Dodici anni senza Mondiale. E l'Italia ripiomba nello psicodramma. Intanto però i problemi di tutti i giorni colpiscono Catania, Reggio, Avellino, Seregno e non solo

25.03.2022 00:00 di  Luca Bargellini  Twitter:    vedi letture
Dodici anni senza Mondiale. E l'Italia ripiomba nello psicodramma. Intanto però i problemi di tutti i giorni colpiscono Catania, Reggio, Avellino, Seregno e non solo

Così come otto mesi fa la vittoria dell’Europeo da parte della Nazionale allenata da Roberto Mancini aveva dato nuova vitalità a tutto il movimento calcistico italiano, oggi la seconda eliminazione consecutiva dalle qualificazioni mondiali ha già gettato il Belpaese nello sconforto. I dodici anni che trascorreranno dal 2014, anno dell’ultima partecipazione azzurra alla kermesse FIFA, al 2026, data della possibile prossima partecipazione, sono già nella mente di tutti come il dramma epocale di una generazione intera, che verrà privata per la prima volta nella storia del nostro calcio, non di un Mondiale, ma addirittura di due.
Subito dopo il triplice fischio finale del match di Palermo che ha visto festeggiare la tanto bistrattata Macedonia del Nord, con molti che già pensavano alla finale playoff,  è iniziata la caccia ai colpevoli. Una crociata che durerà settimane, che probabilmente mieterà qualche vittima, ma che non cambierà la realtà dei fatti di un paese che cancella i suoi problemi alla prima festa comandata con una facilità imbarazzante.

Una realtà che, nella vita di tutti i giorni, poi ci riporterà a ciò che è davvero la passione per il pallone. Quella passione che ti lega ai colori della tua città (siamo o no il paese dei campanili? Ecco allora che niente può venire prima!) e alle vicissitudini della tua squadra del cuore. Squadre e realtà che soffrono, spesso e volentieri, quando si trovano in difficoltà. In particolare modo quando calcano i campi delle serie inferiori.



Società come il Catania che ha da poco intrapreso una nuova via dopo l’attribuzione del ramo sportivo d’azienda a Benedetto Mancini, ma che ancora non ha visto sparire le nubi all’orizzonte. Perché? Semplice! Per due motivi. Il primo è che la FIGC non ha ancora ultimato il controllo sulla nuova proprietà secondo i criteri di onorabilità e solvibilità necessari per l’attribuzione del titolo sportivo. L’altro motivo lo hanno raccontato gli stessi giocatori del club etneo con una lettera aperta pubblicata attraverso l’AssoCalciatori, con la quale hanno evidenziato come ancora non abbiano avuto né delucidazioni sul futuro dalla nuova proprietà, né rassicurazioni per quanto perso nel corso dei mesi scorsi da parte dei Curatori Fallimentari del Tribunale. Due cose non certamente di poco conto.

Un’altra società al centro di un momento complicato, seppur per altri motivi, è la Reggiana. Le polemiche sugli errori arbitrali dopo il match contro il Cesena che, di fatto, ha complicato moltissimo la rincorsa degli emiliani alla promozione diretta in B, sono divampate nelle ultime ore. Tanto che lo stesso Francesco Ghirelli si è sentito in dovere di prendere posizione in maniera decisamente diretta. La situazione è chiaramente complicata e tesa, ma se mai un consiglio può esser d’aiuto, concentrarsi troppo su questo tema rischia di essere un boomerang. Sia perché in questo modo si creano fantasmi che possono avvelenare anche i playoff, sia perché non si da il giusto merito alla formazione di Aimo Diana, protagonista di un campionato assolutamente meraviglioso nonostante il divario dal Modena.

A situazioni come queste poi si possono aggiungere le grane di Seregno e Pro Patria, oppure i rumors incontrollati che saltano fuori ad Avellino circa la panchina di Gautieri. Giusto per continuare a parlare del nostro calcio, quello di tutti i giorni. Con la speranza che non vengano cancellati dal gran casino azzurro.