Ds Fermana: "Qui perché ci credo. Misuraca ha scelto multa per restare col gruppo"

Massimo Andreatini è tornato a rivestire il ruolo di direttore sportivo della Fermana e quest'oggi si è ripresentato in conferenza stampa: "Sono qui perché ci credo e perché ho piacere di cercare di contribuire a dare una mano in questa situazione ingarbugliata. Io l'ultima carta per calmare la piazza o l'ultimo asso per tentare questo miracolo della salvezza? Per calmare la piazza non direi perché da quando sono arrivato mi sembra di averla agitata, lasciatemi passare la battuta. Siamo qui tutti insieme per cercare di tirare fuori quello che ha questa questa squadra e per cercare di venirne fuori. Sarei stato a casa e non avrei accettato l'incarico, se non avessi creduto un minuto a quello che sto dicendo con queste parole".
"Che squadra ho trovato al di là delle sconfitte e della classifica? Ho trovato una squadra che chiaramente è in difficoltà a livello psicologico e questo va a ripercuotersi naturalmente sull'aspetto fisico e sull'aspetto tecnico perché quando si è in una situazione del genere purtroppo è un'equazione difficile da studiare. Quello che ho detto anche ai ragazzi è che questa 'depressione' si deve trasformare in rabbia agonistica, in voglia di fare il risultato e soprattutto quando lo si ottiene non si deve mollare di un centimetro, cosa che domenica invece è avvenuta e questo non deve accadere perché se vogliamo far girare la ruota lo dobbiamo volere: bisogna dimostrarlo, per ben due volte domenica abbiamo avuto la possibilità di farlo ma ci è sfuggito. Io sono positivo di natura e riparto da lì dicendo che ha incominciato a girare in un certo modo però adesso bisogna farla girare per 97-98 minuti".
"Il mio stato d'animo mentre vedevo la squadra da lontano? Lo stato d'animo era differente da tanti miei colleghi, che magari potevano godere di questa situazione, perché vedevano la differenza tra l'anno prima e l'anno dopo. Sapete benissimo che per me vedere la Fermana nella situazione difficile è una sofferenza incredibile perché purtroppo certe situazioni io le vivo passionalmente. Qui nessuno ha mai voluto il male della Fermana. La situazione l'ho vissuta male, però siamo a novembre e quindi bisogna cercare di rimettere la barca dritta e puntare verso il porto".
"Se mi comporterei diversamente tornando indietro a quest'estate? Io sono assolutamente convinto di non avere fatto nulla di male e l'ho fatto solo ed esclusivamente per il bene della Fermana. Poi se qualcuno lo ha interpretato male, parlo del pubblico, mi dispiace perché non era mio volere. Io con la proprietà mi sono chiarito e dopo 30 secondi era ben chiaro a tutte le componenti quello che io avevo fatto o non avevo fatto, di conseguenza io ho messo una pietra sopra e non ci vorrei neanche tornare: Gli argomenti importanti oggi sono altri".
Il dirigente dei marchigiani passa poi a parlare del giocatore al suo fianco, quel Gianvito Misuraca che domenica ha avuto uno screzio coi tifosi e che è presente per porgere le proprie scuse, già comunque presentate nella serata di domenica: "Misuraca non è qui per caso. Domenica ha avuto un gesto di reazione dovuto a uno stato d'animo particolare, però ha chiesto scusa e lo chiederà adesso. Io ho bisogno di 30 giocatori caratteriali così, che chiaramente non cadano in questo tipo di situazione, ha il sangue nelle vene ed è quello di cui oggi abbiamo bisogno per venirne fuori. Ragion per cui ho chiesto a chi non se la sentisse all'interno dello spogliatoio di mettersi da parte, ma mettersi da parte veramente. Una ammissione di responsabilità da parte di tutti ci vuole, perché se qui qualcuno ci sta mettendo la faccia e in modo anche importante è perché ci crede. Chi non ci crede -chiunque esso sia e non mi interessa la poca condizione fisica, non mi interessa il momento di difficoltà perché tutti bisogna avere le palle per questo sport- e ad oggi ha dato solo il 30% ci vuole che si mentalizzi. Misuraca è tornato lunedì nello spogliatoio ed ha chiesto scusa al mister, al gruppo e ha chiesto scusa al pubblico già domenica sera. Ma non ha chiesto scusa è un paraculo ma l'ha fatto perché questo è Misuraca Gianvito e noi abbiamo bisogno come il pane di gente così".
