INTERVISTA TC - Grillo: "Ripartire dai settori giovanili: sono le basi"

02.11.2018 07:30 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Grillo: "Ripartire dai settori giovanili: sono le basi"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca

Una vita nel pallone, poi la scelta di appendere le scarpette al chiodo: per il difensore Fabrizio Grillo, dopo l'esperienza con la Triestina, è in procinto una nuova avventura nel calcio, in una veste ancora da scegliere. Ma le intenzioni di abbandonare il mondo pallonaro, nonostante tutte le vicende che lo stanno uccidendo, non ci sono. Il classe '87 si racconta ai microfoni di TuttoC.com.

Da "spettatore obbligato", che idea ti sei fatto della situazione vissuta in questa estate dal calcio?
"Più che spettatore obbligato, ho scelto io di smettere di giocare. La situazione del calcio è sempre più caotica, ci sono delle norme che non sono state rispettate proprio da coloro che devono farle e farle rispettare".



Tutti in campo domenica, ma col dubbio delle sentenze della prossima settimana: è giusto giocare?
"Quando viene fatto qualcosa che danneggia società, tifosi e giocatori e non sono rispettate le regole, è giusto prendere posizioni prima che inizi un campionato: e il discorso non vale solo per le società coinvolte in certe vicende, ma per tutte. Purtroppo questo non è stato fatto ed è la dimostrazione di una confusione generale, ora non giocare non ha senso".

Una serie c senza regole, un format ancora da perfezionare. Da dove si può ripartire e cosa invece deve cambiare a livello di regolamento?
"Purtroppo è un campionato che non ha più quell'appetibilità che poteva avere 15 anni fa. Le regole che sono state fatte sono apparentemente buone per i giovani e per rilanciare il calcio italiano, ma sono di un altro parere. Perché hanno abbassato il livello tecnico. Inoltre trovo assurdo che in estate si pensi a fare la squadra prendendo giovani, col fine di puntare alle valorizzazioni per pagare gli stipendi della rosa. I giovani devono essere formati nei settori giovanili e non come accade oggi, che si ritrovano, in base alle regole attuali, a essere tra i professionisti non essendo pronti e rischiando di bruciarsi. È nel settore giovanile che bisognerebbe porre la lente di ingrandimento, fare regole perché è da lì che si crescono giocatori che saranno importanti nel nostro calcio".

Per quanto invece riguarda il tuo futuro?
"Ho deciso di smettere perché non mi sentivo più a mio agio, non perché non fossi all'altezza, ma perché il mio corpo ne ha subite e superate tante, soprattutto dopo le tre rotture del crociato e tanti altri infortuni, ma mi sento molto contento di ciò che sono riuscito a ottenere con il calcio. E il mio futuro sarà ancora in questo bellissimo sport. Sto valutando più proposte tra agente, osservatore e allenatore, ma una di queste mi riempie di emozione: costruire un centro sportivo e fare un Accademia a Velletri (RM). Sto studiando molto in questo periodo proprio per migliorarmi su tanti aspetti anche psicologici, specie con i bambini. Le case sono costruite con fondamenta solide ed è proprio dal basso che si deve ripartire in Italia, e io voglio farne parte, anche nel mio piccolo".