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Pochesci: “U23? Voglio vedere più made in Italy. Serie C? Dimostra sempre che vincono le idee e non i soldi”

20.09.2024 19:00 di  Marco Pieracci  Twitter:    vedi letture
Pochesci: “U23? Voglio vedere più made in Italy. Serie C? Dimostra sempre che vincono le idee e non i soldi”
TMW/TuttoC.com

Sandro Pochesci, allenatore, è intervenuto nel corso di “A Tutta C” a TMW Radio per commentare vari temi. 

Che idea si è fatto sulle U23? 
“Io sulle seconde squadre, se vengono fatte con un criterio ancora migliore di come si sta facendo ora, dando tanto spazio ai giovani made in Italy, posso solo dire perché no. Hanno funzionato in Spagna e la Juventus ha fatto esordire tanti ragazzi passati lì. Io, però, vorrei vedere più made in Italy. Questo è il lato positivo: dare un’opportunità al giovane di fare un passaggio intermedio tra primavera e prima squadra. Ormai, poi, sono tanti anni che vediamo pochi giovani fare il salto tra i grandi. Io voglio vedere sempre di più questa serie C concentrata sul made in Italy. Io ho fatto tutti e tre i gironi e vi posso dire che sono tutti difficilissimi”.

Il livello della serie C si è alzato? L’attenzione che è stata data a questa categoria ha aiutato?
“Secondo me è che si sta abbassando il livello di serie A e serie B. La serie C, se pensiamo a 15-20 anni fa, era fatta da squadre agguerrite. Adesso, invece, si vede più tecnica o magari allenatori che cercano di scimmiottare i migliori tecnici. L’allenatore, poi, bisogna sempre ricordare che ruba le idee agli allenatori da cui è stato allenato quindi è normale che si cerca di copiare. Della serie C attuale a me piace molto, poi, Marani che va in giro per i campi a vedere le squadre. Dare questa attenzione fa sempre crescere il livello. La serie C sta dimostrando, poi, che non servono i soldi ma servono le idee: un esempio sono Mantova e Juve Stabia. Il Mantova, in più, va sempre tenuto in mente che era retrocesso ed è stato ripescato l’anno prima della super promozione. La promozione della Juve Stabia è arrivata con il budget più basso della serie C. Questo campionato deve essere attenzionato dai grandi manager della serie A. La serie D anche, che viene snobbata, in realtà andrebbe seguita molto. Io lì leverei la regola dei giovani perché il giovane deve giocare se è forte. Per pensare a queste cose, però, bisognerebbe mettere a capo del calcio persone che hanno fatto e hanno vissuto sempre questo sport. Non può essere che gente come Totti e Maldini non sia nel calcio”. 

Come si può migliorare ancora?
“Non ci deve stare la politica nel nostro sport. Il calcio è uno sport di passione e istinto. Va programmato ma bisogna dare voce a chi ha fatto la storia di questo sport. Ci sono dei giocatori molto apprezzati e a cui bisogna dare un premio. Il calcio deve essere fatto da chi ha dato la vita a questo sport. Ricordatevi che dietro a una grandissima carriera ci sono i sacrifici del soggetto in questione e della sua famiglia”.

Che idea si è fatto sulla situazione della Ternana?
“La Ternana è diventata la mia squadra del cuore, ha superato il Milan in cui non vedo più i Maldini e i Baresi. Terni merita una società importante. La squadra lì è del popolo. Quella squadra deve essere in mano a persone davvero importanti. Io sono convinto che arriverà un grande proprietario perché la squadra lo merita e fino a oggi è la migliore del campionato. Io sono stato amato in quella società perché i tifosi hanno capito che sono come loro. Lì la Ternana è la cosa più importante di tutti. Vanno fatti i complimenti a chi si occupa di campo perché si sta facendo un miracolo”.