Corso Osservatori, Vito Giordano: "Una lodevole iniziativa"

Si è tenuto venerdì 22 e sabato 23 novembre a Roma il corso per osservatori di calcio promosso dal Roi, giunto alla sua quinta edizione (seconda a Roma) e voluto in particolare dal neo diesse dell'Ascoli Enrico Maria Amore e dal presidente-fondatore Matteo Sassano. Una due giorni che ha visto presenti alle lezioni molti aspiranti osservatori di calciatori, interessati a seguire i consigli dei vari relatori che si sono avvicendati per raccontare i segreti di questo lavoro. Presentato anche il software che sta rivoluzionando in pratica il calcio italiano dal punto di vista dell’osservazione dei calciatori, ossia Love Football Scouting, che funziona con iPad, e a detta di molti dei presenti il prodotto potrebbe avere successo anche in ottica futura.
Poi i vari interventi sulla figura dell’osservatore, su come si sta espandendo in Italia e cosa si può fare per migliorarla. Il primo intervento è di Augusto Carpeggiani. “Ho accettato volentieri di poter intervenire, su invito del mio amico Enrico Amore. Indubbiamente la figura dell’osservatore è importante, perché gli osservatori sono un po’ gli ‘occhi’ delle società, quelli che possono fare la fortuna di chi sta al vertice nel calcio. Questi corsi si dovrebbero fare, sono iniziative lodevoli perché danno i primi rudimenti e la possibilità di andare al campo senza essere dei neofiti, ma con delle nozioni”. Carpeggiani fa gli interessi di diversi calciatori, uno di questi Schelotto. “Sicuramente rimarrà al Sassuolo fino a fine stagione: spera di riuscire a ottenere la salvezza”. E in Lega Pro? “Al momento è presto: vedremo al momento opportuno. Comunque a gennaio ci sarà qualche movimento, ma saranno pochi”.
Salvatore Violante, collaboratore tecnico di Simone Giacchetta, spiega cos’è per lui un osservatore. “Penso che l’osservatore sia una figura di importanza primaria per il lavoro di scouting e una persona di fiducia del direttore sportivo con cui si creano delle linee guida per quello che riguarda i giocatori da seguire. È una figura in espansione, e devo dire che questo corso è sempre ben curato con relatori di tutto rispetto, nel quale ho avuto modo anche io di apprendere tanto”. È più importante collaborare con un agente o con una società? “Posso dire che io ho sempre lavorato con delle società. Nasco al settore giovanile del Padova (abbiamo raccolto soddisfazioni come gli arrivi in prima squadra di Raimondi e di Baccolo), e poi dopo vari step sono arrivato a Reggio Calabria, in una struttura ben rodata, e ho contribuito con alcuni suggerimenti. Grazie al presidente Foti e al direttore Giacchetta sto ampliando il mio percorso in una delle società che sono più all’avanguardia nello scouting in Italia. Comunque quello che compete all’osservatore è reclutare, segnalare e scovare calciatori e dare più materiale possibile al direttore”.
Il fondatore della Roi Italia Matteo Sassano è soddisfatto che il corso sia arrivato già alla quinta edizione. “Ricordo la prima edizione del corso per osservatori, che fu fatta in Sicilia ed ebbe un successo enorme. Questo a dimostrazione di quanto la passione possa modificarsi in un’attività lavorativa. Abbiamo deciso di riproporla a Roma perché abbiamo avuto già l’anno scorso ottimi risultati. Certamente l’osservatore è importante oggi perché le società non potendo permettersi di investire per ingaggiare dei campioni, forse è arrivato il momento per loro di investire sugli osservatori per andare a prendere dei talenti. Vediamo un cambio di rotta positivo, e crediamo che qualche cosa di buono possa avvenire per il settore scouting italiano. Abbiamo comunque degli esempi positivi come Vito Giordano ed Enrico Amore”. Prossima tappa? “Dovrebbe essere quasi certamente il 9 dicembre a Cava de’ Tirreni”.
Luigi Guarino, collaboratore per alcuni club inglesi, sottolinea che è importante il confronto. “La figura dell’osservatore deve maturare esperienza partita per partita, e il consiglio che mi sono permesso di dare ai corsisti è quello di rimboccarsi le maniche e di migliorare l’occhio per la prestazione, una cosa che può migliorare solo col tempo. È importante il confronto anche con altre realtà, e visionare i tornei internazionale per paragonare più modelli di calcio”. Perché in Italia è difficile che riesca a imporsi un osservatore? “Forse non è riconosciuta questa figura, e si dovrebbe chiederlo alle varie società che investono poco sullo scouting. Anche se ci sono delle realtà che cercano di migliorare questo aspetto”. Mancano le strutture in Italia? “Mancano, ma perché le strutture non si vogliono fare. Siamo in un momento di svolta dove arrivano acquirenti dall’estero, e se questo dovesse portare qualcosa di positivo sul piano dello scouting, ben venga”.
Vito Giordano, direttore sportivo con un recente passato in Lega Pro, ha accettato anch’egli di partecipare al corso. “Dovevo scoprire una realtà, perché mi piace confrontarmi con giovani. Diciamo che mi sento più un talent scout che un direttore sportivo, perché ho fatto il calciatore e anche un po’ l’allenatore. Ho costruito il mio personaggio iniziando dal basso, e io mi sento molto vicino al ruolo di osservatore. Per fare una buona squadra un direttore sportivo deve avere conoscenza diretta con i calciatori e con i vari personaggi”. Il corso è utile? “Sì, c’è un personaggio come Amore che è aggiornato e viaggia in Italia e all’estero. E poi grazie a questo corso si può costruire anche una figura: vale la pena farlo per un confronto”.
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