Vicenza da profondo Rosso. Avellino, quando il mercato fa gol. La resa dei conti Marani-Vulpis: peccato non ci sia mai stato un vero confronto

09.02.2023 00:00 di  Nicolò Schira  Twitter:    vedi letture
Vicenza da profondo Rosso. Avellino, quando il mercato fa gol. La resa dei conti Marani-Vulpis: peccato non ci sia mai stato un vero confronto
TMW/TuttoC.com

Ci risiamo. Il Vicenza è di nuovo in crisi e non è neppure la prima volta negli ultimi anni. La gestione Rosso ha regalato più delusioni che gioie. Non a caso da giorni circolano voci di un possibile addio di Mister Diesel a fine stagione. D’altronde gli investimenti fatti sono stati inversamente proporzionali nell’ultimo biennio ai verdetti emanati dal campo. Tante, troppe le scommesse fatte dal club berico. A partire dalla propensione eccessiva verso gli algoritmi in sede di mercato: il calcio - come dicono Walter Sabatini e Pantaleo Corvino - non è matematica e i numeri contano fino a un certo punto. La differenza la fanno ancora l’occhio e l’istinto. Ecco perché affidarsi a un debuttante nel ruolo di diesse come Federico Balzaretti a oggi non ha pagato: l’ex terzino di Juve e Roma era sicuramente più ficcante nei panni di opinionista televisivo e la squadra costruita - al di lá dei nomi di spicco - appare più una cozzaglia di belle figurine che un progetto vincente. Tanti doppioni che quando giochi una volta alla settimana rischiano di creare più turbolenze nello spogliatoio che un plus sul rettangolo verde. Sbagliato - come avevamo scritto in tempi non sospetti - l’errore di ripartire in estate da un tecnico retrocesso sul campo come Francesco Baldini, anche se pure l’avvento di Ciccio Modesto, dopo lo scintillante avvio, ha perso di incisività. Probabilmente a un certo punto alle parti del Menti hanno creduto con presunzione di vincere il campionato a mani basse. Guardando i nomi in rosa il ragionamento avrebbe pure senso, ma in C contano anche altri valori come la fame e la cattiveria agonistica da coniugare a una conoscenza approfondita della categoria. E quelle non si comprano al mercato…

Chi invece dal mercato ha trovato linfa vitale per prendere la rincorsa verso una seconda parte di stagione brillante è l’Avellino, che nella finestra di gennaio ha saputo ristrutturare bene l’organico con innesti di qualità. E se il buongiorno si vede dal mattino in casa biancoverde c’è di che essere soddisfatti. Con i nuovi acquisti in campo i Lupi hanno svoltato come testimoniano i successi su Potenza e Crotone griffati il primo dalla doppietta di Marconi e il secondo dall’eurogol di Mazzocco. Due degli innesti invernali piazzati dal diesse Enzo De Vito che insieme all’amministratore Giovanni D’Agostino e al segretario Tommaso Aloisi erano tra gli operatori più attivi nella 48 ore di trattative finali. Ora l’obiettivo per l’Avellino diventa il quarto posto, posizione utile in griglia playoff per provare a sognare in grande. Traguardo alla porta della squadra di Rastelli, che punterà poi a recitare il ruolo di outsider di lusso negli spareggi promozione, dove sulla carta (al netto delle attuali classifiche dei tre gironi) ci sono sicuramente squadre più attrezzate al grande salto (Cesena, Crotone, Entella) ma il fattore Partenio-Lombardi può rivelarsi un jolly prezioso per i Lupi tornati a essere famelici come ai bei tempi…

Oggi scopriremmo chi sarà il nuovo Presidente della Lega Pro, salvo colpi di scena e a quel punto un doveroso quanto inevitabile commissariamento. Del duello tra Matteo Marani (favorito secondo i sondaggi) e Marcel Vulpis si è parlato lungamente su queste colonne. Inutile quindi ripetere le solite cose, ma doverosa una puntualizzazione: ci sarebbe piaciuto come accade in politica, soprattutto oltre Oceano, un confronto diretto tra i due contendenti al soglio della terza serie. Stesse domande incrociate per vedere davvero posizioni e differente progettuali. Inoltre il tutto sarebbe stato interessante se a porre queste domande ci fossero stati 5-6 giornalisti che seguono davvero la categoria e che quindi ne conoscono in profondità le problematiche. Invece abbiamo assistito a interviste pre-confezionate a tavolino e da zero a zero o peggio ancora a lettere inviate senza concedere la possibilità di un contraddittorio. La sensazione è che uno dei due candidati non abbia voluto esporsi pubblicamente per paura di possibili contropiedi, non essendo così avvezzo sulle dinamiche della Serie C. Vero Marani? Si sa, è il bello della diretta e qualche domanda inaspettata avrebbe fatto crollare tutto il castello di carte predisposto dall’alto…