Taranto, Doctor Ezio & Mister Capuano. Petkovic fa piangere il Brasile: quando non giocava in C. Pro Show
TMW/TuttoC.com
Chissà dove sarebbe potuto essere oggi Eziolino Capuano se mediaticamente non fosse stato fagocitato dal suo personaggio. Guardando l’ottimo lavoro che sta svolgendo in riva allo Ionio è impossibile non porsi questo interrogativo. L’altergo del tecnico preparato e maniacale nella preparazione della settimana è il personaggio vulcanico e istrionico che tutti conoscono. Quello caratterizzato da dichiarazioni pepate e roboanti che l’hanno reso un personaggio social idolo del popolo del web. A scapito della sua carriera. Il contrappasso per l’allenatore Ezio, infatti, è stato quello di non riuscire più a cancellare l’immagine che gli hanno appicciato addosso. Eh già, perché in realtà Capuano è un ottimo allenatore. Decisamente più valido del personaggio tutto grinta e sfuriate che gli hanno appiccato indelebilmente. Il trainer di Pescopagno è uno che in questi anni ha centrato risultati importanti spesso da subentrante in situazioni pericolanti. Il segnale di come la sua mano si sia vista sulle squadre guidate. Da Arezzo ad Avellino passando per Modena e ora Taranto. I suoi arrivi hanno costantemente cambiato volto alle stagioni delle compagini che l’avevano chiamato al loro capezzale. Da disperate a floride in pochi mesi le situazioni sono diametralmente mutate. D’altronde Eziolino faceva il 3-5-2 già più di 10 anni fa, quando lo utilizzavano in pochi e non era di moda come modulo. Il segnale di come la preparazione tattica fosse ai tempi per certi aspetti all’avanguardia. Qualità offuscate dalle dichiarazioni pirotecniche e da certe sfuriate diventate virali. Episodi che hanno spesso spaventato presidenti e direttori sportivi che si sono fermati alla prima impressione esterna. Al personaggio, senza scoprire il tecnico. Un vero peccato.
Settimana scorsa Bruno Petkovic ha fatto piangere il Brasile e trascinato la Croazia in semifinale al Mondiale. Chissà se saranno fischiate le orecchie a quell’allenatore che in Serie C non lo faceva giocare mai e non lo riteneva adatto alla categoria. Un visionario. In tutti i sensi. Tra i pochi a credere in Brunone ci furono Peppe Cannella che per primo gli diede una occasione importante in B a Varese (dove con Bettinelli trovò spazio a sprazzi) e Andrea Grammatica. Quest’ultimo lo portò all’Entella, quando anche il Catania proprietario del cartellino lo aveva scaricato e non credeva più in lui. Sembrava la fine e invece in Liguria ripartì la sua carriera. Tanto che lo stesso Bruno ha poi invitato Grammatica a vederlo in Champions League con la maglia della Dinamo Zagabria. Perché non bisogna mai dimenticare chi ti rende la mano quando rischi di perderti. La tappa di Trapani poi con l’intuito di Daniele Faggiano e il feeling con Serse Cosmi ha fatto il resto. Bruno in fondo era un po’ stralunato: spesso si addormentava in pullman prima delle partite in una sorta di profondo letargo. Col tempo è maturato e sbocciato. Serviva solo pazienza e fiducia. Eppure in quegli anni in C molti club lo scartarono e qualche allenatore lo bocciò. Incredibile ma vero…
Chiamatela Pro Show, altro che Pro Sesto. I milanesi sono uno spettacolo e non vogliono smettere di stupire. In estate azzeccatissime le mosse Christian Botturi dietro la scrivania e Matteo Andreoletti in panchina. Un tandem giovane e dinamico che non vuole smettere di stupire. Ora la squadra che pratica un calcio divertente e redditizio è la mina vagante del girone A e sogna un posto al sole nella griglia playoff. Dopo anni di salvezze sofferte ora la Pro si diverte e sogna in grande. Botturi & Andreoletti. Teneteli d’occhio perché tra qualche anno li vedrete in categorie superiori…
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