Foggia, Gentile: "Siamo a un punto di non ritorno. Chiedo a tutti di starci vicino"

Foggia, Gentile: "Siamo a un punto di non ritorno. Chiedo a tutti di starci vicino"TMW/TuttoC.com
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di Valeria Debbia

Antonio Gentile, allenatore del Foggia, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia dell'andata della sfida playout contro il Messina. Le sue parole sono state raccolte dai colleghi di foggiagol.it: “La squadra è carica, non ha alternative. Non dobbiamo fossilizzarci su alcune situazioni né girarci intorno: siamo a un punto di non ritorno, ora dobbiamo spingere. L’orgoglio personale va bene, ma deve essere messo al servizio del gruppo. I ragazzi si stanno allenando bene e domani dobbiamo dare il massimo.

Abbiamo alcuni indisponibili: Vezzoni e Danzi. Squalificati Camigliano e De Lucia. Mazzocco, invece, è recuperato. Molti giocatori hanno dato la loro disponibilità, anche in condizioni fisiche non ottimali. Anche chi giocherà solo un minuto dovrà dare tutto, assolutamente.

Questa squadra l’avevo già conosciuta con Brambilla. Quando metto piede allo stadio, sento il peso delle responsabilità. Mi sento coinvolto, rappresento la città e la squadra. Chiedo a tutti di starci vicino. Che si tifi o meno il Foggia, che si guardi o meno la partita, serve energia da parte di tutti. Serve sostegno. Bisogna credere in qualcosa. I giocatori risentono dell’ambiente: con il tifo e il supporto, lo Zaccheria si fa sentire davvero.

A Messina sono carichi, ma vivono una situazione simile alla nostra. Servono orgoglio e motivazione, che tutti devono trovare dentro di sé. È importante credere di più. Il calcio mi ha insegnato che ogni partita ha la sua storia. Andremo a giocarcela in base ai nostri giocatori e alla loro condizione psicologica. Serve fare risultato, sia in termini di prestazione che di punti. Vincere, per me, significa essere vivi.

Domani ci si può aspettare di tutto. Le scelte definitive le faremo solo all’ultimo. A Picerno, secondo me, il modulo era quello giusto. Quando non riesci più a vincere, devi trovare la strategia migliore. Domani sarà una partita in casa loro. Troveremo un Messina aggressivo, spinto dalla propria città. Cercheranno il risultato a tutti i costi.

Mi sento responsabile, anche se non l’artefice di tutto. Sono qui, ci ho messo la faccia, per amore della squadra e per attaccamento alla maglia. Sto dando tutto quello che posso. Per questo chiedo ancora sostegno. Ho visto una squadra che ha creduto in quello che ho chiesto: una squadra corta, compatta, anche contro un avversario come il Picerno, che attacca tanto. È stata una partita difficile, ma siamo andati vicini al risultato con quattro occasioni create. In quelle condizioni, quelle occasioni potevano farci vincere.

Non andiamo lì per fare brutta figura. Dobbiamo giocare. Loro saranno in tanti, ma anche noi dobbiamo trovare dentro di noi motivi per vincere. Abbiamo curato i dettagli, fatto accorgimenti tattici e individuali. La tattica è importante, ma lo è ancora di più lavorare sui dettagli dei singoli. Non bisogna scendere in campo con la mente leggera. Ho lavorato anche sull’aspetto mentale: serve attenzione.

Gli ultimi minuti contro il Picerno non li considero. Ora bisogna aspettare e vedere cosa succederà dopo i playout. Da spettatore neutrale, non posso dire chi merita cosa: il calcio è sempre strano. Saranno due partite simili. Non si possono fare calcoli o previsioni. Domani, per me, è una finale. Anche la prossima lo sarà. Vanno affrontate entrambe con lo stesso spirito, al di là dei gol. Serve ordine e risultati.

Non abbiamo sentito nessuno dalla società. Dobbiamo pensare a noi stessi, al nostro percorso. L’incontro con la sindaca è stato importante. Ho chiesto che ci sia sempre questo tipo di vicinanza, perché ha trasmesso molto. Invito tutti coloro che rappresentano la città ad aiutarci e sostenerci: ci ha dato una grande energia.

Il Messina ha buone individualità, ma anche noi abbiamo le nostre armi”.