Rossitto: "Situazione Triestina preoccupante. Serie C difficile ma formativa"

L'allenatore Fabio Rossitto è intervenuto come ospite della trasmissione 'A tutta C', in onda su TMW Radio e Il 61, offrendo una panoramica approfondita sulla situazione attuale delle nobili decadute del calcio italiano, come la Triestina e il Pordenone, sue ex squadre. Con l'inizio imminente della Serie C 2025-2026, il mister ha condiviso le sue aspettative per la stagione, sottolineando l'importanza di valorizzare i giovani talenti e gli allenatori emergenti.
Parliamo delle “nobili decadute” del calcio italiano, come Lucchese, Brescia e Pordenone, squadre che hanno scritto la storia recente ma che ora si trovano in categorie inferiori. C’è anche la Triestina, che lei conosce bene, che sembrava aver trovato una certa stabilità ma ora vive una situazione complicata. Come vede il momento della Triestina?
"La situazione della Triestina è preoccupante. Un anno o due fa sembrava una società solida, con investimenti importanti e prospettive di crescita. Invece, la situazione è degenerata, soprattutto alla fine dello scorso anno. Ora c’è poca chiarezza: non si capisce se la società sia stata venduta o cosa stia succedendo. Questo genera sconforto in una piazza importante come Trieste, che ho conosciuto allenando la squadra in Serie B. È una città che merita un grande palcoscenico, ma purtroppo non è la prima volta che si ricade in questi errori. Spero che la situazione si risolva, perché i tifosi lo meritano. Non vedere la Triestina nel professionismo sarebbe davvero una nota stonata, come lo è per altre squadre storiche".
La Serie C sta per partire, con il campionato 2025-2026 che inizia venerdì. Cosa dobbiamo aspettarci da questa stagione, almeno fino a dicembre?
"La Serie C è, come sempre, un campionato molto difficile, ma anche formativo. È una categoria che mette in mostra allenatori e giocatori emergenti, soprattutto giovani. Le società, per questioni di bilancio, puntano molto sui giovani, e con l’ingresso di nuove squadre il livello e l’interesse sono cresciuti. Questo rende il campionato avvincente e bello da seguire. È un torneo combattuto, dove i giovani possono crescere e gli allenatori emergenti hanno l’opportunità di farsi notare".
Parlando di allenatori emergenti abbiamo citato Alessandro Formisano del Livorno come uno dei tecnici da seguire. Secondo lei, quali sono gli allenatori giovani o emergenti da tenere d’occhio in Serie C?
"Voglio spendere una parola per Valerio Bertotto, che conosco bene dai tempi in cui eravamo compagni di squadra. Ha fatto un lavoro importante a Giugliano, una piazza non facile, portando idee di calcio offensive e particolari. In questi due anni, supportato dalla società, ha trovato la sua dimensione. Mi dispiace che quest’anno non alleni lì, perché pensavo avesse più mercato. Ha dimostrato di essere un lavoratore instancabile, insieme al suo secondo Claudio Bazeu, e il loro lavoro è stato di alto livello. Mi sorprende che la Serie C non abbia colto questa opportunità, considerando i risultati e le idee che ha portato. Spero possa trovare presto una nuova panchina, perché se lo merita".
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