Juventus Next Gen: una stagione formativa con i numeri e i volti della realtà

La Juventus Next Gen, ex Under 23, si affaccia alla stagione 2025/26 con un progetto sempre più definito. Nata per colmare il gap tra Primavera e prima squadra, la seconda formazione bianconera è ormai un laboratorio in cui i giovani imparano a gestire ritmo, pressioni e letture tipiche del calcio professionistico. La nuova stagione si apre con ambizioni ponderate: consolidare l’identità, migliorare la gestione delle partite in trasferta e aumentare il numero di calciatori pronti per ruoli da protagonisti ad alti livelli.
Numeri e protagonisti della stagione 2024/25
Nella stagione appena conclusa (2024/25), la Next Gen ha centrato la qualificazione ai play‑off con un turno di anticipo, dopo una ripresa costante che l’ha vista risalire dalla zona a rischio retrocessione. In campionato, la squadra ha raggiunto la 10ª posizione nel Girone C con 44 punti, alle spalle di squadre blasonate come Avellino, Monopoli e Catania.
Tra i giocatori più incisivi della scorsa stagione
Simone Guerra, attaccante d’esperienza, autore di gol decisivi anche nei playoff, Felix Afena-Gyan, attaccante tornato nel 2025 alla Cremonese, Riccardo Turicchia, difensore moderno cresciuto nel progetto, tornato a gennaio dal prestito al Catanzaro.
Una rosa giovane, competitiva e in evoluzione
La rosa si è confermata a prevalenza giovanile: tra i titolari figuravano il portiere Giovanni Daffara, il centrocampista Martin Palumbo (entrambi passati all'Avellino) e il difensore Stivanello, insieme a volti più esperti come Guerra. A gennaio sono arrivati innesti mirati: Alessandro Pietrelli, arrivato in prestito dal Feralpisalò, ha lasciato subito il segno con un gol alla prima presenza nella Next Gen. Il valore complessivo del gruppo si attestava intorno ai 19–20 milioni di euro, con un’età media intorno ai 21 anni (Transfermarkt).
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Ripartenza e obiettivi per il 2025/26
Ora, con Massimo Brambilla alla guida dal novembre 2024, il progetto punta a due vie di crescita parallele.
Crescita collettiva: migliorare la stabilità difensiva, l’incisività nell’ultimo terzo campo e la gestione dei momenti decisivi; l’ingresso in gara, la reazione al gol subito, e la lucidità finale saranno cruciali.
Sviluppo individuale: con rotazioni calibrate, spazio a ragazzi come Macca, Adžić,Mangiapoco o Amaradio per consolidarsi, in un contesto dove sbagliare è parte del percorso formativo. Il cammino della Next Gen sarà una doppia sfida: una classifica ambiziosa e un vivaio più maturo e pronto a spiccare.
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