PLAYOFF & PLAYOUT, LA DIATRIBA NON E' ANCORA FINITA. DUE VARIABILI POSSONO CAMBIARE IL VOLTO DEL POST SEASON. STIPENDI, AIC CHIAMATA A VIGILARE. QUALCHE CLUB STA FACENDO IL FURBETTO

10.06.2020 00:00 di Luca Bargellini Twitter:    vedi letture
PLAYOFF & PLAYOUT, LA DIATRIBA NON E' ANCORA FINITA. DUE VARIABILI POSSONO CAMBIARE IL VOLTO DEL POST SEASON. STIPENDI, AIC CHIAMATA A VIGILARE. QUALCHE CLUB STA FACENDO IL FURBETTO

Se c’è una cosa che proprio non sopporto sono i finali aperti. Quelli che, soprattutto nei film, quando il cattivo è sconfitto e il “vissero tutti felici e contenti” è dietro l’angolo lasciano uno spiraglio a disposizione per un eventuale sequel. Oppure due. Uno peggio dell’altro.
In quest’ottica le decisioni prese dal Consiglio Federale nel pomeriggio di lunedì hanno dato indicazioni precise per quanto riguarda la fine della stagione di Serie C, ma non del tutto risolutive. Monza, Vicenza e Reggina sono meritatamente (lo dice il campo per quanto visto fino ai primi giorni di marzo) state promosse in Serie B, mentre Gozzano, Rimini e Rieti sono state costrette alla retrocessione (giusti e comprensibili i ricorsi delle società ma gli ampi poteri concessi dal Governo alla FIGC lasciano pochissimo spazio di manovra). Nel mezzo a tutto questo ecco comparire i playoff promozione e i playout salvezza.

ISCRIZIONI E PENALIZZAZIONI - Mini tornei per i quali però non ci sono ancora certezze assolute. Per due motivi.
Il primo è quello definito dalla stessa FIGC: la partecipazione ad entrambi è volontaria (deadline oggi alle 19) poiché per scendere in campo è obbligatoria l’attuazione dei tanto discussi protocolli sanitari.
Misure di salvaguardia della salute che costano qualche centinaio di migliaia di euro. Non propriamente il costo di un panino e un bicchiere di vino in qualche localino caratteristico del centro.
Per questo motivo, circoscrivendo il nostro discorso solo all’ambito dei playoff, alcune società come Pontedera e Arezzo hanno già comunicato di rinunciare alle loro posizioni in griglia, mentre nelle prossime ore è attesa la scelta, come avete letto su queste pagine, di altre cinque società. In bilico ci sono, dunque, almeno sette club, ovvero un quarto di quelli aventi diritto. Niente male.
L’altro motivo d’incertezza è l’udienza che si terrà venerdì 12 presso la Corte Federale in merito ai mancati pagamenti degli stipendi in quel di Catania e Siena. Due situazioni che rischiano anch’esse di miniare i playoff essendo ambedue le società nel novero delle partecipanti. Nella migliore delle ipotesi, ovvero qualora la sanzione in termini di punti fosse minima, assisteremmo semplicemente al cambio l’avversario nel post season con il variare della posizione in classifica, mentre nell’ipotesi peggiore nell’estromissione diretta dalla volata finale a favore di altri club.



LA NUOVA FRONTIERA DEGLI STIPENDI - In attesa di sapere come andrà a finire la grana playoff c’è un altro tema da tenere sotto stretta osservazione: quello inerente alla trattativa fra i club e i propri giocatori sul taglio degli emolumenti. Una situazione che con la crisi economica nata a causa della pandemia di Coronavirus è divenuta centrale per la salute di moltissime società. Se, però, ci sono club che hanno già chiuso la discussione trovando un punto d’equilibrio figlio dell’adagio “mal comune mezzo gaudio”, ce ne sono altri che sono tutt’ora in piena discussione. E una frangia di questi sta tirando troppo la corda proponendo accordi ben lontani dal consueto ai propri tesserati. Accordi che parlano di retribuzione a gettone per le mensilità nelle quali è prevista la ripresa della stagione. Stipendi che non rientrano certo nei canoni delineati dagli accordi siglati dall’AssoCalciatori che adesso mi auguro riesca a vigilare per tutelare ragazzi che sono ben lontani dallo stereotipo del calciatore miliardario.

Come vedete, dunque, anche qui il finale è aperto a più ipotesi e colpi di scena. Il film “Playoff & Playout” realizzato solo tre giorni fa rischia già di avere un sequel. Chissà se sarà all’altezza o meno.