Mantova, Piacenza e tante nobili decadute: il blasone non basta, a quando il salto di qualità? Avellino, è già crisi

17.09.2022 00:00 di  Luca Esposito  Twitter:    vedi letture
Mantova, Piacenza e tante nobili decadute: il blasone non basta, a quando il salto di qualità? Avellino, è già crisi

Editoriale di oggi che si apre con un punto sui tre gironi e, inevitabilmente, con un focus su un Avellino che è partito malissimo ed è stato sonoramente fischiato dai tifosi presenti a Monopoli. E' veramente inaccettabile che una squadra con questa storia debba offrire uno spettacolo del genere, al punto da soffrire in casa con una Gelbison che, senza stadio e da neopromossa, ha attualmente più punti ed è riuscita ad imbrigliare i lupi facendo il minimo sindacale in un Partenio che rischia di passare da fortino inespugnabile a cattedrale nel deserto. Le responsabilità sono equamente divise, con la società che probabilmente ha messo a disposizione del direttore sportivo un budget non elevatissimo. Ragion per cui nessuno si meraviglia se la rosa è inferiore, sulla carta, a quella della passata stagione. Riflettori puntati, però, anche su Taurino. Allenatore che era stato accolto con comprensibile scetticismo non tanto per il - buon - lavoro fatto nel recente passato, quanto per la scarsa abitudine a lavorare in piazze così  calorose e ricche di pressioni. Questo tiki taka continuo, in un girone molto fisico in cui gli avversari ti aggrediscono a tutto campo, è un rischio che l'Avellino non può permettersi, il secondo gol subito a Monopoli è la cartina al tornasole di quanto vi stiamo raccontando. Contro il Messina dell'ex Auteri si gioca la panchina, vedremo se ci sarà qualche variazione al tema o se il tecnico paleserà un integralismo che, a questi livelli, difficilmente paga. Sempre nel girone C doveroso fare i complimenti a due realtà di cui si parla poco e che invece meritano la copertina di giornata. Giugliano-Picerno è stata gara ricca di capovolgimenti di fronte e bisogna fare un plauso agli allenatori Di Napoli e Longo che hanno offerto uno spettacolo di tutto rispetto per la terza serie, conferma del fatto che si può fare bene anche quando non ci sono campioni e grossi budget a disposizione.

Negli altri gironi partono male il Mantova e il Piacenza dell'ex Salernitana Scalise, ma qui è necessario fare un discorso generale: ci sono nobili decadute in serie C, passate per le forche caudine del dilettantismo, che prima o poi dovranno uscire allo scoperto e spiegare concretamente ai tifosi quali siano i programmi. Il blasone non è affatto sufficiente per vincere e per tornare a calcare palcoscenici più importanti, alla lunga la gente non si accontenta di una salvezza all'ultima giornata o di una qualificazione playoff con eliminazione al primo turno. Chi invece non sta tradendo le attese è il Vicenza che, però, è stato macchina da gol in casa (10 gol in 180 minuti) ma ha perso lo scontro diretto a Padova. I biancorossi, così come il Catanzaro, potranno essere giudicati più concretamente tra un mese, quando il calendario proporrà sfide ad alta quota e si potrà misurare il reale valore di due organici, comunque, allestiti con intelligenza. Proprio il Padova, dopo il ko all'esordio, ne ha vinte due di fila e ciò conferma che bisognava dare fiducia ad un tecnico preparato come Caneo. A proposito di allenatori, ce ne sono alcuni (vedi Braglia) che hanno deciso di rimettersi in gioco dopo aver vinto campionati in squadre (il Gubbio) che certo non partono con i favori del pronostico. Poi ci sono tecnici come Toscano che, a Cesena, sono partiti in sordina e dovranno dimostrare che anche senza blasone si possono vincere i campionati.