INTERVISTA TC - Caiata: “Dallo stadio al premier Conte: il Potenza è tornato”

21.04.2019 09:00 di  Francesco Ferrari   vedi letture
INTERVISTA TC - Caiata: “Dallo stadio al premier Conte: il Potenza è tornato”
TMW/TuttoC.com
© foto di Salvatore Colucci/TuttoPotenza.com

Più in alto è difficile pensare. Tra le sorprese di questa Serie C, un posto lo merita sicuramente il Potenza: approdato tra grandi aspettative dopo un grande percorso in Serie D, la matricola lucana ha saputo mantenersi ai vertici anche del campionato di terza serie e ora si trova al quinto posto in classifica nel girone C. Solamente Juve Stabia, Trapani, Catania e Catanzaro, accreditate alla vigilia per un torneo di vertice, sono davanti alla neopromossa formazione del presidente Salvatore Caiata che, in esclusiva ai microfoni di TuttoC.com, ha svelato i sogni e gli obiettivi della compagine lucana.

Presidente, dica la verità: si aspettava di essere dietro solo a Juve Stabia, Trapani, Catania e Catanzaro al suo primo anno di C?
“Lo sognavo, in cuor mio covavo questo desiderio. E’ una grandissima soddisfazione”.

Una stagione iniziata con l’esonero dell’allenatore Nicola Ragno, poi la rinascita con Giuseppe Raffaele.
“L’esonero è stato il primo della mia gestione ed è stata una scelta dolorosa. Vivo con grande affettività i rapporti umani: oltre al distacco professionale, c’è stato anche quello sentimentale e ne ho un po’ sofferto, ma chi conduce delle aziende deve fare scelte. Ad oggi sono contento scelto della decisione che ho preso”.

Manca poco e i playoff sono in cassaforte.
“Abbiamo ancora due giornate, possiamo fare un grande risultato o un pessimo risultato. Abbiamo una gara impegnativa con la Casertana, più la sfida alla Vibonese. Noi dobbiamo continuare a proporre il nostro calcio e guardare partita per partita. Poi i playoff sono una roulette russa: ci vuole bravura, concentrazione e fortuna”.

Da due anni avete lo stadio pieno con percentuali altissime di riempimento posti. Potenza ha risposto alla grande.
“Quando parto per un’iniziativa, non mi aspetto un ritorno. Io parto e vado. Potenza aveva bisogno di ritrovare il senso di appartenenza: era un capoluogo che si era spogliato della sua leadership, la squadra ora è il catalizzatore del senso di appartenenza della comunità. Lo stadio è pieno di donne, bambini e associazioni: la partita è un evento non solo per il match, ma premiamo bandiere del club e ci sono tante iniziative. E c’è sempre il momento della solidarietà e delle scuole: offriamo la merenda e l’esperienza dello stadio ai ragazzi”.

Il suo obiettivo però è un impianto all’altezza…
“Ci stiamo pensando e valutiamo la possibilità. Noi vogliamo uno stadio che sia un centro di aggregazione permanente, che sia motore della vita cittadina e della vita commerciale. Ci stiamo ragionando proprio in questi giorni”.

L’idea è di un progetto pubblico o privato?
“Non vogliamo caricare il settore pubblico di spese importanti. Questa deve essere un’iniziativa privata e il Potenza è pronto a fare la sua parte”.

A che punto siete?
“Siamo alla fase preliminare. E’ fondamentale avere queste strutture per un club, così come lo è un centro sportivo per il settore giovanile dove si possono crescere e, allo stesso momento, tutelare i ragazzi. L’Ajax, in campo internazionale, ne è un ottimo esempio”.

Quest’anno festeggiate anche il centenario. E tanti vip sono stati protagonisti con Lei nei suoi video.
“E’ diventato un tormentone (ride, ndr), soprattutto per i miei amici vip che non possono tirarsi indietro quando mi vedono. Dopo il campionato, pianificheremo per l’estate eventi importanti per celebrarlo al meglio. Tra queste ci potrebbe essere un’amichevole di lusso: un evento calcistico di grande portata che manca da tempo nella nostra città”.

Il retroscena più divertente di questi video?
“Con Checco Zalone. Dopo il video mi ha detto: “Lei è ripartito alla grande facendo il presidente e si è rovinato facendo l’onorevole”. Abbiamo riso entrambi. E’ un grande comico: ogni volta riguardo i suoi film, scopro sempre una battuta nuova ma rido sempre…”.

Ma la frase ‘U Putenz è semb nu squadron’ (Il Potenza è sempre uno squadrone, ndr) da dove nasce?
“Da Salvatore Rizzo e Franco Laregina, tifosi storici che hanno coniato questa frase e l’hanno poi fatta girare per tutta Italia in uno striscione. In ogni partita del Potenza, c’era questo vessillo. E’ diventato il mio slogan: la mia fede per questa squadra è talmente grande che possiamo essere forti o deboli, ma sim semb nu squadron (ride, ndr)”.

Calcio e politica: lei è deputato e presidente di un club, in quanti alla Camera le chiedono i risultati del Potenza?
“Tutti. Il Potenza è un tormentone anche qui a Roma: dai baristi ai colleghi, tutti aprono il giornale per vedere i nostri risultati. E qui la Serie C è seguitissima”.

Ne ha mai parlato con il primo ministro Giuseppe Conte?
“Sì. Nel primo incontro preliminare, prima ancora che si formasse l’attuale governo. Rimasi sorpreso: prima di iniziare il colloquio, mi chiese se il Potenza avesse vinto in campionato”.

Da un Conte all’altro: durante il suo periodo in terra senese ha coltivato un ottimo rapporto con l’ex ct Antonio. Le ha strappato la promessa di venire ad allenare il suo Potenza?
“(ride, ndr) Antonio è un professionista straordinario: lo conosco da anni, i suoi successi non sono casuali sono frutto di un’ossessione al lavoro”.

Due anni fa lei comprò il Potenza: il suo ricordo più dolce?
“Quando abbiamo giocato il derby contro il Matera al Viviani (17 novembre). Faccio sempre lo stesso percorso in macchina: c’era la strada piena di gente e, mentre andavamo a passo d’uomo, mi ha rapito una coppia di ultraottantenni che, mano nella mano ed entrambi con la sciarpa al collo, stavano andando allo stadio. Mi hanno visto, han bussato al finestrino della mia auto e la signora mi ha detto: “Grazie presidente, pensavo di morire e non rivedere più questo derby". E' stato veramente emozionante”.

La sua passione per il calcio ha mai traballato?
“No. Sono stati due anni pienissimi di soddisfazioni. Però questo è un calcio poco sostenibile, che assorbe risorse importanti e andrebbe sicuramente rivisto. Purtroppo il più penalizzato è Antonio, mio figlio di 8 anni, che vive a Siena e non riesco a vederlo tutti i fine settimana”.

Se le chiedessero quanto vale il Potenza per lei, cosa risponderebbe?
“Ho una convinzione, che il Potenza non sia mio: è della città e dei tifosi, io sono solo un traghettatore. Chi l’accompagna, come me, deve solo assicurarsi che, quando arriveranno persone con grandi possibilità, abbia l’umiltà e la capacità di farsi da parte. Questo club non può avere un semplice valore numerico”.

L'ultima domanda: si vocifera che lei sia scaramantico, ha riti particolari per le partite?
“Sono stra scaramantico! Uso lo stesso abbigliamento, il sale addosso al mister… Ma solo per questo ci vorrebbe un’altra intervista…”.