INTERVISTA TC - Lo Monaco: "Niente stipendi se non c'è la prestazione"

03.04.2020 07:30 di Francesco Marra Cutrupi   vedi letture
INTERVISTA TC - Lo Monaco: "Niente stipendi se non c'è la prestazione"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico Gaetano

L’ex amministratore delegato del Catania e attuale consigliere federale della Lega Pro: Pietro Lo Monaco, ha fatto il punto ai microfoni di TuttoC.com sulla situazione difficile che imperversa sul fronte sociale e che inevitabilmente si andrà a riversare nel settore calcio. La serie C, minore campionato professionistico italiano, si ritrova ad affrontare un’emergenza che rischia di far fallire circa il 40% dei club facenti parte. Queste le parole del consigliere federale:

Quale potrebbe essere la sua idea per salvaguardare la Serie C?

“Siamo stati aggrediti da una pandemia che sta facendo migliaia di morti e che praticamente rende difficilissima una ripresa economica. Al di là delle vite umane che stiamo perdendo, ci saranno danni incalcolabili su tutte le aziende del paese. Questa pandemia, come ho sempre affermato, rischia di fare migliaia di morti ora e milioni di licenziati in futuro. In questa situazione anche il calcio ne soffre. Ad oggi l’unica situazione che va discussa è quella della sospensione del campionato, perché è impossibile continuare un campionato che ad oggi rischia di non avere un senso.

Mi sembra abbastanza utopistico pensare ad una ripresa: la serie A è diversa dalla Serie C. Gli interessi sono totalmente diversi. Ipotizzando una ripresa a maggio, si finirebbe ad agosto; e il prossimo campionato quando dovrebbe iniziare? A novembre? D’altra parte io penso che il coraggio di chiudere il campionato con la cristallizzazione delle classifiche lo stanno avendo anche altri paesi europei: leggasi il Belgio. Non vedo perché qui bisogna cercare un qualcosa che non esiste. La pandemia ha colpito tutti.

L’idea dovrebbe essere quella di venire incontro all’azienda calcio cercando di farla anche ripartire. Le società di C non fanno attività da un mese e mezzo, non ci sono introiti, incassi, gli sponsor non versano nelle casse delle società, esiste inoltre la possibilità seria di dover restituire parte dei soldi degli abbonamenti. Il danno è incalcolabile. Un campionato che già era in grandissima difficoltà rischia di scomparire senza il buon senso e la volontà ferma di dare un aiuto atto a fronteggiare questa situazione gravissima".

Sarebbe favorevole ad una C d’elite? Magari introducendo il semiprofessionismo.

“In questo momento non mi pongo proprio il problema. Questo è il momento di andare a mettere i puntini sulle i. C’è un’annata che è stata bruscamente interrotta e che difficilmente si potrà riprendere, quindi bisogna venire incontro alle società. Queste società hanno fidejussioni versate, manca la prestazione sportiva e non è assolutamente pensabile che ci siano emolumenti per i calciatori. Vengono dunque a cristallizzarsi anche contributi INPS e IRPEF, vanno restituite le fidejussioni alle società. Oggi è allo studio, un intervento della FIFA nei confronti di tutti i campionati europei. Sarà effettuato anche un intervento alla Federazione Italiana che mi auguro suddividerà il tutto nelle varie leghe e nei vari settori calcio". 

C'è anche il problema di promozioni e retrocessioni...
"Non è il tempo di andare a vedere chi vince il campionato, chi viene retrocesso e chi fa playoff e playout. Queste situazioni vengono in un secondo momento. Quale presidente, una volta che tutto questo sarà finito, alla ripresa, penserà a alla propria società calcistica? L’interesse si riverserà ovviamente sulle proprie aziende da salvaguardare. L'AIC continua imperterrita a fare cosa? L’ordinamento giuridico parla chiaro: se non c’è prestazione sportiva, non c’è emolumento".