INTERVISTA TC - Di Livio: "Padova non deve pensare di essere più forte"

01.06.2021 15:00 di  Gianmarco Minossi   vedi letture
INTERVISTA TC - Di Livio: "Padova non deve pensare di essere più forte"
TMW/TuttoC.com

Quattro stagioni in Serie B con la maglia del Padova, condite da 13 reti siglate su 138 partite: Angelo Di Livio è stato il protagonista di Voci Ilustri, la rubrica in collaborazione tra TuttoC ed Eleven Sports che ci accompagna nei playoff. Soldatino, come veniva affettuosamente soprannominato da calciatore, ha toccato vari argomenti, dalla squadra di Mandorlini ai suoi anni in biancoscudato, che gli spalancarono le porte del grande calcio.

Con la vittoria nella gara di andata contro il Renate, il Padova ha messo una seria ipoteca sulle semifinali dei playoff: vedi la squadra favorita per la vittoria finale?

"Per il Padova è stata una vittoria importante contro un buon Renate, però la differenza tecnica e fisica secondo me si è fatta notare: ora devono continuare e non pensare di essere favoriti, come hanno erroneamente fatto nel finale di stagione".

A tal proposito, il Padova ha mancato la promozione diretta a vantaggio di un'altra tua ex squadra, il Perugia: cos'è che hanno avuto in più gli umbri rispetto ai biancoscudati?

"Inconsciamente qualcosa non ha funzionato, hanno mollato e si sono visti scavalcare da un Perugia straordinario, che non ha molato di una virgola ed è riuscito ad andare in Serie B".

Mandorlini è spesso finito nel mirino della critica padovana quest'anno: fosse per te, continueresti con lui anche l'anno prossimo a prescindere dall'esito dei playoff?

"Mandorlini secondo me è un allenatore molto bravo e preparato, poi è chiaro che oggi pensare al prossimo anno è difficile; lui sa che deve rimanere concentrato e allenare bene la squadra, perché nei playoff può sempre succedere di tutto, ci sono squadre forti. Il Padova non deve assolutamente pensare di essere la più forte".

Quali sono i ricordi più belli che ti legano al Padova?

"Ce ne sono tantissimi tra Perugia e Padova: due squadre blasonate con due stadi straordinari come il Curi e l'Appiani. Le porto entrambe nel cuore, perché sono state due piazze che mi hanno dato la possibilità di arrivare in alto".

Tu e Ravanelli siete partiti insieme dalla C e arrivati a vincere una Champions, lo stesso Torricelli dalla D, Vialli dalla C: quanto è importante che le serie minori siano un serbatoio di talenti per il futuro del calcio italiano? 

"Sono partito anch'io facendo la gavetta dalla Serie C: a Perugia ho pure incontrato Ravanelli, insieme siamo cresciuti e diventati giocatori di un grande club come la Juve, arrivando anche in Nazionale. Il messaggio che do a tutti i giovani, soprattutto a quelli che escono dalla Primavera accingendosi ad affrontare campionati così difficili, è quello di non mollare mai, perché può succedere sempre di tutto".

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