Il caso Catania, un campionato falsato e la giusta battaglia del Bari sulla multiproprietà. Il Monterosi dà lezione a tutti

16.04.2022 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
Il caso Catania, un campionato falsato e la giusta battaglia del Bari sulla multiproprietà. Il Monterosi dà lezione a tutti
TMW/TuttoC.com
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L'editoriale di oggi si apre con il caso Catania e con una decisione all'italiana che, purtroppo, ancora una volta mina la regolarità e la credibilità dei campionati. Posto che da subito avevamo palesato perplessità circa alcuni personaggi che si erano avvicinati al sodalizio siciliano facendo troppe chiacchiere e pochi fatti, riteniamo che sia troppo semplice e comodo lavarsene le mani dopo la superficialità mostrata la scorsa estate e ridisegnare in modo irreversibile la classifica quando la regular season volge ormai al termine. Il peccato originale viene da lontano: la CoviSoc e la Lega non dovevano proprio iscrivere il Catania. Abbiamo sempre scritto che non basta pagare gli stipendi fino a giugno o trovare in extremis una fideiussione a copertura dei debiti accumulati: un presidente deve essere in grado di garantire una gestione economica nel medio-lungo termine, avere risorse finanziarie sufficienti per portare a termine una stagione senza imbattersi in penalizzazioni o situazioni di questo genere. Invece l'agonia è stata prolungata, senza rispetto per una città che ha accolto la notizia con enorme dignità sportiva e un misto tra dolore e liberazione. L'Italia si conferma ufficio complicazioni affari semplici: se proprio è stato chiuso un occhio in estate sperando in una svolta societaria, si poteva estromettere il Catania a gennaio dando l'opportunità ai tesserati di trovare una nuova sistemazione e lasciando immutata la classifica. Oggi, invece, chi ha avuto la colpa di vincere due volte contro i rossoblu mettendo in campo tecnica, tattica, agonismo, impegno e sudore si ritrova o condannato matematicamente ai playout o molto indietro nella griglia playoff. Nessuno si lamenti, poi, che gli stadi si svuotano progressivamente: come può la gente credere in questo sport che viene deciso più dai tribunali che dal rettangolo verde? Chi rimborserà le persone che hanno fatto trasferte e abbonamenti? E la vicenda Bari calza proprio a pennello. Riteniamo che la famiglia De Laurentiis faccia benissimo a portare avanti la propria battaglia rimarcando l'assoluta necessità di rivedere la dura posizione anche della FIGC sulla multiproprietà. Oggi non ci sono soldi, le società falliscono e quasi si stava preferendo un avventuriero solo teoricamente interessato al Catania ad un patron facoltoso che Gravina e soci bocciano per motivi di affinità. Già la Salernitana è stata palesemente danneggiata, andando anche contro la Costituzione che parla di diritto d'impresa e tutela della proprietà privata. Se il TAR e tutti gli organismi extrasportivi dovessero dare ragione ai pugliesi, si potrebbero aprire scenari clamorosamente interessanti. Staremo a vedere, ad ogni modo abbiamo sempre evidenziato i meriti del presidente Ghirelli ma oggi è necessario per davvero fare una riflessione a 360°. Altrimenti non ci si meravigli se il sistema non funziona e la Macedonia ci elimina dai mondiali per la seconda volta di fila.

L'altro fatto della settimana è il caso Iemmello. Davvero gravissimo quello che è accaduto a Foggia. Può esserci stato qualunque tipo d'attrito in passato tra il calciatore e la piazza, ma nulla giustifica un gesto premeditato da parte di pochi sconsiderati che non possono rappresentare una tifoseria passionale e spesso determinante. Un vero peccato che un gruppo di qualità ben guidato da Zeman debba fare a meno del dodicesimo uomo nei match fondamentali per la stupidità di chi scambia il calcio per uno sfogatoio personale.

Tornando al campo, focus sul girone B. Il Grosseto saluta il professionismo dopo la sconfitta interna con la Lucchese, a nulla è servita la cura Maurizi. Si salva dalla retrocessione diretta l'Imolese che, in realtà, fino a qualche mese fa sciorinava un buon calcio prima di un crollo anche inatteso. Il testa a testa tra Modena e Reggiana si concluderà solo all'ultima giornata. I canarini, fuori casa, hanno perso colpi in queste ultime settimane, ma il gol del portiere Gagno consente di mantenere il +2 su un avversario meno brillante rispetto al girone d'andata ma che, andasse male domenica prossima, sarebbe tra i favoriti per il salto in B dalla porta secondaria. Due anni fa l'impresa riuscì contro il Bari, stavolta la concorrenza sarà più agguerrita e siamo certi che ci sarà da divertirsi. Vedremo se Tesser si toglierà l'ennesima soddisfazione della sua carriera, probabilmente è un allenatore ancora troppo sottovalutato nonostante un eccellente palmares. Prende sei gol la Carrarese a Cesena, per Totò Di Natale non è stato un anno particolarmente positivo e ciò conferma che non basta essere stati calciatori straordinari per diventare automaticamente grandi allenatori. Soprattutto senza una lunga gavetta fatta anche, perchè no, dei campi sterrati del dilettantismo. Dando uno sguardo agli altri gironi, è ormai inutile rimarcare quanto sia importante lo scontro diretto tra SudTirol e Padova. Gli altoatesini, come prevedibile, stanno pagando l'inesperienza, come testimoniato da alcuni passi falsi che, siamo certi, con maggiore serenità sarebbero stati evitati. Una squadra fortissima nei singoli ed esperta come quella di Oddo ne ha approfittato e ora ha la grande chance per completare la rimonta e tornare in serie B. Anche perchè non è nemmeno detto e scontato che il SudTirol vada a vincere a Trieste all'ultima giornata.

Nel girone C il Foggia crolla sul più bello e prende sei gol in casa dal Catanzaro pure a causa di qualche errore arbitrale nella ripresa. Anche in merito ci siamo espressi da tempo: non basterà nemmeno il VAR a placare le polemiche se il livello generale dei fischietti italiani sarà questo. Ciampi ha un compito arduo, vedremo a breve chi saranno i promossi e i bocciati al termine di una stagione piuttosto negativa (non per colpa di Ciampi) anche sotto quest'aspetto. Prosegue, invece, la marcia trionfale del Monterosi di Leonardo Menichini che, con semplicità e competenza, lancia un messaggio a tutto il calcio europeo: per vincere e ottenere risultati occorrono serietà, programmazione, coraggio e idee, non sempre milioni e milioni di euro da spendere. Senza tifosi, senza poter giocare nel proprio stadio, senza campioni in rosa ecco che i laziali si presenteranno ai playoff con la mente sgombra, una precisa organizzazione di gioco e la voglia di stupire ancora. In fondo saremo tutti un po' simpatizzanti del Monterosi, una favola del nostro calcio che non ha certo intenzione di recitare il ruolo della vittima sacrificale o della comparsa. Esattamente il contrario.