INTERVISTA TC - Gerbaudo: “Pordenone, sali in B”

27.04.2019 06:30 di  Sebastian Donzella  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Gerbaudo: “Pordenone, sali in B”
TMW/TuttoC.com

Cresciuto nella Juventus, passato per Ferrara, Carrara, Vicenza e Pordenone, salvatosi un anno fa a Cuneo. E adesso a lottare per la conquista della C ad Avellino. Matteo Gerbaudo, centrocampista classe ‘95, è intervenuto a TuttoC.com per analizzare in primis il girone B e a cascata anche tutte le sue ex squadre.

Domani il Pordenone può salire in B. Ce la farà?

Spero che domenica arrivi questa benedetta vittoria che varrebbe la cadetteria. Tifo per i miei ex compagni, siamo ancora in contatto dopo aver condiviso mesi bellissimi. E devo dire che non è un primo posto inaspettato: quando son stato al Pordenone c’era già un progetto importante, il presidente parlava di Serie B entro il 2020. E già in passato c’erano giocatori di molto superiori al calibro della categoria, come Burrai e tanti altri”.

Più giù, invece, il Vicenza.

“A inizio stagione si pensava potesse essere una squadra da vertice, almeno da podio. Quindi sta un po’ deludendo le attese. Qualcosa sicuramente è andato storto ma non essendoci dentro non mi va di giudicare. Però rientrerà lo stesso nei playoff e negli spareggi diranno la loro”.

Cambiamo girone e passiamo alla Juventus B. 

“Un progetto a lungo termine. Era folle pensare di vincere al primo anno tra i professionisti con tanti ragazzini. Ed era anche difficile arrivare ai playoff, per lo stesso motivo. Ci sono giocatori forti ma la mancanza di esperienza in C si paga. La Juve progetta e investe, i miglioramenti si vedranno negli anni”.

Un anno fa la salvezza col Cuneo.

“Quest’anno ai piemontesi è andata male a causa della penalizzazione. La squadra sembrava essere stata costruita in maniera sbrigativa viste le tempistiche eppure è stato tirato su un buonissimo organico che sul campo aveva addirittura ottenuto i playoff. Le vicende societarie, invece, li hanno portati ai playout. Non è mai facile allenarsi e giocare in certe condizioni. Io ricordo il mio primo playout proprio con i biancorossi, fu un’emozione bellissima mantenere la serie C contro il Gavorrano”. 

Per chiudere il girone A resta la Carrarese.

“Ha dei giocatori davanti incredibili: crea tanto e conclude tanto. Io ricordo che arrivammo quinti da falliti, con la società che dovette alzare bandiera bianca a febbraio. Il gruppo fu straordinario e si compattò, arrivando veramente in alto. Ed è rimasto quel gran legame tra giocatori e tifosi che può fare la differenza nei playoff”. 

Alla SPAL, invece, giocavi con un certo Manuel Lazzari.

“Manu è qualcosa di clamoroso, ha avuto miglioramenti micidiali nel corso degli anni. Non avrei mai pensato potesse arrivare in A, ha avuto una crescita incredibile: son stato molto contento quando è arrivata la chiamata in Nazionale, l’ho cercato per complimentarmi con lui”. 

Passiamo al tuo presente che si chiama Avellino.

“Prima di sapere di Avellino dissi al mio agente che non volevo andare in D. Quando il mio agente mi disse che il club irpino mi voleva gli dissi che volevo andare in D (ride Ndr). Ricordo i brividi all’esordio davanti a questi tifosi, danno il cuore per i loro colori. In campo non puoi far altro che dare almeno quando danno loro. L’Avellino e gli avellinesi non centrano niente con la serie D, però al momento tutto è in mano al Lanusei. Dobbiamo recuperare loro due punti in due partite: noi dobbiamo e possiamo solo stare sul pezzo e fare sei punti. Vorrei giocare in C con l’Avellino. Mi son trovato bene, mi vogliono bene, sarebbe un onore vestire questa maglia anche tra i professionisti. Però prima vediamo come finirà questa stagione. Finora per me è stata buonissima con dieci assist e due gol, ritagliandomi un grosso spazio. Speriamo di farcela anche se, al momento, dipende tutto dal Lanusei”.

Chiusura con lo smantellamento delle liste over.

“Credo sia un grosso passo avanti perché finalmente si è capito che non sono i ragazzi giovani a cambiarti le stagioni ma che bisogna creare squadre con giocatori esperti innestando diversi under per farli crescere in mezzo ai più grandi, in modo da valorizzarli al meglio. Fermo restando che ogni club potrà scegliere”.