"Misuraca è stato messo davanti a una scelta che era quella di una sospensione o di una multa pecuniaria: ha scelto la seconda perché non vuole assolutamente lasciare il gruppo senza la sua presenza, quindi si è messo le mani in tasca, per capire anche la bontà del giocatore".
"Se sono preoccupato dal nostro ruolino di marcia? Che siano pochi i punti, nessuno lo mette in dubbio, Però abbiamo un girone di ritorno, abbiamo cinque partite dalla fine del girone d'andata. Io non sono preoccupato, si devono preoccupare gli altri che sono davanti a noi, perché se ci riusciamo a svegliare dopo garantisco che sarà dura per tutti, perché noi abbiamo la forza del nostro popolo che ci trascina in un modo incredibile. Io lo conosco questo popolo: va solo accesa la fiammella, io dalla gradinata di sopra ho sentito l'1-1 e il 2-2 e non vi nascondo che mi sono venute le lacrime agli occhi, ma non lo dico per paraculismo perché non lo sono. Sono uno emozionale, vivo di sentimenti e vivo di passioni. È chiaro che mi è durato 30 secondi perché non mi era mai capitato di prendere gol ed ecco perché sono molto arrabbiato perché non esiste con i giocatori che abbiamo in rosa. Devono alzare l'attenzione e devono avere la voglia di portare a casa anche un maledetto punto".
"La sosta di Natale? Siamo capaci di venire a lavorare anche il 25 e il 26 perché i giocatori sono i primi a metterci la voglia di fare. È chiaro che ci dobbiamo arrivare con un aspetto mentale e di classifica migliore. Speriamo perché deve scattare qualcosa nei giocatori. E Natale lo dobbiamo vivere come un ritiro estivo".
"Protti? Siamo persone sanguigne, che non si parlano alle spalle, ci possono essere come in tutti i posti di lavoro delle incomprensioni dettate da un punto di vista diverso dall'altro. Ma una volta che si chiarisce la cosa, io penso che è stata montata a regola d'arte una situazione che non è mai esistita. In realtà io col mister ci sono sempre andato d'accordo e mi è dispiaciuto vederlo soffrire in certe situazioni quest'anno. Perché purtroppo lui è il primo a soffrirne, è sempre lì 24 ore su 24 sul pezzo. A me ono arrivati tanti messaggi di tifosi e che mi incitano a capire se la squadra ci crede, se il tecnico ci crede: qui ci crediamo tutti perché sennò andiamo a casa che è meglio. Qui non si molla di 1 centimetro, l'ha detto il mister sabato".
"Cosa bisognerà aspettarsi dal mercato? Oggi qualche giocatore che magari ha dato il 40%, domani ci può 'strabigliare' dando il 100% perché mette a posto la situazione mentale e fisica. Oggi sono tutti sotto la lente di ingrandimento ed è ovvio che ognuno si deve prendere le proprie responsabilità. Bisogna che tutti prendiamo il nostro zainetto e andiamo a lavorare duro poi le valutazioni le facciamo noi come società. Però ognuno dovrà cambiare il modo e il registro perché altrimenti è chiaro che cambiamo noi".
"È normale che i tifosi siano i primi a soffrire di questa situazione e la reazione non la puoi controllare nei modi, il confronto però è stato chiaro e netto, nessuno è stato minacciato. È stata chiesta una presa di coscienza di questa situazione. Il tifoso dev'essere tifoso: sarebbe stato peggio non avere pressioni, qui nel dimenticatoio non ci andrà mai nessuno".
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