Gabriele Cioffi a TLP: "Le lacrime di Mantova, l'aria sana di Carpi e un diesse per amico"

"Nell'estate 2009 mi ero allenato a Carpi per due settimane. Avevo percepito subito che c'era un'aria sana e positiva attorno a questa piazza, ma allora dentro di me non sentivo fosse la scelta giusta e andai all'Albinoleffe". Gabriele Cioffi crede molto alle coincidenze e che il destino del Carpi, prima o poi, avrebbe incrociato il suo. Con un anno di ritardo il roccioso difensore toscano ha detto si alla proposta del direttore sportivo, ma prima di tutto dell'amico fraterno, Cristiano Giuntoli. Un amico che gli è stato molto vicino nei momenti più difficili della carriera come la delusione per la mancata promozione in Serie A con la maglia del Mantova nel 2005/2006 o come le tre operazioni al ginocchio, che sicuramente ne hanno rallentato l'ascesa al grande calcio. Il sogno della Serie A l'ha coronato solo a 31 anni ma, come Gabriele racconta in esclusiva a TuttoLegaPro, è stato il destino a volerlo.
Cominciamo dai brutti ricordi...se dico Torino-Mantova, finale di ritorno dei playoff di Serie B 2005/2006, a cosa pensi?
"Una delle emozioni più belle della mia vita, ma allo stesso tempo le lacrime più incondizionate. Per quella partita ho pianto per due ore consecutivamente. Dopo quel 3-1 vedevo tutti i miei compagni piangere e disperarsi perchè avevano dato tutto. Io mi ero ripromesso di non farlo e cercavo di consolarli, ma quando mi sono girato verso il centro del campo e ho visto mio fratello in lacrime non sono riuscito a trattenermi".
Hai esordito in Serie A all'età di 31 anni grazie al Alberto Zaccheroni. Come ti spieghi un arrivo così tardivo nella massima serie?
"Dopo tre interventi al legamento crociato penso che tutto dipenda dal destino. Era destino che ogni cosa me la dovessi conquistare con tanti sacrifici. Se sono andato in Serie A a 31 anni, significa che doveva andare così".
In estate hai ricevuto alcune proposte dalla Serie B: perchè hai scelto Carpi?
"Indubbiamente per l'amicizia che mi lega al direttore sportivo Cristiano Giuntoli. La nostra è una vera amicizia che dura da più di 15 anni. E' una figura importantissima nella mia carriera e lo è stata anche quando giocavo altrove. Appena ho ricevuto una mezza proposta dal Carpi ho detto no a tutte le altre provenienti dalla Serie B. Poi anche l'entusiasmo del presidente Rossi mi ha subito contagiato".
Qual è l'obiettivo stagionale della vostra squadra?
"Il nostro obiettivo pluridichiarato è una tranquilla salvezza. Però se saremo bravi a rimanere nelle zone alte della classifica e a non subire tutti gli stress che la leadership comporta, allora potremo aspirare a qualcosa di più".
Il valore dell'organico sembra essere di molto superiore a quello di una squadra che vuole solo salvarsi. Non trovi?
"Se l'organico vale più della salvezza, il merito è solo del diesse, che è stato bravo a pescare giocatori giovani che non erano caduti sotto l'occhio delle grandi squadre. Credo che con questi giovani, accompagnati da giocatori di esperienza ma ancora con tanta fame di vittorie, si potrà raggiungere presto l'obiettivo minimo stagionale".
A quali giovani ti riferisci in particolare?
"Qui a Carpi ci sono molti ragazzi che potrebbero stare tranquillamente in molte rose di Serie B, se non di A. Penso a Laurini e Di Gaudio, che a mio avviso sono già pronti per la B. Bigoni è un altro giocatore interessante, Paganelli ha delle enormi prospettive, anche se finora ha trovato poco spazio. Da non dimenticare due giocatori come Dascoli e Guilouzi".
Qual è la tua favorita nel Girone B di Seconda Divisione?
"Senza dubbio la Carrarese. Sotto tutti i punti di vista, squadra, tifoseria e società, credo sia la principale candidata al salto di categoria. Nello scontro diretto hanno meritato la vittoria, anche se noi abbiamo pagato a caro prezzo il fatto di avere sette giovani in campo. E quando di fronte hai giocatori come Zampagna e Giovinco certi errori non ti vengono perdonati".
Domenica farete visita al Bellaria Igea Marina in un derby emiliano-romagnolo: aspettative?
"Per noi sarà importante uscire indenni da qualsiasi campo. Siamo consci di poter vincere contro chiunque, ma in questo girone si può anche perdere contro chiunque".
Carpi sarà l'ultima fermata della tua carriera da calciatore?
"In tutte le professioni credo che sia il proprio 'io' a dire quando bisogna smettere. Ad oggi il mio mi dice di andare a correre e quando una mattina mi sveglierò senza questa voglia, sarà il momento di dire basta. Credo che il mio corpo mi lancerà dei messaggi subliminali inequivocabili".
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