INTERVISTA TC - Petrone: "Caso Lucchese? È una sconfitta per tutti"

22.03.2019 07:30 di Patrick Iannarelli Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Petrone: "Caso Lucchese? È una sconfitta per tutti"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico Gaetano

Mario Petrone, allenatore attualmente svincolato, ha analizzato il caso Lucchese e quanto sta succedendo nella terza serie. I microfoni di TuttoC.com lo hanno contattato per un'analisi su quello che è il momento complessivo del campionato: 

Caso Lucchese: qual è la sua idea a riguardo?

"Mi dispiace per la piazza, per i tifosi: dal punto di vista calcistico e sportivo ci rimani male. Non vivendo bene la questione non so cosa sia successo, ma bisogna essere onesti: già prima si conoscevano le squadre in difficoltà. La Federazione deve assolutamente cambiare qualcosa: Cuneo, Pro Piacenza, Lucchese e Matera, non si può arrivare a tanto. Non si possono dare 23 punti di penalizzazione. Non devi fare calcio per forza. Era un problema che si conosceva sin da subito. Non è corretto nemmeno nei confronti di quelle realtà che non hanno mai fatto mancare nulla, né ai giocatori né ai dipendenti. Lo dissi in tempi non sospetti: il peggio deve ancora arrivare. Sono venti anni che faccio calcio, queste situazioni condannano tutti. Falsare un girone come quello A è inconcepibile: che senso ha poi quel campionato? Se non ci sono retrocessioni, le squadre che stanno lottando per questo obiettivo che spirito avranno?".

Qual è una soluzione valida per poter risolvere questo problema?

"Bisogna mettere delle regole. Se uno non ha la disponibilità non può iniziare. Perché aspettare due mesi per escludere dal campionato? Non è meglio stabilire un budget ad inizio stagione? Se uno non ha i soldi non può andare avanti, che senso ha prendere 35 giocatori per salvarsi sul campo e poi essere esclusi? Ci sono moltissime realtà che hanno una gestione oculata. Rischiano di retrocedere, ma giocano fino alla fine sul campo. Purtroppo c'è un motivo alla base. La sconfitta più grande è di tutti, presidenti, giocatori, tifosi, addetti ai lavori. Non è solo la piazza della Lucchese. Fatico a credere che il calcio italiano possa riprendersi in poco tempo. Io cercherò di fare il possibile nel mio lavoro, ma ho dei dubbi che questo cambiamento possa avvenire subito. Non so se è possibile a livello giuridico, ma faccio una riflessione: le squadre potrebbero autotassarsi per far finire il campionato a squadre come Cuneo o Lucchese. Non so se si può fare, ma sarebbe un segnale da parte di tutto il girone". 

Come valuta le squadre B?

"Come qualsiasi start up si mette in preventivo un anno di prova. Poi si aggiusta il tiro. Sono favorevolissimo alle squadre B, ma bisogna tenere presente una cosa: in Italia ci sono tantissime realtà, derby e squadre di paese che sono molto importanti a livello locale. Una buona soluzione sarebbe rivedere la vecchia C2, con i dovuti metodi. Poi squadre come Roma, Napoli, Inter, Torino, Atalanta che hanno 30 giocatori in prestito: è giusto creare una loro struttura. Bisogna però rivedere lo statuto dei campionati, non bisogna penalizzare le piccole realtà. Bisogna anche vedere se una società ha la possibilità o meno di fare un campionato. Quando ci sono queste situazioni non lavori bene: chi lo ha vissuto sa che cosa si vive, io mi sono ripromesso di accettare soltanto incarichi in cui si può lavorare con tranquillità. Altrimenti si perdono gli stimoli, si fa fatica. Ci sono le istituzioni, devono risolvere il problema, altrimenti sono chiacchiere".