MANTOVA, LUNEDI' IL GIORNO DELLA SVOLTA SOCIETARIA. MONZA, IL CASO ARMSTRONG-EMERY. PRO PATRIA, VAVASSORI VENDE O NON VENDE?

Tutto rinviato a lunedì: la cessione delle quote di maggioranza all'imprenditore Nicola Di Matteo slitta ancora. Ieri doveva essere definito il tutto, con il passaggio del 55% del Mantova al nuovo presidente ed invece c'è stato un altro nulla di fatto. Ufficialmente per l'assenza del notaio, dunque un mero intoppo burocratico. Sottotraccia filtrano malumori, però, per i continui rinvii di un'operazione che da un paio di settimane aspetta, semplicemente, di essere formalizzata. L'intesa era stata siglata la sera del 24 settembre, allorquando era stato fissato l'ingresso nel club di Di Matteo ad affiancare gli storici soci mantovani che avrebbero mantenuto il controllo del 30% della squadra biancorossa. Le rimanenti quote sociali, ovvero il 15%, spettavano ancora all'ex presidente Michele Lodi, destinato comunque a defilarsi nel corso dei prossimi mesi. Un accordo che aveva allontanato il tandem composto da Pier Vittorio Belfasti e Giuseppe Iaquinta, anch'essi interessati alla gloriosa formazione virgiliana ma sgraditi agli storici soci mantovani. Nel caso in cui la fumata bianca, prevista per l'inizio della prossima settimana, non si concretizzasse, non sarebbero da escludere scenari di rottura. In quel caso potrebbe farsi avanti una nuova cordata di impenditori lombardi, che per il momento ha seguito con interesse la vicenda senza, tuttavia, esporsi ufficialmente. Intanto la squadra è ancora a secco di vittorie e vive un momento di classifica non facile. La posizione di Juric - in virtù dell'accordo di collaborazione siglato con il Genoa - non è a rischio, ma serve un'inversione di tendenza immediata. Altrimenti neppure l'imprimatur genoano salverebbe il croato dal ribaltone in panchina. Il nuovo patron Di Matteo è comunque già attivo per ristrutturare l'apparato dirigenziale. Il ruolo del direttore generale Alessandro Dusi verrà dirottato sugli aspetti commerciali del club; mentre come dirigente entrerà nella società Marcello Savino, uomo di fiducia del nuovo presidente e destinato ad un incarico di primo piano nel nuovo Mantova. Intanto il diesse Alfio Pelliccioni scruta il mercato degli svincolati: un difensore e una punta i possibili colpi di assestamento. Il sogno in avanti si chiama Gianvito Plasmati, che per il momento ha declinato e aspetta la Serie B (Vicenza?). La settimana verso la quale ci appropinquamo farà luce, definitivamente, sulle sorti societarie della compagine di via Te.
Se a Mantova regna l'incertezza, in quel di Monza sul volto dei tifosi si è palesata la preoccupazione quale sentimento caratterizzante gli ultimi tribolati giorni. Dai proclami estivi quali vincere il campionato con dieci punti di vantaggio, i brianzoli si sono scontrati con una realtà complicata e ricca di punti interrogativi. La corazzata costruita in estate non riesce a spiccare il volo e dinanzi alle prime insidie si è squagliata come neve al sole, perdendo tre gare consecutive. Ora è vietato sbagliare e sono tutti sotto osservazione: staff tecnico e calciatori in primis. In questi casi l'anello debole è sempre rappresentato dall'allenatore, con Fulvio Pea obbligato a fare risultato contro la Giana Erminio per spazzare via critiche e imputazioni polemiche, allontanando così pure le ombre di Corda e Casiraghi. In settimane è tornato sulla ribalta brianzola il patron Anthony Armstrong-Emery. L'imprenditore anglo-brianzolo ha rotto il silenzio per ribadire la convinzione di aver allestito un organico competitivo per centrare il salto di categoria. Promozione in B che diventa ulteriormente importante anche in chiave societaria. Salire in cadetteria permetterebbe di sistemare più agevolemente le pendenze di bilancio: il deficit ammonta a 2,3 mln, anche se tale disavanzo rappresenta l'ultima reminescenza della precedente gestione dirigenziale e non è stato accumulato, direttamente, dall'attuale proprietario. Armstrong è stato investito poi da un serie di accuse provenienti da diverse testate estere in merito ad operazioni finanziarie poco limpide, che sarebbero state condotte dalla sua Echouse Group. Società che sarebbe stata addirittura inserita nell'Alert list da diversi mesi. Per chi non fosse un esperto di macro-economia significa che i milioni rastrellati da tale società attraverso investitori internazionali, perlopiù a Singapore e in Brasile, non sarebbero stati reinvestiti in alcuna attività e quindi non avrebbero generato nessun indotto. Pertanto sarebbe impossibile la restituzione di tale cifra a coloro che avrebbero operato gli investimenti. Altresì essi si aspettavano un maggiormento del 20% della cifra sborsata tramite gli interessi. In parole povere: i soldi sarebbero spariti nel nulla. Accuse respinte al mittente da Armstrong, che si è detto tranquillo in quanto ogni operazione condotta dal suo gruppo è stata portata avanti all'insegna della trasparenza. Ovviamente siamo garantisti fino a prova contraria e riportiamo le indiscrezioni campeggianti su numerose testate internazionali. Augurandoci per il bene della società brianzola che possa essere fatta chiarezza nel più breve tempo possibile. I creditori sono sul piede di guerra e il rischio è che il Monza possa diventare un "pegno" con il quale fare cassa per risolvere le pendenze con chi reclama le proprie spettanze.
