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Bisoli: "Vicenza? Ipoteca importante. FVS? Sembra solo un VAR scopiazzato"

Bisoli: "Vicenza? Ipoteca importante. FVS? Sembra solo un VAR scopiazzato"TMW/TuttoC.com
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di Matteo Ferri

Pierpaolo Bisoli, allenatore ex Brescia, Cosenza, Vicenza e Perugia tra le altre, e profondo conoscitore del calcio di Serie C, è intervenuto nel corso della trasmissione 'A Tutta C', in onda su TMW Radio e Il61.

Mister, per le inseguitrici il pareggio del Vicenza a Novara, invece di essere una buona notizia rischia di essere una cattiva notizia perché se la formazione di Gallo non perde neanche questo tipo di partite la sensazione che ci sia poco da fare per cercare di colmare quelli che sono in questo momento 10 punti di vantaggio sull'Equo e 13 sul Brescia, è d'accordo?

"D'accordissimo, recuperare 10 punti e 13 per le inseguitrici sarà molto ma molto difficile anche perché non vedo come il Vicenza possa perdere 3 o 4 partite di fila e le inseguitrici le devono poi vincere tutte, quindi credo che il Vicenza abbia un'ipoteca importante su questo campionato. Ci dovrebbe essere un tracollo enorme ma non credo perché conosco l'ambiente, conosco l'allenatore e, con tutti i dovuti scongiuri, credo che il campionato sia nelle sue mani. Mi era capitato l'ultimo anno che feci la Serie C io col Padova, eravamo a 10 punti al girone d'andata e tutti dicevano che prima o poi avremmo perso ma poi l'abbiamo portato a termine perché poi qualche volta quando pareggi e gli altri non vincono c'è sempre una partita in meno e tu hai gli stessi punti".

Rimanendo sul girone A, il Brescia arriva da un filotto di 5 giornate senza vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. Quest'estate la formazione del presidente Pasini ha vissuto un'estate piuttosto particolare, con il trasloco da Salò al 'Rigamonti' e tutto quello che consegue una trasformazione del genere a livello societario, a livello tecnico, a livello ambientale. Finora sembrava che la Leonessa intesa non solo come squadra ma come ambiente tutto, avesse ammortizzato benissimo questo cambio di scenario. Secondo te alla base di questo momento difficile c'è proprio magari un momento di flessione, un episodio di flessione dopo mesi intensi non solo di lavoro sul campo ma a 360 gradi per quanto riguarda ovviamente la formazione di mister Diana.

"È chiaro che giocare a Salò e a Brescia è completamente diverso, c'è un'altra pressione, c'è una tifoseria importante che ha fatto categorie importanti, io ho avuto l'onore di allenarla per poche partite e l'onore anche di giocarci, so cosa vuol dire. Chiaramente i giocatori che sono stati traslocati lì all'inizio erano entusiasti, poi piano piano arriva la pressione e in più hai una squadra come il Vicenza che sta ammazzando il campionato, quindi alle piccole avversità ti sembra che ti cada il mondo addosso però hanno fatto un progetto, devono ritornare in Serie B, che è il minimo per il Brescia, ma ci vuole tempo perché poi ci sono state altre piazze che hanno dovuto patire tanto tempo prima di ritornare in Serie B. Io spero che non sia così per il Brescia però credo che quest'anno sia molto difficile la situazione perché 13 punti sono veramente tanti".

Passiamo al Girone B. Ravenna in testa in attesa dell’Arezzo che ha una gara in meno; classifica ancora “ballerina” per l’estromissione del Rimini. Ma il main event del weekend è stato il derby umbro: ha vinto la Ternana. Il Perugia – altra squadra che lei porta nel cuore – ha già cambiato tre allenatori in stagione, eppure le cose non sembrano cambiare. C’è stata la vittoria con la Vis Pesaro, poi due sconfitte consecutive (Juventus Next Gen e Ternana). Sensazioni dall’esterno sulla stagione del Grifone? Il mercato di gennaio potrà ribaltare la situazione?

