Lucchese, Favarin paga per tutti. E tu, società, dove sei?

29.01.2019 07:30 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
Lucchese, Favarin paga per tutti. E tu, società, dove sei?
TMW/TuttoC.com
© foto di Image Sport/TuttoLegaPro.com

Una domenica di follia.
Una domenica che ha regalato del gran lavoro al giudice sportivo.
Il calcio è solo uno sport è la frase più sbagliata che si possa pronunciare, accade sempre che questo sport accenda gli animi e le passioni fuori e dentro il campo, alle volte anche in modo eccessivo. Perché l'esasperazione e la frustrazione sportiva portano poi a orribili gesti inconsulti che rovinano il senso originario della parola “sport” e di quei 90' che si vivono intorno al calcio, e che sono sempre più di 90'.

Domenica, quando scocca l'89', Rossini, difensore dell'Albissola, si scaglia contro il tecnico della Pro Vercelli, Grieco, rifilandogli una testata e un cazzotto a uno zigomo (che si sommano, come da referto, a uno sputo sulla coscia di un avversario), che gli costano l'espulsione e cinque giornate di squalifica; ma dal campo è cacciato anche il mister delle bianche casacche, "per comportamento gravemente antisportivo in quanto, negli ultimi minuti di gara, con la propria squadra in vantaggio, tratteneva il pallone allo scopo di rallentare la ripresa del gioco con un fallo laterale. Tale comportamento causava un principio di rissa tra i tesserati" (due giornate e 1000€ di multa). Rossini ha ecceduto in “legittima difesa”: si può rispondere solo a parole, non occorre esser violenti. Battibecchi, chiarimenti, e finito li. Più o meno al medesimo orario, anche a Lucca, con la Lucchese che aveva acciuffato sul 2-2 l'Alessandria, in uno scontro di bassa classifica, accade lo stesso: vuoi la rabbia mista a frustrazione per aver subito il pari, vuoi il fastidio di un'annata che è ben al di sotto di ogni aspettativa, il vice di mister D'Agostino, Mancino, e il tecnico della Lucchese Giancarlo Favarin vengono espulsi, l'alessandrino per "per comportamento offensivo e provocatorio verso l'allenatore della squadra avversaria durante la gara". Ma nell'avviarsi al tunnel degli spogliatoio il caos, Mancino insiste con insulti e sputi e Favarin colpisce con una testata il collega; il referto aggiunge che la squalifica di Favarin nasce anche "per aver proferito durante la gara espressioni blasfeme; per aver invitato un proprio calciatore a "spaccare le gambe" ad un avversario". Cinque mesi di squalifica, fino al 30 giugno 2019.

La differenza è stata tutta nell'eco mediatica che hanno avuto le due vicende. Di quella accaduta al “Piola” se ne è parlato, nella sostanza, quasi solo in cronaca, quella del “Porta Elisa” ha lasciato strascichi inimmaginabili, persino al presidente della Lega Pro Ghirelli è stato chiesto di commentare, dall'ANSA, solo questo fatto.
Punire Favarin, come Rossini, è giusto: l'eccesso non va mai bene, né a parole né tanto meno a fatti. 
Ma il “reato” di Favarin che continua a essere argomento di discussione, sembra essere più grave rispetto a quanto commesso da Rossini. Perché accaduto a favor di telecamere e non riparato da una panchina? O si tende a giudicarlo più grave perché si parla della Lucchese e non di una società virtuosa come è l'Albissola? Perché, parliamoci chiaro, la differenza sostanziale è che i liguri hanno alle spalle diligenti persone al timone, i toscani vedono alternarsi società, come dire, estrose: chi cede quote a soggetti che poi scappano lasciando in eredità solo penalizzazioni e multe, chi se le riprende, chi le cede di nuovo a soggetti che non possono neppure dire chi rappresentano, con ancora conti in sospeso.
Però, punire trasversalmente un club non ha senso. C'è la percezione che mediaticamente la comunque follia di Favarin sia stata esasperata in questa direzione, la punizione trasversale, quando invece si dovrebbe direttamente mettere uno stop a certe proprietà e/o situazioni. Senza cercare cavilli. Punizioni dirette, perché quelle sono il vero male del calcio. Loro, le proprietà - e non importa il nome - che continuano a far la voce grossa con i più deboli non mettendo in idonee condizioni di lavoro (mentali o fisiche non fa differenza) dei professionisti.

In attesa quindi che la giustizia federale intervenga altrove, la giustizia sportiva ha fatto bene a intervenire in questo caso. La gogna mediatica, come se Favarin fosse l'ultimo dei delinquenti no. Soprattutto perché i santi, almeno per ora, stanno solo in paradiso.
(E ci perdoni Rossini, usato come metro di paragone, niente di personale contro di lui. Ma sicuramente, da professionista, avrà capito il senso del pezzo).