Nessuno come il Catanzaro in Italia. Quando cambiare l’allenatore non funziona

27.10.2022 00:10 di Nicolò Schira Twitter:    vedi letture
Nessuno come il Catanzaro in Italia. Quando cambiare l’allenatore non funziona
TMW/TuttoC.com

Dopo le prime dieci giornate di campionato si può già fare un primo bilancio dei campionati in corso nella terza serie. Se nel Girone A e nel B c’è bagarre, nel raggruppamento meridionale c’è una certezza. A trionfare sarà una squadra calabrese. Troppo poi forti delle altre sia Catanzaro che Crotone, destinate a dominare il torneo in lungo e in largo. Intanto a guardare tutti dall’alto in basso c’è il club giallorosso che già l’anno scorso aveva duellato per il primo posto col Bari, venendo eliminato in maniera roccambolesca in semifinale playoff a Padova con tanto di episodi arbitrali discussi. I rimpianti sono alle spalle e adesso che mister Vincenzo Vivarini può lavorare dall’inizio è tutta un’altra musica. I colpi di mercato poi di un Diesse scafato e vincente come Giuseppe Magalini hanno fatto il resto. Un lavoro incredibile. Come il Napoli domina in A, nel girone C il Catanzaro regala spettacolo. Con numeri da record: 31 gol fatti in 10 giornate, nessuno come i giallorossi nel calcio professionistico italiano. Merito dei due capocannonieri Pietro Iemmello (sta dimostrando che si può essere profeti in patria...) e Tommaso Biasci con 6 reti a testa. E non finisce qui, perché Vivarini ha messo a punto una macchina quasi perfetta. Tanto che oltre al miglior attacco vanta la miglior difesa di tutta la Lega Pro con soli 4 gol incassati e ben 8 clean sheet messi a referto dal numero uno Andrea Fulignati. Nel calcio professionistico italiano nessuno hai i numeri del Catanzaro. Se il buongiorno si vede dal mattino, i giallorossi potranno provare a coronare finalmente l’obiettivo di ritornare in categorie più importanti. Crotone permettendo. L’unica che sembra reggere il passo e il ritmo sfrenato imposto dalla capolista...

Dai dominatori a una delle grandi delusioni stagionali, il passo è breve. Ci riferiamo alla Triestina che in estate aveva condotto un mercato importante con investimenti significativi per la Serie C. Eppure la società alabardata non riesce a trovare il bandolo della matassa. Se i risultati di Andrea Bonatti erano stati ritenuti al di sotto delle aspettative (8 punti in 7 gare), c’è da dire che con l’avvento di Massimo Pavanel le cose sono addirittura precipitate. Tre sconfitte in altrettante gare e zero gol segnali. Un ruolino finora deficitario da parte dell’ex FeralpiSalò che evidentemente non ha saputo toccare le corde giuste. Finisse oggi il campionato, la Triestina sarebbe terz’ultima e condannata ai Playout per non retrocedere. Incedibile ma vero. Pavanel deve fare in fretta a invertire la rotta, altrimenti pure la sua posizione potrebbe farsi scricchiolante. D’altronde il patron Giacomini ha investito cifre importanti e si aspettava di essere nelle prime posizioni anche se molti acquisti importanti sono stati effettuati negli ultimi giorni di mercato. Ecco perché una partenza a rilento poteva essere messa in preventivo. Tanto che l’obiettivo minimo era il decimo posto. L’ultimo utile per accedere ai Playoff e considerato comunque il traguardo di partenza per il nuovo corso Made in Stardust, che l'aveva inserito come bonus contrattuale al momento di contrattualizzare Bonatti. Chissà - se col senno del poi - l'ex braccio destro di Menichini si sarà pentito della scelta fatta dopo gli ottimi anni alla guida di Lazio e Juventus Primavera. Bonatti, infatti, era corteggiato a luglio anche da Catania e Reggina, ma ha scelto la Triestina (convinto di poter lavorare su un progetto pluriennale...) che però non ha avuto pazienza nonostante un inizio di campionato vissuto più in Slovenia che in terra giuliana (il campo d’allenamento non è stato disponibile per 3 settimane). Non c’è da meravigliarsi, i progetti nel calcio non esistono e quasi sempre hanno vita breve essendo figli dei risultati. Lo scriviamo e diciamo sempre, anche stavolta i fatti hanno confermato la nostra teoria. E così fuori Bonatti, esonerato subito dopo la sconfitta di Sesto San Giovanni, e dentro Pavanel. La scossa però il nuovo allenatore non l’ha data e alcuni esperimenti tattici non hanno pagato (Furlan come quinto di fascia appare letteralmente un pesce fuor d’acqua...) e così la squadra appare involuta. Se a Lecco (5 successi di fila per Foschi) e Pontedera (2 vittorie in 3 gare per Canzi) il ribaltone in panchina ha prodotto una crescita nei risultati, dalle parti del Nereo Rocco la musica non è cambiata. Anzi è peggiorata. Perché non sempre cambiare allenatore fa rima con rinascita...