Dionisi e Italiano sulle orme di Gattuso e De Zerbi: quando la gavetta fa rima con meritocrazia. Dal Cittadella made in C una lezione di calcio al Monza di Berlusconi e Balotelli

18.05.2021 00:00 di Marco Pieracci   vedi letture
Dionisi e Italiano sulle orme di Gattuso e De Zerbi: quando la gavetta fa rima con meritocrazia. Dal Cittadella made in C una lezione di calcio al Monza di Berlusconi e Balotelli

Anche in un weekend relativamente tranquillo la Serie C riempie gli occhi con imprese che meritano di essere raccontate. Come quella della Virtus Verona capace di sbancare con pieno merito il Nereo Rocco e staccare il pass per il secondo turno della fase girone dei playoff che inizierà domani. Più forte della Triestina e pure del Covid che una settimana fa aveva portato allo slittamento del match, rimasto a rischio fino a 24 ore prima del suo svolgimento visto che la squadra del presidente-allenatore Fresco ha avuto il via libera dall’Asl solo sabato sera e dopo aver preso in considerazione anche il ritiro dalla competizione è riuscita a organizzare in fretta e furia la trasferta lampo scendendo in campo senza tredici giocatori contagiati dal virus. Giornata storica per la compagine veronese, mai così in alto nella sua storia, proprio nell’anno del centenario. E altra cocente delusione negli spareggi promozione per la formazione rossoalabardata dopo la finale persa nel 2019 fa col Pisa e l’eliminazione agli ottavi un anno fa per mano del Potenza.

Il vento proveniente dalla Lega Pro soffia forte anche nelle categorie superiori: basta dare uno sguardo ai playoff di B dove a trascinare Cittadella e Venezia sono alcuni centrocampisti emergenti che in terza serie si sono fatti le ossa prima di spiccare il volo verso altri lidi. Dopo le esperienze con Pistoiese e Bassano Federico Proia è stato reclutato dall’uomo mercato del club granata Stefano Marchetti, uno che di pallone ne capisce eccome e ogni anno costruisce squadre competitive attingendo a piene mani dalla C. Lo straordinario lavoro di mister Venturato, maestro nel plasmare giovani affamati di qualità fa il resto. Enrico Baldini prelevato dal Fano a gennaio è solo l’ultimo esempio di una politica che dovrebbe essere presa a modello. Dalla lotta salvezza con i marchigiani alla tripletta rifilata al Monza che può valere la finale per la A. E cosa dire di Youssef Maleh? Un gioiellino dalle potenzialità ancora inesplorate nella sua esperienza a Ravenna, cresciuto in maniera esponenziale nelle ultime due annate trascorse in Laguna. Ora è un giocatore pronto con margini di miglioramento ancora ampi. Buon per la Fiorentina che ci ha visto lungo prenotandolo e da luglio se lo potrà godere.

Nell’anno in cui la Juventus rischia di pagare a carissimo prezzo il noviziato di un allenatore senza esperienze pregresse alle spalle, se non quella solo virtuale con l’U23, durata una manciata di giorni, la massima serie si rivela anche un naturale punto di approdo per chi è riuscito a raggiungerla previa gavetta e non attraverso corsie preferenziali. É il caso di Alessio Dionisi, il cui calcio spumeggiante non è certo sfuggito agli osservatori più attenti, già quando due stagioni fa, alla guida della neopromossa Imolese allestita con un budget molto basso concluse il torneo al terzo posto e si tolse lo sfizio di far fuori ai playoff il Monza milionario di Berlusconi e Galliani praticando un gioco molto divertente e redditizio. Lo stesso che ha poi riproposto prima a Venezia e poi a Empoli, conquistando con diverse settimane di anticipo una promozione mai stata in discussione. Una parabola che ricorda per certi versi quella di Vincenzo Italiano, protagonista di una scalata strepitosa dalla D fino alla storica salvezza appena centrata con lo Spezia. E si potrebbe andare ancora avanti con De Zerbi e Gattuso che iniziarono a duellare in panchina nella finale playoff del 2016 e ora sono tra i tecnici più ambiti del panorama nazionale e internazionale. O con Leonardo Semplici, riuscito a rianimare un Cagliari che sembrava ormai rassegnato alla retrocessione. 

Tutto questo per rimarcare il peso di questo campionato che nell'ottica di un processo di riforma del nostro calcio non deve essere considerato come l'ultima ruota del carro, vedi la maldestra idea di tagliarlo fuori dalla Coppa Italia, ma semmai valorizzato e alimentato con una distribuzione più equa delle risorse e il riconoscimento di un maggior peso decisionale per il ruolo fondamentale che pur tra mille difficoltà continua ad assolvere fedelmente.