A completare il tris di squadre lombarde che vivono un periodo tribolato c'è la Pro Patria. Da mesi la società bustocca è stata messa in vendita dal patron Pietro Vavassori. Addirittura in maniera ottimistica il numero uno dei Tigrotti aveva vaticinato nella scorsa primavera una cessione della compagine di Busto Arsizio per il 25 aprile. Col senno del poi una previsione errata. Infatti da quella dead-line sono passati oltre quattro mesi e intorno alla Pro si sono palesate più chiacchiere che avvenimenti concreti. Soltanto due le cordate realmente fattesi avanti. La prima capeggiata dall'avvocato Golda Perini e che avrebbe riportato sul vascello di comando l'ex diesse Francesco Lamazza. Una trattativa dalla durata brevissima, lo spazio di qualche telefonata e di un invito a cena a Milano, prima che tutto si arenasse. Fra luglio e agosto si era fatto avanti, invece, l'imprenditore Fabio Valentini, che aveva già bloccato Rocchi e Chevanton quali primi colpi di mercato per insediarsi alla guida della formazione lombarda. Addirittura era stata trovata l'intesa sulla base di 850mila euro (comprensivi di fidejussioni di iscrizione al campionato ndr) per rilevare l'intero pacchetto del club. Affare svanito ad un passo dalla chiusura. Dopo oltre un mese di silenzio nelle ultime ore si è riacceso il tam tam legato alla cessione del club. L'avvento come direttore sportivo di Fabio Tricarico, figura riconducibile ad almeno un paio di cordate interessate alla Pro Patria e non propriamente un uomo legato a Vavassori, come rivelato dal medesimo presidente in un'intervista esclusiva a TLP dello scorso 19 maggio, ha indotto molti addetti ai lavori a riflettere sui possibili scenari di mutamento. Lo stesso Vavassori, però, ieri ha evidenziato come non sia stato firmato alcun preliminare relativo alla cessione della società. Le telenovela continua e promette di regalare numerose quanto appassionanti puntate. Da capire innanzitutto come procederà la convivenza fra Tricarico e Antonelli in ambito di mercato e se gli sfoghi del responsabile dell'area tecnica si placheranno. Una situazione da monitorare con legittima curiosità, visto che diversi acquisti approdati all'ombra dello Speroni sono stati caldeggiati da consulenti esterni di mercato. L'ex Reggiana aveva, infatti, invocato chiarezza societaria un paio di settimane fa. Ad oggi non si registrano sostanziali novità, eccezion fatta per l'ufficializzazione dell'organigramma societario. La prossima data da segnare con un circoletto rosso sul calendario è perciò quella del 15 ottobre. Giorno di pagamento degli stipendi relativi al primo trimestre stagionale: impegno da onorare, onde evitare penalità in classifica e l'annullamento dei contributi derivanti dall'impiego dei giovani. Da capire se tale imcombenza verrà assolta ancora una volta dall'attuale presidente o invece dalla cordata di imprenditori lombardi interessati al club. L'interrogativo più affascinante rimane sempre quello di qualche mese fa: Vavassori ha davvero voglia di passare la mano oppure la passione per il calcio alla fine lo farà desistere e restare nuovamente al timone bustocco?
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