Livorno e Carpi, due società al bivio. Gli amaranto rischiano il baratro, mentre in Emilia oggi arriverà la schiarita. Scomparsa Trapani: quando puntare il dito è più facile che leggere i regolamenti

09.10.2020 00:00 di  Luca Bargellini  Twitter:    vedi letture
Livorno e Carpi, due società al bivio. Gli amaranto rischiano il baratro, mentre in Emilia oggi arriverà la schiarita. Scomparsa Trapani: quando puntare il dito è più facile che leggere i regolamenti

Visto che siamo in periodo di Giro d’Italia, seppur fuori stagione, il paragone fra la corsa più famosa del Paese e il racconto del campionato di Serie C viene semplice, in maniera quasi banale. Un lungo percorso dove ogni “tappa” si lega in maniera chiara e precisa a quanto avvenuto in precedenza, fino a comporre la trama di un arazzo che racconta tutto quello che è accaduto nell’arco di un intero torneo. Per questo motivo, anche per chi scrive, viene spesso facile riallacciarsi ai temi affrontati sette giorni fa. Allora c’era il Trapani al centro dell’attenzione, con un conteggio oramai prossimo allo zero. Oggi, invece, lo sguardo si è spostato alcuni chilometri più a nord. Fra la costa della Toscana e il cuore dell’Emilia Romagna. Tradotto: Livorno e Carpi.

MAREGGIATA SULLA TERRAZZA MASCAGNI - Gli amaranto, nonostante se ne sia parlato meno rispetto a Carpi, hanno una situazione decisamente più complicata. I rapporti fra l’attuale presidente Rosettano Navarra, l’ex azionista di maggioranza Aldo Spinelli, da una parte, e il gruppo di aziende riconducibili a Banca Cerea, dall’altra sono tutt’altro che semplici. Anzi si possono definire prossimi alla rottura. Proprio su queste pagine avete potuto leggere le parole del numero uno labronico in merito alla querelle sui pagamenti. Una presa di posizione chiara che rende lampante come l’unica via di uscita per il Livorno sia quella che vuole Navarra e Spinelli prendere in mano la maggioranza delle azioni del club. Alternative? Al momento sembrano non esserci, mentre è ben presente lo spettro di una profonda crisi societaria che rischia di mettere in ginocchio in via definitiva il club.

SOLE D’AUTUNNO - A Carpi, invece, dopo settimane di discussioni, ribaltoni, comunicati stampa e quant’altro, sembra essersi schiarito il cielo. Il motivo alla base risiede nella possibilità, molto concreta, che il controllo del club passi nelle mani degli imprenditori locali già presenti in società e detenenti la maggioranza delle azioni. A rendere tutto definitivo sarà l’assemblea dei soci in programma nelle prossime ore che dovrebbe cancellare tutti i dissapori delle settimane scorse, ridando nuovamente al Carpi un assetto societario stabile e la guida solida a cui era abituato con la precedente gestione targata Stefano Bonacini.

TRAPANI, ANNOTAZIONE POSTUMA - La chiosa finale, che chiude il giro e completa il pezzo secondo la più nota prassi giornalistica è legata al primo tema accennato, quello del Trapani. Dopo l’estromissione del club siciliano dalla Serie C in molti, fra tifosi e addetti ai lavori hanno puntato il dito sull’ok dato dalla FIGC (attraverso la Covisoc) all’iscrizione della società alla Lega Pro 2020/2021. Un esercizio semplice, soprattutto in un paese come il nostro dove la caccia al colpevole è il vero sport nazionale, quanto poco costruttivo se non si spiegano i regolamenti alla base. Il Trapani, infatti, si è iscritto con una documentazione “propedeutica” alla cessione della quote. Ovvero, dichiarando la propria esplicita volontà di cedere il club, nel quale non si ha più intenzione di immettere denaro. A quel punto, però, l’attenzione si sposta su coloro che devono acquistare la società e qui chi gestisce la terza serie (così come le altre leghe professionistiche) ha poco margine di manovra per “impedire” che soggetti poco affidabili possano entrare in possesso di una società. Si tratta, infatti, di procedure di civilistiche che niente hanno a che spartire con il mondo del pallone.