INTERVISTA TC - Gentilini: "Vicenza da A. 22enni non più under"

29.08.2018 06:30 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Gentilini: "Vicenza da A. 22enni non più under"
TMW/TuttoC.com
© foto di Chiara Biondini

Augusto Gentilini, dopo cinque anni passati con la Rappresentativa della Serie D, è tornato sul mercato degli allenatori. L'ex allenatore, tra le altre, di L'Aquila e Ancona, si è concesso ai microfoni di TuttoC.com per analizzare la terza serie e le norme sui giovani, vista la sua esperienza con gli under, soprattutto nel Torneo di Viareggio (con un ottavo di finale perso di misura contro l'Inter, poi vincitrice della manifestazione).

Iniziamo dai ripescaggi. S'aspettava un'estate così infuocata?
"Non pensavo saremmo arrivati a questo punto. Ma il blocco dei ripescaggi, con i conseguenti ricorsi, rispecchiano appieno l'aspetto attuale dell’Italia: un caos generalizzato. Sono dell'idea che bisognerebbe dirimere tutte le diatribe entro il termine perentorio del 31 luglio. In modo da poter vivere un agosto di calcio, senza ritardi".  

B a 19 o a 22?
"Forse sarebbe giusto tagliare qualche team in cadetteria ma con altri metodi. Il blocco attuale ha portato tanta confusione e un ritardo nei campionati, specialmente in serie C".

A proposito di Lega Pro, come vede l'introduzione delle seconde squadre? Anzi, della seconda squadra...
"Meglio una che niente, l'importante era avviare qualcosa di nuovo. È un modo interessante per mettere alla prova tanti ragazzi che hanno qualità e, forse, anche le carte in regola per giocarsela in categorie superiori. Andrebbero valorizzati i nostri ragazzi, ne abbiamo di talentuosi. Come Zanimacchia, ad esempio, che ho avuto modo di convocare in rappresentativa di D. È entrato nella storia segnando il primo gol della squadra B bianconera, non può che farmi piacere. Ha del talento, piano piano si sta imponendo. Ed ha qualità tecniche, morali e comportamentali per arrivare a calcare palcoscenici importanti".

Riguardo i giovani, l'impressione è che diverse squadre li usino semplicemente per far cassa.
"Come sempre c’è qualcuno che se ne approfitta. Un incentivo alle società per far giocare i ragazzi fa bene, l’importante è non abusarne. Una volta però giocavano i più bravi, senza bisogno di regole ferree. Una volta la C era il serbatoio della A, tanti ragazzi che giocavano in terza serie riuscivano a compiere senza problemi il salto in massima serie. Mi auguro che i dirigenti dei club di A tornino a pescare in C e in D. Purtroppo in Italia, oggi come oggi, diamo poca fiducia al giovane: gli allenatori hanno paura di essere esonerati in poche partite e si affidano ai più esperti, non hanno la pazienza di farli giocare e sbagliare, come è giusto che sia alla loro età. Non significa bruciarli ma costruirli. E francamente abbasserei il limite d'età degli over: essere considerati under a 22 anni non è il massimo. Molti in passato hanno esordito a 17-18 anni in A, all’estero a vent’anni in molti giocano e collezionano presenze su presenze nei campionati maggiori".

E poi qualcuno cita anche il problema degli stranieri. Anche in rappresentativa ve ne sono stati diversi...
"A livello generale si preferisce fare business con ragazzi che vengono dall’estero. Per quanto riguarda la rappresentativa, avevamo l’obbligo di chiamare solo i tesserati di Serie D al di là della nazionalità e del colore della pelle. Nell'ultimo anno erano solamente in due, quindi non c'è stata alcuna invasione. Il problema vero in tutte le categorie resta il puntare sui ragazzi perché ci credi per davvero, manca il coraggio di farlo. Devo dire, a prescindere da ciò, che i cinque anni con l'Under 19 sono stati una bellissima esperienza: ci tengo a ringraziare Tavecchio, Cosentino e Sibilia, i presidenti che si sono succeduti alla guida della LND".

E adesso, che farà Gentilini?
"Vorrebbe tornare al vecchio mestiere di allenatore che è un po' diverso dall'essere selezionatore. Non mi dispiacerebbe una primavera di un certo livello o una società importante nelle varie categorie: cerco un progetto serio, magari in C, categoria che conosco per averci allenato a lungo".

A tal proposito, quali sono i giovani interessanti da tenere d'occhio.
"Oltre a Zanimacchia, una decina di ragazzi dell’ultima rappresentativa son finiti in club professionistici. Tra di loro segnalo Dumancic del Lecce, difensore girato alla Juve Stabia, Mustacciolo del Parma, centrocampista ora al Siracusa, e Gassamà, attaccante prelevato dal Potenza". 

Chiusura amarcord con Vicenza, città nella quale fu il secondo di Nedo Sonetti.
"Sono felice per la piazza biancorossa: finalmente ha trovato una persona di una certa caratura, al di là dell'aspetto economico, che ha in testa un programma a lungo raggio. Vicenza ha una storia non indifferente e con la famiglia Rosso potrà tornare tranquillamente nelle categorie che più gli competono. La Serie A? La merita il tifoso ma un passo per volta, prima c'è da conquistare la cadetteria. I veneti sono tra i club favoriti ma, come sempre, in C non sai mai quello che può succedere, la sorpresa è sempre dietro l'angolo".