INTERVISTA TC - Novellino: "Perugia squadra concreta. Melchiorri mio pupillo"

01.01.2021 18:30 di Gianmarco Minossi   vedi letture
INTERVISTA TC - Novellino: "Perugia squadra concreta. Melchiorri mio pupillo"
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Per farsi raccontare questa prima parte di stagione del Perugia, la redazione di TuttoC.com ha contattato chi l’ambiente del Grifo lo conosce molto bene da decenni: Walter Novellino ha legato il proprio nome ai biancorossi in due tranche della sua carriera da calciatore, prima in Seria A nel triennio 1975-1978 (che gli spalancò le porte del Milan), poi in Serie B nel biennio 1984-1986, fino ad arrivare al 1990, quando dal settore giovanile della squadra iniziò il suo lungo percorso da allenatore. Il tecnico di Montemarano ha raccontato ai nostri microfoni le sue impressioni sul torneo condotto fino a questo momento dal club che lo lanciò: "Il Perugia ha una rosa importante, dove sono rimasti dei giocatori che hanno militato in categorie superiori e che possono sicuramente fare la differenza". 

Come giudica il campionato condotto finora dal Grifo?

"La squadra sta disputando un campionato ben oltre la normalità, perché anche loro hanno avuto diversi calciatori alle prese con il Covid che sono stati costretti a rimanere fermi. La classifica è buona, il torneo è lungo e la condizione fisica dei giocatori mi sembra ottimale: la rosa stessa è composta da ottimi calciatori, devono solo avere un po’ più di convinzione nei loro mezzi, perché dal mio punto di vista è una squadra che gioca bene. Le difficoltà son dovute più che altro all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, che non permette di avere il gruppo al completo, però non mi dispiace come la squadra gioca: inizialmente ci sono state difficoltà dovute soprattutto al modulo, ma quando hai degli elementi degni di categorie superiori come Melchiorri, Rosi e Falzerano, le qualità vengono fuori".

Quanto può aver inciso inizialmente lo scotto della retrocessione dalla Serie B? I giocatori necessitavano di calarsi ancora nella mentalità della C?

"Alcuni sì, però si sa che il pubblico di Perugia è capace di aspettare e soprattutto di supportare. Tra i giocatori retrocessi c’è stato sicuramente del dispiacere all’inizio, però c’è l’imperativo categorico di tornare subito in Serie B. Io sono convinto che la squadra possa combattere per il primo posto fino alla fine".

Ritiene che alla luce della retrocessione il Perugia sia la principale favorita per la vittoria finale o pensa che le contendenti abbiano qualcosa in più?

"Non lo so se hanno qualcosa in più, sicuramente sono partite un po’ meglio, ma il Perugia è una squadra bella concreta, con un allenatore intelligente che conosce bene la categoria. Il Padova ultimamente sta facendo un po’ fatica, mentre il Modena è una formazione tosta e ben organizzata, che sta ottenendo dei buoni risultati senza tanti fronzoli: sono certo che il Grifo se la possa giocare fino in fondo".

Come giudica l’operato svolto da Caserta finora?

"Ottimo: è un allenatore da poche chiacchiere e molti fatti. Il calcio non è fronzoli, ma correre, lavorare e giocare. La squadra si esprime anche abbastanza bene e sono certo che possa raggiungere l’obiettivo".

Di quali rinforzi necessiterebbe la squadra a gennaio per compiere il definitivo salto di qualità in ottica promozione?

"Secondo me serve una punta che possa garantire 15 gol, fossi nella società spenderei per prendere un attaccante da doppia cifra, fermo restando che Melchiorri è il mio pupillo: è un giocatore che ho sempre voluto, ma che purtroppo non sono mai riuscito a prendere. Per quanto mi riguarda, prima viene lui, poi tutti gli altri, perché nonostante abbia sofferto diversi infortuni quando è in forma fa sempre la differenza".

Quanto incide secondo lei sul rendimento della squadra la mancanza di una tifoseria calorosa come quella perugina?

"Tanto, perché quando giocavo in Serie A mi sono reso conto di quanto fosse calorosa quella tifoseria: quando si dice il dodicesimo uomo in campo si dice solo la verità, perché il supporto che ti dà quel pubblico, soprattutto a livello morale, è notevole, nessuno ti rompe le scatole e nei momenti di difficoltà ti danno tutti una mano. Credo che a tutte le squadre manchino i loro tifosi, anche a noi che vediamo le partite da casa".

Cosa manca a questo Perugia per tornare a rivivere i fasti delle categorie che gli competono?

"Questa è una città che reagisce a tutte le avversità, anche quelle calcistiche. Forse serve un po’ più di umiltà, soprattutto verso chi c’è sempre stato per questa squadra: io con l’umiltà sono entrato dappertutto. Da questo punto di vista non posso che parlare bene di Comotto, che io ho allenato a Torino: lui sta portando in silenzio una grande ventata d’energia, come sta facendo Maldini al Milan e a me le persone così grandi che riescono a rimanere umili son sempre piaciute".