Bruscagin: "Per la SPAL mi è mancata la terra sotto i piedi e ho pianto"

Bruscagin: "Per la SPAL mi è mancata la terra sotto i piedi e ho pianto"TMW/TuttoC.com
Matteo Bruscagin
Ieri alle 23:00Girone B
di Valeria Debbia

Matteo Bruscagin, terzino della SPAL, ha raccontato ai colleghi de La Nuova Ferrara i sentimenti dopo la mancata iscrizione del club da parte di Tacopina al prossimo campionato di Serie C: "Rabbia, delusione, frustrazione e potrei andare avanti ancora un bel po’. È stato un fulmine a ciel sereno, nessuno di noi se lo aspettava. Sabato 17 maggio eravamo riusciti a salvarci in un’annata brutta, vissuta tra mille difficoltà, ma pensavamo di aver dato una nuova spinta alla SPAL. Quando, invece, ci hanno comunicato che la società non si sarebbe iscritta a me è mancata la terra sotto i piedi. Ho pianto perché ho visto buttare all’aria il lavoro e la fatica fatta in questi anni, a prescindere che fossi in una condizione di scadenza contrattuale. Ripeto, noi calciatori siamo i primi a essere consapevoli che la stagione è stata dura, ma la barca era arrivata in porto. Vedere vanificata tutta la fatica in questo modo penso sia svilente sia dal punto di vista professionale che umano".

Bruscagin ha il ruolo di rappresentante nello spogliatoio per l’Associazione Italiana Calciatori ed è stato l’unico a porre quesiti durante la video-call con i direttori Luca Carra e Alex Casella: "Sì, ho chiesto se si potevano avere notizie certe sulla precedente fideiussione depositata e chiarimenti sugli aspetti burocratici e sull’iter che avrebbero voluto seguire. Sappiamo che questo dipenderà dal futuro di Tacopina con la SPAL, se ci sarà un prosieguo o un fallimento. A oggi non abbiamo ricevuto aggiornamenti ma rimaniamo alla finestra quotidianamente. Cercheremo di capirne di più. L’ultimo pagamento del 16 aprile era riferito fino alla mensilità di febbraio. L’associazione molto probabilmente si farà certificare il debito sportivo dalla Covisoc, interverrà la Lega e noi capiremo quale strada percorrere".

Il classe 1989 era in scadenza di contratto: "Esisteva una possibilità di prolungamento o i giochi erano chiusi? Fosse stato per me avrei continuato a indossare la maglia con orgoglio, fierezza e piacere. Io e la mia famiglia ci siamo trovati benissimo in questa città, che vive di calcio. Avrei proseguito senza alcun dubbio. Col direttore Casella, alla fine dei playout, ci eravamo fatti la promessa di aggiornarci una volta conosciuti budget e programmazione".