Tritium, Pansera vola basso: "Felici del momento, ma non esaltiamoci troppo"

In una Lega Pro dove i regolamenti spingono le società a puntare sempre più di frequente su portieri giovanissimi, Andrea Pansera rappresenta la classica eccezione. L’esperto calciatore, classe 1979, è approdato in riva all’Adda nell’estate del 2009 e da allora rappresenta uno dei punti di forza della squadra biancoazzurra: le sue parate e la sua sicurezza danno grande tranquillità agli altri giocatori della Tritium, che scendono in campo con la consapevolezza di avere le spalle più che coperte. Dopo una lunga gavetta nelle categorie inferiori (ed una parentesi in serie A dove ha messo insieme pochissimi minuti), Andrea si sta levando parecchie soddisfazioni alla Tritium, con la quale sta vivendo una prima parte di campionato a dir poco esaltante: “Non avrei mai immaginato un inizio di stagione così – spiega – soprattutto ripensando allo 0-4 subìto a Reggio Emilia contro il Carpi. Anche lo scorso anno, in Seconda divisione, eravamo partiti malino, poi ci siamo ripresi. Non bisogna però commettere l’errore di creare aspettative troppo alte: noi siamo contentissimi di aver cominciato cosi bene, il momento è favorevole, ma la Tritium lotterà per raggiungere la salvezza, nient’altro. Non dobbiamo illudere nessuno”.
Il pareggio con il Monza è roba di pochi giorni fa, ma adesso incombe il Foggia. Che gara prevedi?
“Sarà una partita difficile, come del resto lo sono tutte in questa categoria. Il Foggia gioca un buon calcio, ha tanti giovani in rosa: di sicuro sarà interessante trovare come avversari alcuni ragazzi provenienti dalle giovanili dell’Atalanta, nonché mister Bonacina. Anche da noi ci sono un paio di giocatori con un recente passato nell’Atalanta, ovvero Suagher e Possenti”.
Torniamo al pareggio con il Monza. Qualcuno ti ha criticato per il gol incassato, tu come rispondi?
“Le critiche ci stanno, in quel momento avrei potuto fare qualcosa in più. Onestamente non ho visto bene la palla, il sole era forte ma non voglio cercare scuse, il sole c’era per tutti. Mi prendo le mie responsabilità, anche se va detto che gli errori li commettono anche in serie A”.
Parlando proprio di serie A, tu hai disputato tre stagioni a Bologna e una a Messina. Che ricordi hai?
“E’ stata un’esperienza bellissima, soprattutto a Bologna. In quella categoria si gioca quasi un altro sport, a Bologna poi avevo davanti un mostro sacro come Pagliuca. Il mio unico rammarico è quello di non essere mai sceso in campo: mai un'espulsione del portiere titolare, mai un raffreddore (ride, ndr). Conservo comunque ricordi molto belli”.
Giochi da titolare a 32 anni, in un campionato dove spesso i club puntano su portieri molto giovani.
“Sicuramente i portieri, in Lega Pro, sono penalizzati: a mio avviso la regola sui giovani andrebbe rivista, ci sono molti miei colleghi della mia età che oggi sono a spasso, senza una squadra. Qui alla Tritium, poi, abbiamo due ragazzi del ’90 (Fondrini e Riva, ndr) che a causa di questa regola giocano pochissimo”.
Parliamo della Tritium: come ti trovi nell’ambiente biancoazzurro?
“Con i compagni c’è un bellissimo rapporto, siamo una squadra di amici prima che colleghi. La forza di questo team è sicuramente il gruppo. A Trezzo sto bene, poi lo scorso anno mi sono tolto la soddisfazione di vincere finalmente un campionato: in precedenza avevo collezionato solo retrocessioni (sorride, ndr). Alla Tritium mi sono riscattato”.
Hai un messaggio per i tifosi?
“A loro dico di continuare a sostenerci. Andare a giocare a Pisa e vedere i nostri supporters in curva, seppur pochi, ci ha fatto molto piacere”.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 7/2017 del 29/11/2017
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