspettare il momento giusto per raccogliere i frutti di quanto seminato nel corso delle varie annate. Lo strepitoso campionato della squadra di Javorcic, allenatore eccellente del quale sentiremo parlare, è solo l’ultimo passo del percorso verso la gloria. E a proposito di realtà che fanno della programmazione la loro stella polare, lascia abbastanza perplessi la contestazione rivolta al Pontedera dopo la brutta sconfitta di sabato contro la Viterbese. Giusto criticare la pessima prestazione ma non si capisce cosa possa fare di più una società che pur avendo un budget di spesa inferiore rispetto alla quasi totalità delle concorrenti riesce a salvarsi sempre con largo anticipo valorizzando calciatori. La rinuncia a disputare i playoff nel 2020, dopo lo storico quarto posto è una ferita aperta, evidentemente non ancora rimarginata, ma che aveva un significato: se si fosse agito diversamente forse adesso non ci sarebbero le condizioni per giocarli di nuovo.