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J. Stabia, Pagliuca: "Carriera limitata dal carattere, ma sono migliorato"

24.05.2024 11:15 di  Redazione TC  Twitter:    vedi letture
J. Stabia, Pagliuca: "Carriera limitata dal carattere, ma sono migliorato"
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Durante l'appuntamento odierno con "A Tutta C" sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto il tecnico della Juve Stabia Guido Pagliuca. Queste le sue parole: 

Che stagione è stata con la Juve Stabia?
“È un mese che facciamo festa a Castellammare (ride, ndr). Il paragone con Baldini e Orrico mi fa enormemente piacere perché li stimo entrambi, specialmente con Silvio mi sono sentito anche recentemente. Ho avuto la possibilità di allenare un gruppo eccezionale sotto l’aspetto morale e tecnico. Ho lavorato con un direttore sportivo come Lovisa, attento e preparato. Mi ha permesso di lavorare con dei ragazzi sempre disponibili e sorridenti, grazie anche al presidente che ci ha sempre messo nelle condizioni migliori per lavorare. La scorsa preparazione con il direttore e il presidente ragionavamo sulle cinque squadre da metterci dietro per ottenere una salvezza tranquilla e non era facile individuarle. Giorno dopo giorno invece grazie a tutte le componenti di Castellammare che hanno lavorato con grandissima disponibilità siamo riusciti a fare qualcosa di straordinario”. 

Quanto hanno inciso alcune scelte della società come blindare lei, il direttore sportivo e alcuni giocatori ancor prima della chiusura della stagione?
“La società è stata fondamentale con queste scelte perché ci ha dato la serenità per lavorare nel migliore dei modi. I rinnovi di alcuni giocatori ha permesso anche a loro di lavorare al meglio, ha permesso a me di avere dei riferimenti importanti nello spogliatoio anche quando chiudevo la porta. Si è lavorato nel modo migliore”. 

Per te il calcio non è mai stato tutto, ma hai anche altro nella vita. Perché questa scelta?
“Innanzitutto perché non essendo un ex calciatore non posso permettermi 1-2 anni stando fermo, facendo campionati minori devi sempre stare attento. Rischi di trovare società che non rispettano gli impegni, e purtroppo è capitato, hai a carico una famiglia e devi comunque fare le scelte giuste. Le prime scelte lavorative sono sempre state fatte a distanza di macchina, perché c’era anche da portare avanti un’azienda familiare. Questo è servito perché la cultura del lavoro è cresciuta, arrivi al campo alle 7.30 di mattina insieme al custode e lavori tutto il giorno con passione. Studi tutte le strategie con lo staff e cerchi anche di lavorare sulla singola posizione di un giocatore. Questa è la cultura del lavoro”. 

Come mai la Serie B non si è mai accorta di Pagliuca?
“Secondo me l’aspetto caratteriale mi ha frenato tantissimo, ho dovuto fare un percorso con una persona affianco, un toscano che mi ha permesso di distaccarmi leggermente dall’evento. Prima vivevo con maggiore emotività tutta la settimana e arrivato troppo carico alla partita. Con l’equilibrio ho lavorato su me stesso e sono riuscito a migliorare, devo ancora farlo perché devo limitare queste classifiche che ogni tanto arrivano”. 

Se avessi la bacchetta magica, da quale allenatore andresti a studiare per una settimana?
“Ieri sono stato una giornata con un collaboratore di Maresca, che adotta un calcio che mi piace proporre e che a tratti siamo riusciti a proporre a Castellammare. Poi c’è uno studio continuo su De Zerbi, Thiago Motta e anche Sarri, sono allenatori che danno sempre materiale importante da studiare e per crescere”. 

Cosa ti aspetti dal prossimo campionato?
“Quello che ci porta a me e a tutto il mio staff a studiare e capire dall’esterno la Serie B. Volevo fare una premessa sull’alchimia, è stata devastante quest’anno. Il legame con Castellammare e con la nostra gente ha fatto la differenza. Ci ha permesso di non perdere una partita in casa fino alla Supercoppa dove abbiamo un po’ mollato. La Curva Sud e la passione di Castellammare hanno fatto la differenza, in uno stadio piccolo come il nostro avere sempre il tutto esaurito fa la differenza. La gioia dei ragazzi la si percepiva nel quotidiano e questo permette di lavora bene. In Serie B dovremo rimanere umili, sarà un campionato difficile e dovremo essere sempre pronti a studiare, crescere e migliorare di settimana in settimana. L’anno prossimo poi scendono Sassuolo e Salernitana che sono squadre importanti, c’è l’Empoli che ha sempre fatto squadre di livello. Noi abbiamo un presidente intelligente che lavora sempre un passo alla volta, è conscio del prossimo obiettivo che sarà quello di salvarsi e mantenere la categoria”. 

Chi ti ha sorpreso di più in questi playoff?
“Avendo vissuto il girone C è normale che sono consapevole della forza di Avellino e Benevento, sono forti individualmente, come struttura societaria. Anche se l’Avellino ha perso Catania con un’altra squadra forte, credo che al Partenio il vantaggio di giocare in casa può fare la differenza. Anche la Torres mi ha sorpreso, lo scorso anno non ha fatto un campionato di livello, mantenendo il gruppo e la guida tecnica ha fatto un qualcosa di importante. Il Vicenza è la candidata numero uno per salire”. 

Qual è la tua valutazione sulle seconde squadre?
“Penso che far crescere i giovani in Serie C sia importantissimo, dà possibilità di ricambio generazionale nelle categorie superiori con giovani che hanno esperienza in campionati formativi. Stanno facendo molto bene sia la Juventus che l’Atalanta nonostante sia uscita ai playoff, lì si vede la continuità del calcio di Gasperini perché anche l’under 23 gioca con le stesse idee di gioco”.