PROMOSSI E BOCCIATI DELL'OTTAVA GIORNATA: DUE AMMAZZA-CAMPIONATO SU TRE. CATANIA, LE TRASFERTE PESANO SU CAMPLONE

Concluso, o quasi, il programma dell'ottava giornata di campionato, il punto del direttore: chi ci è piaciuto e chi no.
07.10.2019 01:30 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
PROMOSSI E BOCCIATI DELL'OTTAVA GIORNATA: DUE AMMAZZA-CAMPIONATO SU TRE. CATANIA, LE TRASFERTE PESANO SU CAMPLONE
TMW/TuttoC.com

Due su tre: Monza e Padova fanno terra bruciata attorno a sé, e all’ottava giornata potremmo aver già trovato due formazioni ammazza-campionato. Non nel girone C, dove la Ternana vola ma l’impressione è che la concorrenza resterà altissima fino alla fine. In attesa di Vicenza-Cesena, in programma questa sera, proviamo a raccontare quello che il campionato ha offerto nel weekend*. Per l’asterisco, ovviamente, andate a fine articolo.

Salvatore Sullo e Cristian Brocchi, gli ammazza-campionato. Chapeau al Padova: sembrava una scommessa e invece l’allievo di Ventura sta facendo la differenza. Ha studiato da uno dei migliori, d’altra parte. Ha costruito una squadra solida, che gioca per dominare l’avversario in ogni fase del gioco e i risultati si vedono: dopo otto giornate ha la miglior differenza reti della Serie C, non può essere una coincidenza. Che il Monza facesse terra bruciata era più prevedibile: in questo caso la stoffa del tecnico s’era già vista (a tratti) nella prima parte della stagione al Brescia, e poi è inserito in un ambiente “familiare”. Ha fatto benissimo, tra l’altro, a fare un passo indietro per prendere la rincorsa.

La Sambenedettese di Paolo Montero e Iacopo Cernigoi. Una sorpresa, sinceramente. Ce lo si ricorda sempre come difensore ruvido e coriaceo, più che come libero dal grande acume tattico qual era (anche, le botte non le disdegnava certo). Invece in panchina non mette solo grinta ma anche capacità, vince alla sua maniera ma pure convincendo, se Fedeli non romperà il giocattolo (come successo troppe volte, quasi sempre, negli ultimi anni) la Samp potrebbe essere una mina vagante dei playoff. Quanto al bomber: quattro gol in una sola partita si commentano da soli, no?

La rinascita del Bari? Il punto interrogativo è d’obbligo, perché due indizi non fanno una prova. Però contro la Cavese s’è vista una squadra molto diversa da quella spenta dell’ultimo periodo di Cornacchini. Un esempio su tutti: il costa a costa di Pippo Costa (gioco di parole brutto ma voluto). Un mese fa, difficilmente l’avremmo visto. Ora ci saranno avversari più complicati (la Ternana, per fare un esempio non a caso), ma gli accenni di qualcosa di diverso bastano e avanzano per riportare entusiasmo al San Nicola. Sulla carta, la terza ammazza-campionato di cui parolo poco sopra dovrebbe giocare da quelle parti.

Bonus track promossi: i tifosi del Rieti. Bellissimo gesto lo striscione ai teramani. Quello che vorremmo vedere in una Serie C dove troppi spalti, troppo spesso, mi sembrano abbastanza vuoti.

Il Catania in trasferta. A un certo punto, la società ne chiederà conto (o dovrà chiedere conto) a Camplone. Di fronte c’è una squadra da applausi a scena aperta come la Ternana, ma è la quarta sconfitta di fila lontano dal Massimino. E, a furia di incontrare avversarie che fanno benissimo, viene il dubbio che lontano da casa siano semplicemente gli etnei, a fare malissimo. Non si va lontano, così.

Gli scossoni non aiutano Piacenza e Triestina. Quanto agli emiliani, la società ha provato a tranquillizzare l'ambiente, ma il caso Cacia ha smosso (troppo?) le acque, anche perché in tutta onestà mi è sembrata una vicenda abbastanza paradossale. E infatti il Piacenza ha perso: le coincidenze nel calcio non esistono. Va aggiunto che la squadra di Franzini ha giocato contro una delle più convincenti (leggete poco sopra) e forse avrebbe anche meritato qualcosa in più. Però un paio di gol subiti sono da mandare a memoria per imparare cosa assolutamente non va fatto. Sulla Triestina, forse era meglio tenere Princivalli ad interim. Che poi è quello che ha fatto la società. Battute a parte, il tecnico ha meritato la conferma, ma l’ha avuta come “traghettatore”. Termine scelto dai giuliani, non nostro: ora lo mettiamo in discussione a ogni passo falso? Le parole non sono dettagli.

Giana Erminio, subito un passo falso. E qui ci si avvicina al tema con il massimo rispetto possibile. Però ne ha già scritto Luca Bargellini in settimana e mi sento di condividere, forse anche di andare un po’ oltre. Cesare Albè è un’icona della categoria e per la Giana sarà sempre l’uomo giusto, a prescindere dal ruolo. Detto questo, per chiudere “un’avventura” lunga 23 anni servono delle motivazioni, e se c’erano un’estate fa non è chiaro perché non vi debbano essere ancora oggi. Anche l’anno scorso il ritorno in panchina non era andato benissimo: qualche dubbio che la scelta fatta sia stata quella giusta resta.

*Provo a frenare in anticipo le (comprensibili) critiche di addetti ai lavori e tifosi: di settimana in settimana terremo fuori tantissime storie che lo meriteranno, almeno in questa rubrica. Poi ve li racconteremo, come sempre, ogni giorno su TuttoC. Rende e Potenza, per fare due esempi, andrebbero menzionate ogni lunedì, per quanto fatto vedere finora. I giudizi saranno rivedibili, discutibili: impareremo a conoscerci. Il bello sarà, ovviamente, confrontarsi.