Top & Flop di Ternana-Pineto

Top & Flop di Ternana-Pineto
Oggi alle 17:50Girone B
di Laerte Salvini

C’era una cornice speciale al “Libero Liberati”. Le celebrazioni per il centenario della Ternana avevano colorato l’intera settimana di un entusiasmo diffuso, ma la squadra di Fabio Liverani sapeva bene che la festa, senza il risultato, sarebbe rimasta incompiuta. E così, in un pomeriggio dal sapore solenne, le “Fere” ritrovano la vittoria, ribaltano un match insidioso e rilanciano la propria corsa verso la zona playoff. Il 2-1 al Pineto è il risultato di una gara imperfetta ma viva, giocata con il giusto equilibrio tra emozione e concretezza, tra la voglia di riscattarsi dopo Ravenna e il bisogno di confermare che questa squadra, quando gira, ha qualità e personalità per stare in alto.

La partita inizia nel peggiore dei modi per i rossoverdi, sorpresi al 2’ da un calcio d’angolo difeso con leggerezza: Postiglione anticipa tutti e di testa firma lo 0-1. È una doccia gelata che riporta in superficie vecchi fantasmi: la passività sulle palle inattive, la mancanza di reattività nei primi minuti, il senso di smarrimento che aveva accompagnato la Ternana a Ravenna. Ma stavolta la risposta arriva, forte e immediata. Liverani non cambia spartito, chiede calma e intensità, e la squadra reagisce con un possesso palla costante, ritrovando fiducia azione dopo azione. Al 30’ il pareggio di Leonardi, alla prima da titolare, suggella la riscossa mentale più ancora che tecnica. Il giovane attaccante si inventa un gol da punta vera: controllo, un rimpallo fortunoso, poi la zampata che vale l’1-1. È la fotografia di una squadra che, pur non brillando, sa rimettere in piedi le partite con carattere.

Nel secondo tempo la Ternana sale di tono e, soprattutto, di ritmo. Liverani azzecca i cambi, inserendo Ferrante e Orellana, due innesti che spostano gli equilibri. Ferrante, al rientro dopo l’infortunio, è subito dentro il gioco: crea spazi, difende palla, trasmette energia. È lui, al 67’, a confezionare l’azione del 2-1: tiro potente, Tonti non trattiene e Dubickas – sempre più trascinatore con 4 gol stagionali – ribadisce in rete. Il “Liberati” esplode e la partita, di fatto, si chiude lì. Il Pineto, dopo un buon avvio, sparisce progressivamente dal campo, limitandosi a un paio di iniziative isolate: la più pericolosa quella di D’Andrea, che chiama D’Alterio a un grande intervento nel finale.

Nel complesso è una Ternana matura, che cresce nel corso dei novanta minuti e mostra segnali di solidità. Il reparto arretrato, con il rientro di Capuano, torna a dettare tempi e linee, mentre il centrocampo – nonostante qualche sbavatura di Tripi – tiene bene il campo, gestendo con lucidità i momenti di pausa. L’impressione è che Liverani stia finalmente trovando la quadratura del cerchio: la squadra gioca corta, riconquista subito il pallone, rischia meno dietro e ha un attacco che, pur non straripante, sa essere incisivo. C’è ancora tanto da limare – soprattutto in avvio di gara, dove le disattenzioni restano un problema cronico – ma la direzione è quella giusta.

Dall’altra parte, invece, il Pineto conferma il momento di crisi. Quarta sconfitta consecutiva, e stavolta con la sensazione di aver gettato via un’occasione. Il gol di Postiglione avrebbe potuto indirizzare la partita, ma la squadra di Tisci ha smesso presto di giocare, abbassando il baricentro e concedendo campo alla Ternana. Il 4-4-2, ordinato ma troppo passivo, ha finito per esporre la difesa a una pressione costante, senza che i centrocampisti riuscissero a fare filtro. Schirone e Lombardi sono apparsi in affanno, mentre D’Andrea e Bruzzaniti, pur generosi, hanno inciso poco. Servirà un cambio di passo, mentale prima ancora che tattico.

Il dato più interessante è però un altro: la Ternana sembra aver ritrovato identità e convinzione. Dopo un avvio altalenante, Liverani sta costruendo un gruppo che difende meglio e attacca con idee più chiare. Dubickas continua a segnare, Ferrante è tornato a disposizione e la spinta dei giovani – da Leonardi a Ndrecka – porta freschezza. La classifica, con 13 punti, torna a sorridere: zona playoff consolidata, entusiasmo rinnovato, e la sensazione che, questa volta, la festa del Centenario abbia davvero lasciato in eredità qualcosa di più profondo di un semplice successo.

Di seguito i Top&Flop del match:

FERRANTE (Ternana): Il suo rientro è la svolta del match. Entra nella ripresa e la Ternana cambia volto: la squadra guadagna metri, ritmo e fiducia. Ferrante è un riferimento costante per i compagni, si abbassa a giocare, difende palla, apre spazi e mette in difficoltà la retroguardia avversaria. L’azione del 2-1 nasce tutta da lui: riceve spalle alla porta, si gira, calcia con potenza e genera il tap-in vincente di Dubickas. Ma al di là dell’assist, colpisce la sua leadership silenziosa: incoraggia, gestisce i tempi, detta i movimenti ai compagni. È la figura che a questa Ternana mancava. Tornato dall’infortunio, sembra pronto per riprendersi il posto da titolare e diventare un punto fermo. DECISIVO

POSTIGLIONE (Pineto): La sua partita inizia nel migliore dei modi, con il gol che sorprende il “Liberati” dopo appena due minuti. Un colpo di testa preciso, da vero opportunista, che premia un movimento da attaccante esperto. Ma non si ferma lì: Postiglione gioca una gara di sacrificio, alternandosi tra compiti difensivi e ripartenze. È tra i pochi a mostrare lucidità e determinazione in una squadra che, col passare dei minuti, si arrende. Lotta su ogni pallone, chiude le linee di passaggio, prova a dare un segnale ai compagni, senza riceverne risposta. Il suo gol non basta, ma resta l’unica luce accesa in una serata grigia per il Pineto. COLOSSO

 FLOP

TRIPI (Ternana): Prestazione ambigua. È l’uomo che accende la riscossa con l’assist per Leonardi, ma è anche quello che si perde Postiglione sul gol del vantaggio. Un contrasto tra talento e ingenuità che riassume perfettamente la sua giornata. In mezzo al campo alterna giocate intelligenti a momenti di distrazione, perde qualche pallone sanguinoso e fatica a dettare i tempi in fase di non possesso. Liverani lo richiama più volte, segno che il ragazzo deve ancora trovare equilibrio e continuità. Ha le qualità per imporsi, ma serve maggiore concentrazione, soprattutto nei momenti chiave della partita. Il potenziale c’è, la maturità deve arrivare in fretta. OMBRE E LUCI

SCHIRONE (Pineto): È il simbolo della difficoltà del centrocampo abruzzese. Parte con compiti di interdizione ma si fa travolgere dal ritmo dei rossoverdi. Non riesce mai a trovare la posizione, sbaglia passaggi semplici e si fa anticipare con troppa facilità. In fase di possesso rallenta la manovra, in quella di copertura è spesso fuori tempo. Tisci lo richiama più volte senza risultati, finché decide di sostituirlo. Una gara da dimenticare, non solo per l’errore tecnico ma per l’atteggiamento: appare spento, scollegato, incapace di incidere. Per un giocatore dalle sue qualità, è il momento di reagire. PASSIVO

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