INTERVISTA TC - Pesoli: "Decisione Figc di ripartire mi lascia di stucco"

21.05.2020 15:15 di Raffaella Bon   vedi letture
Emanuele Pesoli
TMW/TuttoC.com
Emanuele Pesoli
© foto di Federico De Luca

Emanuele Pesoli, ex difensore di Siena, Carpi e Vicenza, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com all'indomani della decisione del Consiglio federale di completare la stagione in tutte le categorie, tranne che in quella dilettantistica.

Una soluzione inaspettata quella di tornare in campo per quanto riguarda la Serie C.
"Non mi aspettavo che potesse essere presa in considerazione l'ipotesi ripresa in Lega Pro. E' stata una cosa che sinceramente mi ha lasciato di stucco e mi lascia molti dubbi. Il protocollo sanitario è molto rigido ed oneroso, già per la Serie A, figuriamoci per la Serie C, con società che vivono alla giornata. Soprattutto considerando che bisognerà farlo a porte chiuse e quindi senza incassi: un fatto che porterebbe ulteriori difficoltà, visto che le spese vive si moltiplicherebbero".



Secondo te si tornerà in campo probabilmente solo per disputare playoff e playout?
"Io continuo ad avere dei dubbi, ma probabilmente verrà preso in considerazione solo il discorso playoff e playout. Terminare il campionato con tutte le partite che restano mi sembra una cosa che non può esistere".

Come si può riprendere a giocare dopo mesi di inattività?
"E' come ricominciare da capo. L'inattività è stata lunghissima, neppure nelle pause estive è mai stata così lunga. Queste sono state vacanze forzate. Anche se il giocatore più professionista di tutti può comunque mantenere una condizione degna, è comunque insufficiente per fare 90 minuti in campo. In A e in B ci sono società che hanno permesso di avere per lo meno una cyclette in casa, non credo che in C sia avvenuta la stessa cosa, perché non c'è la possibilità economica. Forse solo il Monza può permettersi di pensare così in grande. I giocatori dovranno ripartire da capo e ci vorrà almeno un mese per ritrovare la condizione".

Oltretutto i giocatori oramai avranno la testa altrove: come potranno ritrovare la forma?
"Mi metto nei panni dei giocatori: parliamo di un momento storico in cui ci hanno bombardato la testa di informazioni che mettono paura e fatti che ci hanno terrorizzato. In tanti hanno provato sulla propria pelle cosa significa avere il Covid-19 e in tanti hanno perso i propri cari. Credo che la paura ci sia ancora e possa essere presa in considerazione seriamente. Se io devo andare a giocare col rischio di ammalarmi, non ci vado. La salute deve venire prima di tutto. Poi se le condizioni sono come quelle che si possono prospettare in Serie A, con pochissimi rischi e strutture supercontrollate allora ok, ma in C chi ha queste strutture per allenamenti a porte chiuse o alberghi per isolarsi. Credo sia meglio pensare alla prossima stagione e basta".