TRA DOCCE FREDDE, TRASFERTE PAGATE DAI TIFOSI E IL RIPROPORSI DI CERTI NOMI A LUCCA SI VIVE UNA SITUAZIONE GROTTESCA. IL FALLIMENTO È DIETRO L'ANGOLO, MA LA SPERANZA È L'ULTIMA A MORIRE

13.03.2019 00:00 di  Tommaso Maschio   vedi letture
TRA DOCCE FREDDE, TRASFERTE PAGATE DAI TIFOSI E IL RIPROPORSI DI CERTI NOMI A LUCCA SI VIVE UNA SITUAZIONE GROTTESCA. IL FALLIMENTO È DIETRO L'ANGOLO, MA LA SPERANZA È L'ULTIMA A MORIRE
TMW/TuttoC.com

Assemblee dei soci che vanno deserte, utenze che vengono staccate allo stadio, vecchi personaggi che si riaffacciano alla finestra e amministratori unici che “non contano nulla”. La situazione in casa Lucchese assume forme sempre più grottesche mentre le lancette scandiscono il tempo che passa e i giorni per salvare la società ed evitare l’ennesima sparizione di una società in Serie C diventano sempre meno. Nella giornata di ieri hanno parlato prima quel Pietro Belardelli, socio in affari di Moriconi, che già era stato più volte accostato al club toscano per un tentativo di acquistarlo o comunque portare risorse economiche fresche per evitare il tracollo. Con fare da smargiasso Belardelli, che dice di avere in ballo un affare da 25 milioni di euro col governo bulgaro, ha detto che basta una chiamata di Moriconi per farlo correre in aiuto della Lucchese (“In cinque secondi trovo l’accordo e proviamo insieme a salvare il club”) e risolvere una situazione che di fa sempre più critica col passare delle ore, neanche dei giorni. Poi è stata la volta di Ottaviani, amministratore unico non il primo che passa dalla sede, che ha detto di non contare nulla, di essere impegnato e di rivolgere ogni domanda sul futuro alla proprietà salvo poi annunciare che nei prossimi due giorni ci saranno chiarimenti definitivi e potrebbe profilarsi qualcuno per la cessione delle Pantere.

Una situazione surreale come tante ne abbiamo viste negli ultimi anni e che sembra destinata a un unico epilogo: il fallimento. Tutti ovviamente ci auguriamo che quello che appare oggi inevitabile possa essere scongiurato anche perché la squadra – e lo staff tecnico compreso il ds Obbedio – è viva e lotta (al pari dell’altra pericolante Cuneo) seppur tra mille difficoltà anche per l’assenza delle cose basilari e trasferte che possono essere organizzate grazie al contributo dei tifosi che, come la squadra, non si rassegnano all’ineluttabile destino. Ancora pochi giorni e sapremo se dovremo salutare anche la compagine toscana o meno, ma certo assistere ancora a questi teatrini non fa bene a nessuno e sopratutto non fa bene a una Lega Pro che ha raggiunto l’anno zero e che dalla prossima stagione dovrà fare tabula rasa – tardivamente – per rinascere. Nel frattempo tutti gli appassionati di calcio, indipendentemente dal tifo, ci attacchiamo alla flebile speranza di un miracolo per non dover nuovamente sprecare fiumi di inchiostro per un fallimento che poteva, e doveva, essere evitato come tanti altri negli ultimi anni.