Il trionfo del Palermo chiude una fantastica stagione di C. La terza serie resta vetrina fondamentale per allenatori e calciatori

18.06.2022 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
Il trionfo del Palermo chiude una fantastica stagione di C. La terza serie resta vetrina fondamentale per allenatori e calciatori
TMW/TuttoC.com
© foto di TuttoSalernitana.com


Cala il sipario sul campionato di serie C, a distanza di qualche anno trionfa una squadra meridionale. E' il Palermo ad aggiudicarsi l'ultimo posto utile per partecipare al torneo cadetto, una serie B che ritrova una piazza di altissimo livello capace di portare mediamente 32mila persone in tutte le gare spareggio disputate al Barbera. Un fattore che ha inciso molto, per stessa ammissione dei calciatori in maglia rosanero che hanno disputato una finale di ritorno al limite della perfezione. Ancora una volta in cattedra Brunori, attaccante destinato a calcare palcoscenici importantissimi e che la Juventus sta seguendo passo dopo passo. Ma un plauso va alla retroguardia, capace di non prendere gol nè nelle semifinali, nè nel doppio confronto con un Padova che rivive i fantasmi del Moccagatta e becca anche il rimprovero della proprietà, delusa per una prestazione a tratti priva di mordente e ricca di ingenuità inspiegabili. Il fallo di mano che ha causato il rigore e la testata ad un avversario ad opera di uno esperto come Ronaldo lasciano intendere che il match è stato preparato malissimo, eppure l'organico era sulla carta superiore a quello del Palermo. I mancati rinforzi di gennaio e l'arrivo di un allenatore come Oddo che non sta vivendo un momento brillantissimo della sua carriera non hanno sortito gli effetti sperati, già nelle gare precedenti i veneti se l'erano cavata più per le individualità dei singoli che per effettivi meriti. Stravince, invece, Silvio Baldini, uno che nel 2004 lasciò un Palermo secondo in classifica in B silurato da Zamparini dopo uno 0-2 interno contro la Salernitana. E certamente un pensiero sarà andato anche al suo ex patron che, purtroppo, ci ha lasciato nei mesi scorsi.
 E' stato un campionato che, comunque, ha consentito di mettere in mostra elementi di un certo livello. Detto di Brunori, non dimentichiamo il giovane attaccante Moro che, con personalità, ha trascinato il Catania pur con mille problematiche societarie. La terza serie non è mai un ridimensionamento, ma una palestra fondamentale. Parisi ad Empoli e Mazzocchi a Salerno sono un esempio lampante e un punto di riferimento per tanti, le tifoserie imparino a non giudicare sempre in modo negativo quando un presidente di A o di B pesca nelle categorie inferiori.

Non è mica detto sia per forza un ridimensionamento? Quanto al futuro, riflessione sul Catanzaro che, finalmente, scioglie le riserve si affida al direttore sportivo Magalini che, in extremis, la spunta su Fabiani. E' un dirigente esperto e ricordiamo ancora il miracolo Mantova, ma negli ultimi tempi le cose non sono andate benissimo e nel curriculum si contano tanti fallimenti. Per informazioni chiedere al presidente dell'Alessandria, uno che ha speso cifre incredibili senza ottenere risultati. Nessuna volontà di sminuirlo, sia chiaro, ma ci saremmo aspettati una scelta diversa da parte del facoltoso Noto. Il mercato, in generale, è ancora fermo e ci sono realtà ancora a caccia dell'allenatore. A Potenza è stato presentato Siviglia, Zeman non era convinto della scelta Pescara e forse percepiva lo scetticismo di Sebastiani, il Padova non potrà più sbagliare e vedremo per quanto tempo ancora il patron spenderà cifre importanti in tempi di crisi economica. Onore a chi, come la società veneta, investe e mostra grande attaccamento. A proposito di allenatori, estendiamo anche a loro il discorso fatto prima per i giocatori: Javorcic a Venezia fa capire quanto per un tecnico sia determinante fare gavetta in terza serie, per informazioni chiedere a Vincenzo Italiano della Fiorentina. Chiosa dedicata agli arbitri. Perenzoni ha diretto benissimo la finale tra Palermo e Padova, decisioni tutte corrette e nessuna recriminazione da parte degli sconfitti. Certamente sapere di avere alle spalle il VAR è determinante, ottima e coraggiosa l'intuizione del sempre lungimirante presidente Francesco Ghirelli che, ora, si batterà affinché una novità possa diventare presto una realtà quotidiana. Le spese sono tante, ma è giusto che tutti se ne facciano carico per ridurre al minimo polemiche ed errori.