INTERVISTA TC - Colombini: "Feralpi, Pordenone, Pontedera club modello"

05.01.2019 07:30 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Colombini: "Feralpi, Pordenone, Pontedera club modello"
TMW/TuttoC.com
© foto di Ninni Cannella/TuttoLegaPro.com

Classe '80, terzino vecchia scuola e una lunghissima esperienza in Serie C, categoria che Francesco Colombini, oggi vice allenatore del Ponsacco, sta seguendo ancora con molto interesse. 
Ed è proprio lui, ai microfoni di TuttoC.com, a tracciare un bilancio di questa prima parte di torneo. Senza trascurare il calciomercato. 

Un primo giro di boa, incompleto ma comunque in archivio. Che bilancio si può tracciare?
"Quello che è successo in estate è qualcosa di surreale, e viene difficile tracciare un bilancio, perché ci sono ancora molti recuperi da dover giocare, la classifica è parziale e si dovrà vedere al momento in cui si disputeranno le gare come ci arriveranno le squadra. A ogni modo, tra queste, l'Entella nel Girone A sta facendo benissimo, dimostrando che con Pro Vercelli e Piacenza ha qualcosa in più delle altre, ma anche Pisa, Carrarese, la sorpresa Arezzo e la Robur Siena credo possano dire la loro, i bianconeri stanno risalendo la china. Nel Girone B il discorso dell'Entella si può fare per la Ternana, che doveva stravincere il campionato ma gioca praticamente ogni tre giorni, e così è dura, anche perché non si può fare molto turn over, un'identità alla squadra va data. A ogni modo in questo raggruppamento, con un sorprendente Pordenone e una Feralpi che deve ancora esprimersi c'è più uniformità. La vera rivelazione è comunque la Juve Stabia, che sta dimostrando certi valori sia in campo che a livello societario, altrimenti non si sarebbe espressa su certi livelli per tutto un girone: Catania e Trapani hanno un'ottima rosa, ma credo che i campani adesso siano padroni del loro destino. Solo con un harakiri possono compromettere la cosa".

Al netto di tutto ciò, da chi ci dovremmo aspettare grossi movimenti di mercato?
"Sicuramente dal Monza, finora non ho citato questo club ma credo che sia iniziata una vera rivoluzione, Galliani e Berlusconi sono persone che sanno fare calcio, e se non arriveranno adesso a ridosso delle prime posizione nel giro di uno, massimo due anni, otterranno quello che vogliono. A ogni modo credo che un po' ovunque ci saranno dei movimenti interessanti, ci sono tante squadre importanti in C".



Una realtà che conosci bene è il Pisa: come descriveresti questa prima parte di stagione dei nerazzurri?
"Il Pisa ha sposato una linea giovane, ma in questi casi o c'è il massimo entusiasmo nell'ambiente o si mette in preventivo qualche errore. Ci sono stati innesti importanti in qualche reparto, ma il giocatore esperto chiamato a guidare i giovani non ha saputo dare l'esperienza giusta. Credo però che con 3 o 4 innesti il Pisa possa far bene, giocare un ritorno da protagonista".

Capita spesso che nomi di spessore, abituati ad altre categorie, abbiano difficoltà in Serie C. Perché?
"La C è un campionato diverso dagli altri, in campo si scatena subito la guerra, è un discorso di aggressività e seconde palle, mentre in altre categorie si hanno molti più spazi fino almeno agli ultimi 30 metri. Poi i campi non sono sempre ottimali, e lo slogan "giocatori di categoria" è un concetto vero, chi fa bene in C non è detto faccia bene in B e viceversa. La C è tosta, ogni anno di più, tante nobili decadute non riescono a uscirne, e io non ne faccio una questione di nomi o investimenti, anche perché i presidenti che possono realmente investire sono sempre meno, ma di programmazione".

Quali sono, secondo te, società modello a livello di programmazione?
"Feralpisalò e Pordenone sono piazze che ambiscono da anni ai primi posti, e stanno dando una certa continuità al progetto: i gardesani hanno confermato Toscano in panchina costruendogli la squadra attorno, i ramarri sono andati avanti per molto con Tedino, e adesso si sono affidati a un allenatore importante che dà seguito al corso societario. Ma fra tutte spicca il Pontedera, che personifica proprio il concetto di programmazione: si sono cresciuti in casa l'allenatore, come vice di Indiani, gli hanno poi affidato la panchina e ogni anno riescono a prelevare ottimi giovani per valorizzarli e poi far mercato. La ciliegina sulla torta l'hanno trovata nel DG Giovannini, che trova sempre la quadra, fa tornare i bilanci e ha un ottimo occhio sul campo".