IN LEGA PRO SE NON PUOI FARE SESSANTA.... FAI SESSANTUNO! ED OGGI I CALENDARI. SPERANDO CHE SIANO DEFINITIVI

Siciliano, ex studente a tempo perso, lettore per necessità, scrittore per passione. Da dieci anni giornalista per divertimento.
25.07.2019 00:00 di Dario Lo Cascio Twitter:    vedi letture
IN LEGA PRO SE NON PUOI FARE SESSANTA.... FAI SESSANTUNO! ED OGGI I CALENDARI. SPERANDO CHE SIANO DEFINITIVI
© foto di TC

Osiamo dire che le parole per questo ennesimo pastrocchio in Lega Pro abbiamo fatto davvero fatica a trovarle. Sicuramente a tutti voi sarà capitato un brutto momento nella vita, uno di quei periodi in cui vi siete sinceramente detti: "Beh, peggio di così non può andare!". Effettivamente peggio di quello che è accaduto nella scorsa stagione difficilmente si ripeterà.

Eppure... eppure avete presente anche quando vivete una sorta di déjà vu? Di rivivere qualcosa di già visto? Chi vi scrive un po' ne è vittima. Chi se la dimentica più la scorsa estate. Ricorsi e controricorsi, club in B, poi in C, e ancora poi non si sa dove. Ne abbiamo sinceramente avuto tutti abbastanza, con tutto il sacrosanto rispetto per quelle società che hanno lottato per un - a nostro modestissimo e opinabilissimo giudizio - altrettanto sacrosanto diritto negato. 

D'altronde si poteva credere che anche questa estate sarebbe iniziata così? Con tre società che rinunciano all'iscrizione e altre due che presentano documentazione incompleta? E che addirittura una di queste ultime sia il Foggia? Sì. Signori, come potevate anche solo pensare che la questa estate si fosse limitata al consueto e divertente calciomercato, alle news dai ritiri, alle amichevoli. Illusi. Illusi su tutta la linea. 

“Ora siamo interlocutori credibili e questo è l’aspetto più importante per poter lavorare sulla sostenibilità economica. La Lega Pro, dopo la terribile estate dello scorso anno, può proporre dei progetti e perseguirli. E’ un passaggio cruciale per noi, l’importante è crederci”. Così Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, appena tre giorni fa, alla vigilia dell'ennesimo pasticciaccio brutto che vede protagonista la terza serie.

I fatti d'altronde ormai, ipotizziamo, li conoscete tutti. Bisceglie e Audace Cerignola, inizialmente escluse dalla possibilità di essere rispettivamente riammessa e ripescata in Serie C, hanno vinto il ricorso di fronte al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI. E quindi di fatto oggi possono considerarsi in Serie C. Il problema è che già di iscritte ce n'erano cinquantanove. Lo scriviamo pure con i numeri arabi: 59. E 59 più due fa sessantuno (61, per essere più chiari). 

Ma come, nelle ultime stagioni si faceva fatica o non si arrivava a sessanta e ora ce n'è addirittura una in più? La Lega Pro, e su questo siamo totalmente in accordo con il presidente Ghirelli, ha ritrovato credibilità. Lo ha fatto abolendo l'inutile limitazione delle liste over, che tra le altre cose generava - forse - anche delle storture generali. Lo ha fatto dicendo "basta!" alle deroghe, alle documentazioni incomplete, all'accettare club che sarebbero dovuti essere cassati in partenza e che poi hanno generato disastri. 

Ora però la patata è più bollente che mai. Perché non la Lega Pro, ma la FIGC ci deve spiegare se e come intende operare. Perché qui la questione riguarda più di una categoria. Perché - ancora una volta a nostro modestissimo parere - ci sembra assurdo che dopo la pronuncia del CONI, si possa anche solo pensare che club regolarmente iscritti in Serie C, come ad esempio la Paganese o la Reggiana, che hanno ufficializzato staff, giocatori, che sono in ritiro, facciano un passo indietro. 

Pensateci bene. Da appassionati, da addetti ai lavori, da dirigenti, da tifosi, da semplici simpatizzanti. Chiedere ad una società, ad una piazza, che ha festeggiato, che sta programmato, che ha speso capitali, di fare un passo indietro. Impossibile. Scelta che tra l'altro porterebbe ad ulteriori ricorsi e contro ricorsi, a rinvi, strascichi, polemiche, tensioni. Tutto, tranne il calcio. 

A questo punto, sinceramente e da appassionati prima che giornalisti, ci auguriamo che si scelga il minore dei mali, che ci si turi il naso - parafrasiamo, ci perdoni il Giornalismo con la G maiuscola, Indro Montanelli - e si opti per le sessantuno squadre. Oggi ci dovrebbe essere una risposta definitiva in merito. O, meglio, ce lo auguriamo. Perché alle 18:30 ci sarà la cerimonia dei calendari. E tutto, davvero tutto vorremmo vedere, tranne che caselle con X o punti interrogativi che andranno riempite. 

Chiediamo pietà. Ridateci la vera Serie C. A sessant'anni dalla sua fondazione e con un pallone vintage che fa andare in brodo di giuggiole i nostalgici. Giochiamo a calcio e basta. Di altro non abbiamo davvero più bisogno.