C fuori dalla Coppa Italia...perchè? Toscana infelix, mister Caserta e la serie A nel destino

08.05.2021 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
C fuori dalla Coppa Italia...perchè? Toscana infelix, mister Caserta e la serie A nel destino

Cala il sipario su un campionato di serie C intensissimo e reso insidioso dal Covid e da tanti fattori imponderabili che hanno messo a dura prova la classe dirigente e le varie società. In attesa della post season, con playoff e playout che scateneranno l’entusiasmo delle tifoserie (purtroppo a distanza, a causa della chiusura degli stadi), va tributato un applauso a tutti. A vincitori e vinti. A chi ha speso di più e a chi ha investito meno: il rischio concreto era quello di fallire o di interrompere il cammino a metà, Trapani a parte tutte invece hanno portato a termine la missione pur con il caso Sambenedettese che agita la vigilia degli spareggi. Ad ogni modo, detto ampiamente della super Ternana di Lucarelli e di un Como rivelazione nel girone A, applaudiamo oggi il Perugia. Il tecnico Fabio Caserta, a gennaio, ha avuto il merito di chiedere calciatori funzionali al suo sistema di gioco e di rivalutare quei calciatori che, dopo la retrocessione, sembravano ormai fuori dai piani anche per motivi ambientali. Invece, dopo una partenza altalenante (brava la dirigenza a riconfermarlo, conferma del fatto che i progetti richiedono temo e gli allenatori meritano fiducia), ecco il coronamento di un sogno con interessanti prospettive anche in ottica futura. Giustizia è fatta, comunque, dopo la retrocessione della sua Juve Stabia che, prima della pandemia, era la rivelazione della cadetteria. Siamo a cospetto di un allenatore giovane che farà carriera, un predestinato. E’ come se fosse il Dionisi o l’Italiano della Lega Pro, già sondato da club prestigiosi. Vinto il duello a distanza col Padova che, per quanto investito, non potrà aggrapparsi ancora agli episodi arbitrali in quel di Trieste.

Il calo nella seconda parte, ancor più dopo aver vinto lo scontro diretto, è ingiustificabile e anche mister Mandorlini ha le sue responsabilità: fallisse l’obiettivo promozione sarebbe un altro anno negativo per il tecnico, cui carriera ha subito una involuzione dopo i fasti di Verona. Provando a parlare di calcio in generale, ci soffermiamo su una notizia che ha suscitato imbarazzo: quella di estromettere dalla coppa i club di C. Nell’epoca in cui il falso moralismo ha accompagnato la composizione della Superlega (idea pessima, sia chiaro) ecco un altro colpo di scena ed è allucinante che la pandemia, sul piano sportivo, non abbia consentito di ripartire con riforme serie. Anzi, la disorganizzazione regna sovrana e siamo certi che il presidente Francesco Ghirelli saprà farsi rispettare nelle sedi opportune alla vigilia, comunque, di una estate che sarà infuocata. La speranza, infatti, è che non ci sia un bagno di sangue per le società, siamo convinti che gli italiani abbiano – come si suol dire - sempre sette vite e sapranno trovare le soluzioni per permettere alla barca di restare a galla in epoca di incassi zero. E senza l’aiuto del Governo. Chiudiamo con un pensiero sulla terribile post season. In chiave playoff occhio all’Alessandria, mentre il Bari dovrà fare uno scatto d’orgoglio: restare in C per il terzo anno di fila dopo aver speso tanti soldi sarebbe un flop clamoroso per la famiglia De Laurentiis. Paganese, invece, pronta ai playout e il destino propone il remake di quanto accadde due anni fa: l’avversario sarà il Bisceglie. Ovviamente dispiace per la Toscana che, da un lato, ritrova l’Empoli in A, ma dall’altro vede Arezzo, Pistoiese, Lucchese e Livorno sprofondare nel dilettantismo. Un augurio di pronta risalita a quattro piazze di prestigio e che hanno scritto pagine importanti della storia del calcio.