Ravenna, Marchionni: "Nostro progetto bellissimo ma siamo sempre una neopromossa"

Marco Marchionni, allenatore del Ravenna, è stato ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e Il 61, offrendo uno sguardo approfondito sulla stagione calcistica appena iniziata.
Mister, ai tuoi tempi sei stato un grande giocatore, un esterno d'attacco che oggi avrebbe un grande valore. In Italia tutte le squadre cercano giocatori di quel tipo
"A suo tempo no, però. Giocavano in modo diverso. Ognuno poi ha fatto il suo tempo, però ono contento di com'è andata. Sono stato nella parte bella del calcio italiano, nel periodo veramente bello. Poi è normale che adesso è tutto cambiato. Ci sono tanti giovani interessanti che possono crescere. Possono fare qualcosa di importante".
La Serie C, con Gianfranco Zola, sta facendo una battaglia specifica per creare palcoscenico e visibilità ai giovani. Stando in questo mondo, ci trovi un'attenzione in questa direzione?
"Ai miei tempi, diciamo che non eri tanto giovane quando uscivi, perché uscivi per giocare nella massima serie da 24 anni in poi, quindi dovevi farti le ossa, dovevi crescere, ma soprattutto avevi della gente grande che ti aiutava e ti faceva rigare dritto, che secondo me è la parte che ricordo meglio. Prima si tutelava molto più il giocatore grande perché quando c'era un ragazzo giovane che cresceva lo indirizzava e lo aiutava. Ora purtroppo le società guardano soltanto al giovane, i grandi non vengono più presi in considerazione quindi non ci sono più le linee guida che c'erano una volta, il sapersi comportare, il saper dare tutto durante l'allenamento, il saper sacrificarsi e questo a me lo hanno insegnato tutti i grandi che avevo a Empoli. Secondo me è quello che si è perso, non avere quelle persone che ti fanno crescere perché oggi, e io dico sempre ai giovani, oggi a 22 anni si rischia anche di smettere perché il calcio è veramente evoluto. Ora o sei bravo a 18 o rischi veramente che, passata la parte del cosiddetto minutaggio, rischi veramente che le società non ti prendano in considerazione. Vedo tanti ragazzi che purtroppo rimangono a casa anche a 24, 25 anni. Quando giocavo io, a 26 anni continuavano a dirmi che ero giovane e era una bella cosa, però venivi cresciuto in un certo modo. Ora purtroppo il calcio si è evoluto ma si sono evoluti anche le società. Le società puntano tanto sui 18 anni, sui 19 anni che è giusto però devono avere anche loro l'aiuto per crescere, per comportarsi e per sapere stare anche nel mondo dei grandi perché poi il calcio ti porta fino a 35, 36 anni si spera. Però se inizi così giovane e non hai linee guida secondo me fai fatica perché poi vai a incontrare purtroppo delle nazioni che si sono evolute, che hanno fatto il cambio generazionale ma l'hanno fatto veramente. Penso alla Svizzera ma posso citare anche la Norvegia che adesso abbiamo nel girone. Ai miei tempi andavi, sapevi che dovevi fare un certo tipo di partita contro certi avversari mentre ora è totalmente diverso, è difficile andare a giocare su tutti i campi non c'è più la squadra più tranquilla dell'altra parte e rischi di fare brutte figure in tutte le partite".
Sei alla guida di un grande progetto a Ravenna. Una società neopromossa ma con una proprietà importante alle spalle e un presidente giustamente ambizioso. Ci racconti questo progetto Ravenna.
"È un progetto bello è un progetto che vede al timone Cipriani che è di Ravenna, ha la mamma di Ravenna e il nonno ha fondato il Ravenna. Ci ha messo la faccia e quando si mette la faccia nel proprio posto dove si è cresciuti, bisogna sempre dare il massimo. Il presidente ha creato una società dove ci sono tanti suoi amici ma tante persone che lo rispettano e che hanno voglia di fare qualcosa di importante anche per lui che viene da tutt'altro mondo rispetto al calcio che sappiamo essere un mondo totalmente diverso rispetto alle altre attività. Cipriani è un presidente che ti lascia fare, è passionale, ci tiene ma al tempo stesso riesce anche a saper gestire anche l'euforia che magari quando le cose vanno bene è in un modo e magari quando le cose vanno in un certo modo è in un altro. C'è Braida che ha fatto comunque la storia del calcio italiano che lo sta aiutando, lo sta indirizzando perché viene da un altro mondo il nostro presidente, abbiamo Mandorlini, il nostro direttore con Olivieri, che stanno facendo un ottimo lavoro, quindi se le cose vanno in un certo modo è grazie alle persone di cui la società si è circondato perché stanno lavorando al massimo per far sì che questa nuova realtà vada come tutti vogliono"
La squadra ha subito risposto in maniera interessante, avete un obiettivo anche se siete una neopromossa?
"Non dobbiamo farcii prendere entusiasmo perché non dobbiamo dimenticarci che noi siamo una neopromossa e sappiamo tutti che quando si mette la faccia il primo anno in una categoria così importante dove ci sono tante squadre blasonate ma tante ottime squadre l'equilibrio ti fa fare la differenza perché quando non si sanno gestire determinati momenti, belli o brutti si possono far danni quindi l'obiettivo è fare veramente il massimo, sappiamo però che questo massimo passa attraverso anche un campionato difficile, perché essendo una neopromossa andremo a affrontare società importanti piazze calde, campi dove ci sono altre categorie, quindi tutto dipenderà da noi e da quello che riusciremo a fare nell'equilibrio che appunto ti dicevo".
In conclusione, un giudizio su questo girone dove c'è una squadra che era data per favorita che è l'Arezzo che sta rispondendo a quelle che erano le aspettative. È veramente l'Arezzo la squadra di riferimento? Quali possono essere le altre candidate secondo te alla promozione diretta?
"Io credo che l'Arezzo sia giustamente in pole position per quello che ha speso, la squadra che ha creato e l'allenatore che hanno, quindi credo che l'Arezzo abbia tutte le carte in tavola per arrivare fino alla fine, anche se è normale che dipenderà dal campo. L'Ascoli credo che abbia fatto veramente una buonissima squadra, il Campobasso mi piace, secondo me ci sono talmente tante squadre livellate che quest'anno ci possono essere veramente tante sorprese dipenderà poi dal farsi trovare pronti perché adesso è solo l'inizio però mano a mano la classifica se non me si sta delineando poi i valori verranno fuori però credo che l'Arezzo stia dimostrando quelli che tutti pensano di essere quella candidata però credo che come ha detto l'Ascoli e le altre squadre possano insidiarlo perché il campionato è lungo e sono ottime squadre adesso come adesso tante squadre possono realmente arrivare fino alla fine".
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