INTERVISTA TC - Ciccone: "Sbalordito da Imolese, Pordenone festeggerà"

25.04.2019 13:00 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
Michele Ciccone
TMW/TuttoC.com
Michele Ciccone

Centottanta minuti di fuoco: nel Girone B tutto è ancora aperto, dalla promozione in B (col Pordenone comunque a +5 sulla Triestina), dai playoff alla salvezza, con ben dieci squadre ancora in lotta. Per un commento su quanto accaduto e su quanto potrà ancora accadere è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com Michele Ciccone, direttore sportivo di grande esperienza con un passato in Serie B al Bari, ma anche in C al Campobasso dove conquistò una salvezza insperata prima della scomparsa dei molisani a causa dei debiti societari e nella scorsa stagione alla Carrarese a porre le basi per il campionato di vertice attuale degli azzurri.

Direttore, si aspettava che a 180' dal termine il Pordenone non riuscisse ancora a gioire, con la Triestina capace di mantenere ancora in vita il sogno promozione diretta?
"Onestamente il cammino fatto dal Pordenone la dice tutta, anche se ha avuto alle sue costole una inseguitrice come la Triestina. Conoscendo le potenzialità di un allenatore bravo e capace come Tesser, ci stava tutto per potere combattere per la vetta. Domenica si festeggerà in casa neroverde? Ma io credo proprio di sì, anche se la Triestina ha fatto un gran bel lavoro ed è stata la squadra che più ha dato fastidio".

Questa Imolese al terzo posto, oltretutto in vantaggio negli scontri diretti con la Feralpisalò, se la aspettava?
"L'Imolese per me è stata una vera sorpresa. La vidi giocare in Coppa Italia a Carrara e mi sbalordì per organizzazione di gioco, con un allenatore bravo e una squadra corta. Durante il cammino, domenica per domenica, ha dimostrato di meritare in primis i playoff e poi anche il terzo posto, che secondo me oramai può dirsi in cassaforte".

Nel Girone B regna un equilibrio tale per cui dal Teramo, undicesimo, al Fano, fanalino di coda, ancora non ci sono certezze aritmetiche riguardo alla salvezza, con la possibilità comunque per molte di queste contendenti di accedere ancora addirittura ai playoff.
"In coda il Rimini ha scavalcato il Fano: la vittoria dei romagnoli su una signora squadra come la Sambenedettese è stata fondamentale. Ma anche le altre sono tutte appaiate e bisogna aspettare. Domenica credo che bisognerà guardare con attenzione a Vis Pesaro-Rimini e poi ancora lo scontro diretto Rimini-Renate. E' tutto veramente da giocare. Senza contare che, come ha ben ricordato lei, molte di esse possono ancora sperare nei playoff. Comunque quest'anno, a livello generale, è stato terribile per come è stato gestito: tra fideiussioni, punti di penalizzazione e club esclusi: il calcio si è giocato più nei tribunali che sui campi di gioco".

Situazioni che però hanno toccato marginalmente il Girone B...
"Perché fortunatamente qui ci sono squadre diverse, come la Triestina, il Pordenone, il Sudtirol, la Feralpisalò... Ottimi organici e ottime società. Ma tutte hanno patito incidenti di percorso sul campo".



Da chi si aspettava di più?
"Dalla Sambenedettese, ma fortunatamente anche a loro basta poco per avere la certezza aritmetica dei playoff".

Nel Girone B in tante stanno tifando Monza in Coppa Italia Serie C, perché se i brianzoli - dopo aver vinto per 2-1 la finale andata - dovessero alzare il trofeo di categoria, libererebbero un ulteriore posto per i playoff.
"Se il Monza dovesse vincere, farebbe spazio anche all'undicesima classificata e quindi ad una squadra che fino a qualche settimana fa poteva addirittura essere nei bassifondi di classifica. E' veramente strano ed anomalo: in realtà però io sono rimasto deluso da questo campionato".

Le nuove norme introdotte però dovrebbero dare un giro di vite alle situazioni al limite.
"Ci vuole rigidità perché non se ne può più. Io parlo anche per tutti quei giocatori e dipendenti che non sanno come arrivare a fine mese".

A proposito di regolamenti cambiati, c'è da registrare anche l'addio alle liste under e over.
"Mi fa anche piacere: ci sono tanti giocatori over a casa che soffrono le pene dell'inferno perché le società si sono spesso buttate sugli under per i minutaggi e le valorizzazioni. E' tutto un discorso che parte da lontano. Comunque io sono sempre stato d'accordo nel far giocare i giovani ma allo stesso tempo non penso che un giocatore di 27-28 anni sia vecchio. Il nostro è un problema strutturale che è andato ad influenzare anche la qualità della Nazionale maggiore: tutto perché si è spesso trascurata la formazione dei settori giovanili. Io ritengo fondamentale porre come base il settore giovanile: bisogna smettere di guardare all'estero e di massacrare i nostri giovani".

La sua ricetta quindi quale è?
"Io ai presidenti dico che devono mettere qualcosa in più per fare dello scouting all'altezza. Solo così si possono scovare giovani nelle scuole calcio e nelle categorie inferiori. Bisogna investire su gente competente che sappia fare questo tipo di lavoro, che giri la domenica anche per i campetti di periferia".