"Il mercato di riparazione è sempre difficile: inserire tanti giocatori nuovi a gennaio non è mai semplice. Qualcosa faranno, perché Perugia è una piazza importante dove la pressione la fa da padrone. Sei partito per fare un campionato diverso e ti ritrovi in fondo alla classifica, anche perché il girone è stato stravolto dalle vicissitudini del Rimini. Su questo la Serie C deve fare profonde riflessioni: non si può far partire campionati con squadre che hanno problemi e poi a rimetterci sono sempre le altre.
Detto questo, a Perugia ogni partita sarà una battaglia. L’obiettivo primario adesso è arrivare ai playout e salvarsi. Mi è capitato di subentrare in situazioni simili. Bisogna fare una scelta drastica: puntare su un blocco di giocatori vero. Ieri ho visto la partita: il Perugia non meritava di perdere, forse il pareggio era il risultato più giusto. C’è stata quella gran botta da fuori di un mancino tirata col destro… classico jolly! Ci sono annate storte in cui devi essere bravo a saper perdere e a saper vincere allo stesso modo. Il mio consiglio è: prendi 12-13 giocatori, fai un blocco solido e vai avanti con quelli, anche se qualcuno sbaglia. Se in 27 della rosa non hai trovato la quadra, devi puntare sui ragazzi di 18-19 anni per tirarti fuori dalle sabbie mobili. Altrimenti è agonia. Il mercato può aiutare solo se prendi 3-4 giocatori davvero fuori categoria, altrimenti serve il gruppo. Io credo più nei gruppi che nei singoli".

Girone C: Catania primo a 37 punti, Benevento a 35, Salernitana e Cosenza a 32, Casertana a 29. Tra le prime quattro ci sono solo 5 punti di distacco. Sembra davvero che queste quattro corazzate si giocheranno la promozione diretta. Il Cosenza, in particolare, dopo l’estate travagliata e il cambio di allenatore, sta sorprendendo positivamente.

"Assolutamente sì. Cosenza è un ambiente che conosco molto bene: lì da un momento all’altro può scattare la scintilla. Quando il popolo rossoblù si riunisce con la squadra e lo stadio si riempie di 10-11 mila spettatori (o anche di più), diventa un fortino inespugnabile. È una squadra forte: hanno tenuto tantissimi giocatori che l’anno scorso erano in Serie B. Conosco bene Florenzi, Mazzocchi, D’Orazio: so il valore che hanno in questa categoria. Poi ci sono Salernitana, Catania, Benevento: tutte corazzate. Queste quattro si giocheranno le prime quattro posizioni. Decisiva sarà la costanza, un pizzico di fortuna e chi arriverà a marzo con meno infortuni e l’ambiente più carico".

Mister, prima di salutarla: 17 giornate archiviate, praticamente un girone intero. Che impressione le sta dando il FVS, la sperimentazione tecnologica in Serie C?

"Mi sembra uno “scopiazzare” il VAR, ma a metà. Quante volte l’arbitro ha cambiato idea dopo il richiamo dalla panchina? Io dico pochissime: su 100 casi, 90 restano con la decisione iniziale, perché altrimenti dovrebbero ammettere l’errore davanti a tutti. O mettiamo il VAR 'vero', come in Serie A e B – con più telecamere e professionisti che hanno gli stessi strumenti dei colleghi delle categorie superiori – oppure lasciamo perdere. Anche ieri nel derby Perugia-Ternana su quattro richiami l’arbitro non ha cambiato idea neanche una volta. Io ne avrò viste una decina in tutto: mai un cambiamento. Se non ci sono le possibilità economiche per il VAR 'vero', torniamo al calcio di una volta: accettiamo l’errore arbitrale, tanto una volta sbaglia a favore di uno, la volta dopo dell’altro. Il calcio era più umano. La Serie C è il campionato dove si formano giocatori e allenatori: va tutelato e salvaguardato. Bisogna fare una scrematura seria sulle società che partecipano - anche se non sta a me dire come - e tornare a un calcio più semplice a livello tecnologico, ma fare dieci passi avanti su come ci si allena. In Italia ci alleniamo meno degli altri paesi: serve più voglia di fare fatica e di insegnare ai ragazzi anche come ci si comporta in campo e fuori. Quello sì che renderebbe il nostro calcio più bello".