Meno 4 giorni all'alba: ma che campionato avevamo lasciato? Feralpisalò, Reggiana e Catanzaro a tutta birra. Pesanti gap da colmare per Triestina, Olbia e Messina

03.01.2023 00:00 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
Meno 4 giorni all'alba: ma che campionato avevamo lasciato? Feralpisalò, Reggiana e Catanzaro a tutta birra. Pesanti gap da colmare per Triestina, Olbia e Messina
© foto di TC

E giunge anche il primo editoriale del 2023, che solo per un caso non cade in una ricorrenza dolorosa per chi scrive. Lo fa a 24 ore dall'apertura ufficiale del calciomercato e a quattro giorni dal ritorno in campo della serie C dopo la pausa natalizia: ammettiamolo, va bene festeggiare e dimenticarsi per un attimo del calcio giocato, ma la realtà è che senza questo sport resta un buco dentro l'anima. Ora quindi riavvolgiamo il nastro per provare a rammentare dove eravamo rimasti e cosa potremmo aspettarci alla ripresa del campionato.

Abbiamo lasciato FeralpiSalò, Reggiana e Catanzaro alle prese con il titolo virtuale di campione d'inverno, un titolo che in realtà i verdeblù hanno in parte condiviso con la Pro Sesto, che però avendo la peggiore differenza reti non ha potuto goderselo appieno a causa della classifica avulsa che ha premiato i gardesani appunti. Abbiamo lasciato un Catanzaro imbattibile, unica squadra a non essere ancora stata sconfitta e con sei punti di vantaggio sulla inseguitrice Crotone. Tolti i pitagorici, i giallorossi hanno fatto il vuoto dietro di loro, tanto che il Pescara si trova addirittura a meno 16 e la Juve Stabia a meno 22. Un attacco atomico quello della squadra allenata da Vivarini, capace di segnare la bellezza di 56 reti (grazie alla coppia gol Iemmello-Biasci, già 22 reti messe a segno) e una difesa di ferro, con sole 8 reti subite (15 i clean sheet realizzati dal portiere Fulignati). 

Abbiamo lasciato un girone A apertissimo, con la vetta nelle mani della Feralpisalò (che non perde dallo scorso 30 ottobre, quando dovette subire un poker casalingo ad opera del Renate e nel frangente ha raccolto una serie di nove risultati utili consecutivi), una vetta che però non appare così salda, visto che a una lunghezza di distanza staziona il Vicenza del capocannoniere Ferrari (che con mister Modesto si è riscoperto vincente), a due il Pordenone in parabola discendente con le 5 giornate senza vittorie (a corsa è ripresa solo nell'ultimo match del 2022 con il 2 a 1 in rimonta sulla Triestina), a tre le ex capolista Pro Sesto e Lecco.

Infine un girone B con una Reggiana forza 11: i granata hanno chiuso il 2022 con quattro punti di vantaggio sul Gubbio e cinque sul Cesena. Da segnalare la pessima chiusura di anno degli eugubini che hanno perso 2 a 1 in casa del Montevarchi chiudendo in doppia inferiorità numerica: i cartellini rossi sono il tallone d'Achille della squadra di Braglia, solo in otto occasioni il Gubbio è riuscito a chiudere in 11 contro 11, questo significa che per il 60% delle volte la squadra rossoblù ha dovuto giocare con l'uomo in meno. Il Cesena ha invece patito la partenza con l'handicap ed è uscita solo alla distanza.

D'altro canto abbiamo anche lasciato i fanalini di coda Triestina, Olbia e Messina a leccarsi le ferite e a capire quali dovranno essere le strategie migliori per risalire la china. I giuliani hanno collezionato solo tre vittorie stagionali e hanno giocato il tutto per tutto provando ad affidare la panchina ad una bandiera come Massimo Pavanel, ma non è bastato per invertire la rotta. In realtà la situazione non appare del tutto compromessa dato che la distanza da Piacenza e Trento è relativa con solo uno e due punti a separare le tre squadre. L'Olbia ha chiuso il 2022 con un incredibile 5 a 4 in casa del Pontedera: il problema dei sardi sono, oltre alle poche vittorie, i 9 pareggi che fanno fare solo pochi passi in avanti alla squadra di Occhiuzzi. Anche qui però le distanze non sono proibitive, tanto che la zona salvezza si trova solo a quattro lunghezze e Vis Pesaro ed Imolese hanno un solo punto in più. Il Messina appare, invece, come la compagine più in crisi: non vince dal 6 novembre ed ha chiuso il 2022 con la bellezza di sei sconfitte consecutive. Il ruolino di marcia ha portato alle dimissioni del DS Pitino e del mister Auteri la proprietà, nella persona del presidente Sciotto, si è riservato di accettarle per valutare la situazione e prendere una decisione nel più breve tempo, idonea a garantire la regolare prosecuzione dell'attività sportiva della squadra: l'anno è terminato con il vice Daniele Cinelli in panchina e il 2023 potrebbe ricominciare sempre con lui. Sprovvisto però di patentino dovrà essere affiancato da un altro allenatore, per questo si è parlato di Gaetano Di Maria della Primavera 3 oppure del ritorno di Ezio Raciti che lo scorso anno aveva condotto giallorossi alla salvezza. Il gap da recuperare è importante: sono Infatti quattro le lunghezze che dividono il Messina dalla penultima in classifica, la Fidelis Andria, mentre la zona tranquilla è addirittura lontana 12 punti.

Questo per quanto riguarda il sogno Serie B e lo spauracchio della retrocessione diretta in Serie D, in mezzo una sfilza di squadre in lotta per un posto al sole nei playoff e per evitare di finire nei playout. Dal Renate al Padova nel girone A, dal Pontedera al Siena nel girone B, dal Pescara al Latina, con il Taranto prima outsider nel girone C: queste le squadre che stanno ora battagliando per gli spareggi promozione, ma che dovranno vedersela fino all'ultima giornata con coloro che si trovano a pochi punti di distanza, tanto che gli equilibri potrebbero facilmente spezzarsi e ribaltarsi in poche giornate. Esempi ce ne sono già stati in questi primi 20 turni, con il Sangiuliano City che fino a poco tempo fa veleggiava nelle parti alte e che ora invece è a ridosso della zona playout insieme alla Pergolettese o, al contrario, la Fermana che sembrava essere invischiata nella zona retrocessione e che ora invece se l'è lasciata alle spalle di 5 lunghezze e potrebbe sognare i playoff (qui sì che allo stato attuale possiamo parlare solo di un sogno visti gli otto punti di distacco). Molto fluido anche il raggruppamento meridionale: tante le squadre, la cui classifica ha cambiato volto nel corso di questa prima parte di stagione, dal Monterosi in parabola discendente al Taranto in parabola al contrario ascendente. E sempre parlando di parabole c'è anche quella della Virtus Verona, che ha conquistato la sua prima vittoria solo il 19 novembre e che sta costruendo la sua salvezza lontano dal Gavagnin Nocini dove le vittorie latitano, al contrario delle gare in trasferta: gli uomini di Fresco hanno comunque alzato il proprio rendimento e si sono portati quasi fuori dalla zona playout. Anche la Recanatese ha dovuto aspettare fino al 23 ottobre per vedere la sua prima storica vittoria nei professionisti, ma ora è riuscita a portarsi in zona tranquilla insieme al San Donato Tavarnelle che per tante giornate ha dovuto languire come fanalino di coda del raggruppamento centrale: detto questo, resta comunque solo un punto quello che le separa dalla zona playout.