INTERVISTA TC - Pesoli: "Perugia, i nomi non fanno la differenza"

15.08.2020 14:00 di  Raffaella Bon   vedi letture
Emanuele Pesoli
TMW/TuttoC.com
Emanuele Pesoli
© foto di Federico De Luca

Vice di Pillon a Pescara, Emanuele Pesoli ha seguito con particolare interesse il playout tra gli abruzzesi e il Perugia andato in scena ieri sera e che ha sancito la retrocessione in C degli umbri. L'ex difensore del Vicenza ha commentato la gara ai microfoni di TuttoC.com: "Una partita dalle mille emozioni, dominata dalla paura, le due squadre non puntavano di certo alla salvezza ad inizio campionato bensì ai playoff. Quando ti trovi lì in mezzo ti devi calare nella parte e non è mai facile. Sicuramente nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere Perugia e Pescara lottare per non retrocedere, soprattutto gli abruzzesi erano attrezzati per vincere il campionato e questo dimostra che il campionato di Serie B non è mai facile e scontato. L'esempio lo ha dato anche il Pordenone, che in teoria avrebbe dovuto lottare per evitare la Serie C e invece si è ritrovato ad un passo dalla finale playoff". 

Il Perugia è la grande delusione del campionato di B
"È assurdo, con il potenziale della rosa e con quel parco attaccanti che si ritrovava. Questo dimostra che a volte non servono i nomi per fare la differenza se poi il gruppo non rema tutto dalla stessa parte".  

Da dove deve ripartire il Pescara?
Il Pescara è una società che negli anni scorsi ha sempre fatto buoni campionati, tra Serie A e B. L'anno scorso con Pillon, di cui ero il vice, ha fatto i playoff e chiuso al quarto posto la stagione regolare. Quest'anno forse hanno peccato un po'di presunzione. Hanno preso un allenatore giovane e con poca esperienza come Zauri e io credo che in quei casi, quando le cose vanno male, si debba prendere un allenatore di esperienza. Al contrario loro hanno perseverato con tecnici giovani e alla fine si sono ritrovati a giocarsi la Serie B ai rigori. Spero che quanto accaduto sia utile per il futuro, per evitare di commettere gli stessi errori". 

Intanto sparisce una piazza importante come Siena
"Il calcio italiano è in un momento di crisi importante, quello che sta accadendo lascia tutti interdetti. Una piazza come Siena che fallisce e non riesce nemmeno ad iscriversi in C lascia molto perplessi. In qualche modo bisognerà fare un bagno di umiltà perché così facendo non andiamo da nessuna parte. Spero per il Siena e per tutte le altre nobili decadute che ci sia un pronto riscatto. Gli auguro di trovare imprenditori veri e non persone che fanno del calcio la loro attività. Chi entra nel mondo del calcio deve avere le possibilità economiche per farlo".