AlbinoLeffe, per fare uno stadio ci vuole un sogno

29.01.2022 13:40 di Francesco Moscatelli   vedi letture
Presentato il nuovo stadio
TMW/TuttoC.com
Presentato il nuovo stadio
© foto di Michele Maraviglia/UC AlbinoLeffe

Forse il pensiero che racchiude il senso di una nuova avventura lo esprime nella misura più sincera colui che, nel novero dei relatori, non era menzionato. Ma quando si parla di AlbinoLeffe, Franco Acerbis c'entra sempre. E non può non parlare. E allora via, prendi il microfono e vieni al tavolo: tra passato e futuro. "Guardando questo nuovo stadio soffermatevi in modo particolare sulle finiture: lì c'è tutto l'amore per i giovani, il territorio, lo sport". Il fido scudiero del Presidente Andreoletti, del resto, è davvero probabilmente la figura più indicata per raccontare questo AlbinoLeffe che, nella sua nuova casa, innova per poter riabbracciare (anche) le proprie origini. Un po' come Acerbis, solide radici ad Albino ma attivo in mezzo mondo con le sue attività economiche (materie plastiche e abbigliamento sportivo) e le sue passioni motoristiche. Colui che "entrai alla riunione per curiosità e ne uscii vice-presidente".

Le finiture del nuovissimo AlbinoLeffe Stadium, inaugurato lo scorso 21 dicembre e presentato venerdì alla stampa dal Direttore Generale Simone Farina insieme ai rappresentanti di partner istituzionali e commerciali quali Intesa San Paolo, Gewiss e Tess, odorano di nuovo e raccontano effettivamente di abilità progettuali-manifatturiere che, a Bergamo, sono conditio sine qua non pure per piantare un chiodo sulla parete. Ma non è solo l'ampia tribuna su due piani -con possibilità in futuro di estendere sui rimanenti lati- a raccontare una società ancorata e proiettata in egual misura. E' la felice compresenza di pionieri della valle e di manager aggregati in corso d'opera, aziende della cintura bergamasca e studi architettonici di respiro internazionale. Tutti con un proprio ruolo, un proprio posto nelle dinamiche di un sodalizio che, da dicembre, si è aggiunto al club esclusivo degli stadi di proprietà nel calcio professionistico italiano. Sei, solo sei in un Paese che ancora sconta un ritardo che non è solo di carattere legislativo.

Stadium come risposta naturale a quell'88% di ragazzi bergamaschi che compongono l'intero settore giovanile. Per diventare campioni? No, anche qui l'identità di vedute è unanime: lo sport è formazione, sempre e comunque, anche per i tanti, tantissimi che non diventeranno mai Manconi, Canestrelli o Belotti. E se qualcuno lo diventasse, la via per il campo è sempre quella di via Comun Nuovo. Ma Stadium anche come promozione del territorio, aggregatore di imprese (il 76% delle aziende coinvolte nella costruzione ha sede in provincia), valorizzazione ambientale essendo l'impianto inserito in un contesto prevalentemente agricolo. Statistiche che fotografano il percorso che ha portato fin qui, ma che qui non si fermeranno. Altrimenti, a che serve sognare?

I vialetti del Centro sportivo sempre curatissimi, il tramonto che infuoca la pianura verso la bassa, il freddo della merla e pure un po' di foschia. Sì AlbinoLeffe, non servono i cartelli per capire. E' stata giusta la strada che ti ha portato fino a qui. E' qui che batte il cuore.