Una domenica quasi normale. La Serie C non si ferma, rimodulare il calendario una buona idea. La Serie A incassa 1,7 miliardi: niente aiuti verso il basso?

23.11.2020 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Una domenica quasi normale. La Serie C non si ferma, rimodulare il calendario una buona idea. La Serie A incassa 1,7 miliardi: niente aiuti verso il basso?
TMW/TuttoC.com

Fermarsi, non fermarsi. Non fermarsi: già una settimana fa ho detto la mia sulla questione, ma il dibattito continua a fervere. Perché ci sono club (pochi, per fortuna) che ritengono sarebbe preferibile dire stop, almeno per un po’, al campionato. Con l’obiettivo di prendere il fiato e recuperare i contagiati: come e perché, non è ben chiaro. E infatti, a meno di clamorose sorprese, non andrà così. Tirare il fiato è un parolone, più che altro si vive in apnea: alla prossima verifica programmata a fine mese la Lega Pro arriverà con un calendario complicato, ma non impossibile, e l’ipotesi di sospendere tutto per un po’ di tempo sembra essere definitivamente andata nel dimenticatoio. Aiuteranno domeniche come quella andata agli archivi: quasi normale, con “appena”tre rinvii.

Discorso diverso, invece, per quanto riguarda l’ipotesi di rimodulare il campionato. Già in passato ho detto che potrebbe essere opportuno sacrificare, in tutto o in parte, la bella lotteria dei playoff per avere una regular season che regolare lo sia di nome e di fatto. Un’altra proposta a mio giudizio intelligente l’ha fatta nei giorni scorsi Foresti, dg del Catanzaro, col quale ogni tanto ci si scontra anche, ma che ha detto una cosa molto sensata. Perché non giocare il 26 e 30 dicembre, chiudendo in questo maledetto il 2020? Al netto di qualche sacrificio nel periodo natalizio (che faremo tutti), avrebbe solo punti a favore: non sarebbe uno stop forzato, ma programmato, al giro di boa. Non eviterebbe nuovi contagi (finché non ne usciremo, è una pia illusione, il rischio zero per chi lavora non c’è) ma per esempio consentirebbe in quel lasso di tempo di recuperare quelle partite (non troppe come si pensa, per fortuna) che mancano all’appello. E poi, ultimo non ultimo, giocare il meno possibile durante il calciomercato è sempre una buona idea. Vedremo.

Intanto, restano attuali scadenze e soldi. Senza tediarvi, un paio di domande. Quanti club saranno in grado di onorare le scadenze relative ai propri obblighi nei confronti dei propri tesserati? Il sentore, in questo momento, è che ci sia il rischio di non arrivare al 50 per cento. Dal governo è finalmente arrivato qualche bagliore di lucidità da questo punto di vista: di gatte da pelare ne hanno tante, ma è un buon segnale, speriamo sia dato seguito con atti pratici. A breve, però, la Serie A incasserà 1,7 miliardi di euro. Non così a breve, per carità, e non sarà così semplice spartire la torta tra club che stanno in piedi con lo scotch. Ma una parte di questi soldi andrà ad aiutare la base? In Premier League è successo. E del resto i club di C spesso e volentieri risultano ottimi partner di mercato, per pescare talenti o per esempio per piazzare quei calciatori che su altre pagine sono stati definiti “plusvalenti”. Se, tra comportamenti più o meno virtuosi e favori più o meno reciproci, ogni tanto in alto ci si ricordasse che la baracca sta in piedi anche perché ci sono delle fondamenta, non sarebbe poi così male.