INTERVISTA TC - Daniele Garbo: "Padova, il tempo c'è. Manca una punta"

06.10.2020 17:00 di Gianmarco Minossi   vedi letture
INTERVISTA TC - Daniele Garbo: "Padova, il tempo c'è. Manca una punta"
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Garbo Twitter

Il giornalista Daniele Garbo, ex volto noto di Sport Mediaset, ha parlato ai microfoni di TuttoC.com dell’inizio di stagione e delle ambizioni future del Padova, squadra della quale è tifoso.

L’inizio di stagione del Padova è stato a due facce: altalenante in campionato, buono in Coppa Italia. Che spiegazioni si è dato?

“Confesso che non ho visto giocare il Padova, posso solo basarmi su quello che ho letto. La Coppa Italia è un discorso a parte, forse il Frosinone ha sottovalutato l’impegno ed era convinto che bastasse schierare le riserve per vincere; credo che per i biancoscudati sarebbe stato meglio vincere la prima con l’Imolese anziché in coppa, anche perché penso che non andranno molto lontano, visto che il prossimo turno affronteranno la Fiorentina. L’inizio, da quello che ho sentito da miei colleghi, è stato pessimo dal punto di vista del gioco: è una squadra che fatica a costruire azioni, non mette mai le punte in condizione di fare gol, l’unico che è arrivato, a Fano, è giunto su palla inattiva. Bisogna avere un po’ di pazienza, perché essendo un gruppo di giocatori nuovi andrà trovato il modo di assemblare tutto. Io non sono in grado di dare giudizi definitivi, nemmeno sulla campagna acquisti: mi fido sia di Sogliano, che di Mandorlini. Il tempo per recuperare c’è, basta guardare alla classifica dell’anno scorso, dove nelle prime giornate il Padova conduceva al primo posto a sette lunghezze davanti al Vicenza, che poi ha dominato il campionato, però bisogna vincere”.

Il mercato condotto dalla società la convince?

“Sono arrivati molti giocatori, l’impressione è che forse manchi un centravanti che faccia gol, anche se in queste prime due partite sono state create pochissime occasioni. Tra l’altro il Padova con gli attaccanti ha una tradizione piuttosto complicata, perché in passato ha avuto punte che sono diventate grandi appena andate via da Padova; mi vengono in mente Ardemagni e Babacar, per fare due nomi, ma ci sono altri goleador che una volta lasciata la squadra hanno reso al meglio: sarà l’aria di Padova (ride). Credo che un attaccante importante serva, magari c’è già, non l’abbiamo scoperto semplicemente perché la squadra ha finora segnato poco”.

Come giudica il lavoro svolto da Mandorlini da gennaio a questa parte?

“E’ difficile giudicarlo, perché lui è arrivato a gennaio e dopo c’è stato il lockdown, ha fatto in tempo a disputare i play-off, che poi sono andati male. Nello scorso campionato ha disputato poche partite, quest’anno è ancora presto per valutarlo: credo che Mandorlini sia un lusso per la Serie C, perché ha vinto tornei anche in categorie maggiori, è un bravo tecnico e anche affidabile, bisogna vedere se convergono tante cose. Nel calcio è questione di momenti e di chimica, magari un allenatore non rende in una squadra ma nell’altra sì. Bisogna solo dargli tempo, lui ha un debito verso Padova, perché l’aveva lasciata nel bel mezzo di un progetto per salire di categoria con altre squadre: mi auguro che la svolta arrivi possibilmente già da domani contro il Mantova”.

A proposito di Mantova: sarà una sfida di prestigio quella di domani. Può secondo lei segnare una svolta nella stagione del Padova?

“Mi auguro di sì, in teoria è avvantaggiato il Mantova perché ha due punti più del Padova, anche se credo che sulla carta i veneti abbiano qualcosa in più. Alla vigilia del torneo molti colleghi mi hanno detto che secondo loro la squadra di Mandorlini è la grande favorita del girone. Domani sera può esserci una svolta importante, a patto di tornare a vincere, altrimenti si piomba in una crisi; perché poi si va a giocare a Fermo, dove non c’è una tradizione felicissima, nonostante tre anni fa fu lì che la squadra conquistò il punto decisivo per salire in Serie B, mentre l’anno scorso perse una partita che stava dominando. Quindi sicuramente non sarà un campo facile, anche se parlare ora di stadi difficili senza il pubblico viene un po’ complicato”.

Qual è secondo lei il giocatore che alla lunga può rivelarsi decisivo per disputare un campionato di vertice?

“Mi sembra stia andando molto bene Della Latta, centrocampista goleador che ha fatto doppietta a Frosinone ed è andato in rete a Fano: si è inserito molto bene, è già un giocatore importante per questa squadra. Sulla carta il Padova ha diversi elementi di qualità: penso a Soleri, scuola Roma, che ha buone doti tecniche e che potrebbe esplodere da un momento all’altro, così come Jelenic, attaccante esterno di spessore. Se però devo fare un nome dico Della Latta, perché è quello che finora ha fatto più gol”.

Ad oggi questo Padova può puntare a tornare in Serie B?

“Spero che non si passi attraverso la lotteria dei play-off, in cui può succedere di tutto, basti pensare all’anno scorso, dove era la grande favorita e poi è uscita al secondo turno. Credo che ci sia tempo per recuperare, perché ci sono solo cinque punti di distacco dalla vetta, che con tante partite da recuperare sono facilmente colmabili, a patto che si cambi passo come fece l’anno scorso il Vicenza: non dimentichiamo che nello scontro diretto i biancoscudati vinsero al Menti, una vittoria che sembrò mettere la parola fine al campionato, poi abbiamo visto cosa è successo. Il tempo c’è, la società c’è, l’allenatore idem, quindi mi auguro che si cambi rotta il prima possibile”.