INTERVISTA TC - Carpi, Pochesci: "Ritorno al passato: questa la rivincita"

13.04.2021 15:30 di  Antonino Sergi   vedi letture
INTERVISTA TC - Carpi, Pochesci: "Ritorno al passato: questa la rivincita"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico Gaetano

Una salvezza praticamente in tasca, un cammino simile a quello poi bruscamente interrotto da esonero inaspettato per Sandro Pochesci sulla panchina del Carpi. La squadra biancorossa nelle ultime due sfide tra Gubbio e Matelica ha ipotecato la permanenza in Serie C giocando un bel calcio e mettendo a segno ben otto reti complessive. A tal proposito, ai microfoni di TuttoC.com, è intervenuto lo stesso tecnico.

Mister è fatta per la salvezza?
"La matematica dice no però abbiamo fatto un grande passo avanti, i ragazzi hanno interpretato questo fine campionato come lo avevamo cominciato".

Il presidente a fine gare ha detto che questo Carpi fa divertire, otto reti nelle ultime due partite.
"Questo Carpi faceva divertire anche all'inizio, adesso stiamo giocando molto bene. Questo è merito della squadra, gli allenatore metti gli argomenti poi sono i calciatori che scendono in campo".

Si apre un piccolo spiraglio playoff?
"Una cosa è certa, se facciamo i playoff siamo una mina vagante che fa paura a tutti. Di solito ci sono anche i miracoli, questo però sarebbe un miracolo troppo esagerato. Ho già salvato il Carpi due volte, la prima alla partenza e poi dopo il ritorno dall'esonero. Noi a Carpi abbiamo la Cattedrale e non la Chiesa come Garcia, abbiamo messo la Cattedrale al centro della piazza".

Si sente che questa possa essere la sua rivincita?
"Sono quelle rivincite che fanno piacere all'allenatore, già essere richiamati vuol dire che è stato apprezzato il lavoro che avevamo fatto. Continuare come avevo lasciato quella è la vera rivincita".

Rimane qualche rimpianto per qualche partita non vinta? Avete sfiorato il colpaccio anche con il Sudtirol.
"Con il Sudtirol loro sono rimasti in dieci a dieci minuti dalla fine e abbiamo rischiato di vincere. Per me comunque è l'unica rosa importante che gioca un bel calcio, c'è da fare i complimenti a Vecchi. Il Sudtirol è stata la più continua a livello di gioco, il Padova e Perugia invece a volte hanno espresso un grande gioco. Sono stato anche un po' sfortunato negli episodi, nella prima parte ci sono stati tolti ben sei gol che poi rivedendoli in televisione erano tutti validi. Non voglio parlare di accanimento ma errori, ci può stare sbagliare ma siamo stati un po' penalizzati. Dopo il Covid sono stato allontanato a due punti dai playoff con due partite da recuperare, in quelle sei partite senza di me ha raccolto solo tre punti ma la società hanno sempre ragione anche se non condividevo quella scelta. Ripeto, non ho mai condiviso quella scelta".

Quella con il Modena la vittoria più bella?
"Sicuramente si. Tornare a casa e vedere una bandiera del Carpi sul terrazzo del nostro vicino di casa è una grande emozione, i tifosi sono molto attaccati alla squadra".

A proposito di tifosi, tutti chiedono una permanenza di Pochesci a Carpi.
"Sono una persona libera, ho un altro anno di contratto. Da parte mia devo ancora decidere, ho detto di essere un separato in casa e ci siamo riavvicinati per la squadra. C'è da parlare, i matrimoni si fanno in due. Questo sarà l'ultimo anno dove farò un contratto pluriennale, vorrei cambiare le regole perché servono contratti a prestazione o ad obiettivo. Il calcio deve essere fatto da obiettivi e chi sbaglia deve pagare, anche all'interno della società. Quest'anno ci sono stati anche casi di allenatori esonerati con il Covid, la nostra categoria dovrebbe essere più tutelati. Anche noi abbiamo una dignità e certe volte non ci trattano come dovrebbero. Io comunque ringrazierò sempre il presidente del Carpi che mi ha scelto ma per noi l'esonero è come un lutto, bisogna capire che è difficile stare in panchina ed è un lavoro che invecchia".

Quell'esonero è ancora una ferita aperta per lei?
"Dopo le 23 stupende partite che ho avuto a Terni questa era la stagione più bella, vedevo una squadra che giocava come piace a me il calcio. Ricordiamo che giocavo con otto under in campo, anche nelle ultime. Ho fatto debuttare nove ragazzi che non hanno mai giocato in C. La Lega Pro deve essere una palestra per i nostri giovani e non un cimitero per gli elefanti, quando si arriverà questa differenza allora questa categoria avrà un risalto migliore di quello attuale. Siamo stati l'esempio di come si può fare calcio attingendo dal Settore Giovanile ed è per questo che ci sono rimasto malissimo".