INTERVISTA TC - Viterbese, Dal Canto: "Segnale forte dal presidente"

15.06.2022 17:00 di  Marco Pieracci  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Viterbese, Dal Canto: "Segnale forte dal presidente"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico Gaetano

Protagonista della salvezza, a un certo punto insperata della Viterbese, l'allenatore della formazione laziale Alessandro Dal Canto torna sulla stagione conclusa poco meno di un mese fa, nel vittorioso playout contro la Fermana, ai microfoni di TuttoC.com: "Credo che nell'intervista di fine stagione del direttore Fernandez sia racchiuso un po' tutto quello che è successo: ha detto che è stato un trionfo perchè salvarsi ai playout per come eravamo messi non era facile e il merito è da ripartire tra tutti. Determinante è stata in primo luogo la voglia del presidente di non retrocedere: a gennaio è stata fatta una rivoluzione completa della rosa e forse in quel momento nessuno lo avrebbe fatto. Il primo merito va dunque a lui che ha individuato un direttore come Fernandez che è stato bravissimo a fare un mercato del genere in quelle condizioni di classifica perchè quando sei ultimo è difficile convincere i giocatori a venire. Inoltre è stato eccelso nella gestione di tutti i problemi che c'erano. Avendo cominciato questa stagione ho visto una squadra che non era da ultimo posto però i risultati negativi sono il frutto di tanti aspetti, slegati a volte anche da quello strettamente tecnico e legati in parte a problemi gestionali e di gruppo. Lui è stato un fenomeno nel mettere a posto le cose e poi sono stati decisivi i giocatori perchè alla fine in campo ci vanno loro ed è giusto attribuirgli anche i meriti. Sono stato contento per loro perchè è stata una rincorsa difficile, dispendiosa, pesante ed il risultato raggiunto alla fine credo che abbia gratificato tutti".

C'è stato un momento chiave della vostra rimonta?
"Una vera partita svolta no, anche se nelle prime sette partite le cose andavano in modo completamente diverso. Siamo andati a pareggiare ad Ancona pur essendo sotto 2-0 e gli hanno annullato anche il terzo gol, poteva diventare una tragedia sportiva invece la squadra è riuscita a rimettere la partita in piedi. Quando succede questo c'è ovviamente la bravura ma anche un pizzico di fortuna perchè nel girone di andata mai saremo riusciti a fare una cosa del genere. Abbiamo vinto su campi difficili come Pontedera, Gubbio e Carrara nell'ultima giornata quando le squadre erano in corsa per obiettivi diversi dal nostro e quindi era difficile pensare di poter portare a casa l'intera posta in palio. Siamo stati un po' deficitari nelle partite in casa nelle quali abbiamo fatto una fatica enorme".

Ci sono ottime probabilità di vederla ancora in panchina?
"Il presidente ha dato un segnale forte rinnovando giustamente il contratto della persona che deve guidare un po' tutto, cioè il direttore Fernandez, una garanzia assoluta. Dopodichè vediamo, ho ancora un anno di contratto col club: in questi giorni ne parleremo cercando di trovare la soluzione migliore per tutti. Siamo aperti a ogni possibilità, valutiamo i pro e i contro con calma, ma non troppa, perchè i tempi stringono". 

Si aspettava la promozione del Palermo con l'arrivo di Baldini?
"L'entrata in gioco di Silvio che è un mio amico ha portato ad una svolta decisiva: è un allenatore super esperto per la categoria che ha ottenuto grandi risultati in carriera. Ha dato un'impronta abbastanza decisa alla squadra soprattutto sul piano offensivo".

E' stata la chiave per l'esplosione definitiva di Brunori?
"Sì, però va detto che qualche gol lo aveva fatto anche nella gestione precedente con Filippi in panchina. Sono contento per lui perchè è un ragazzo eccezionale, è arrivato un po' troppo tardi alla ribalta del calcio che conta per quelle che sono le sue qualità però meglio tardi che mai".

Perchè si era un po' perso dopo l'esperienza di Arezzo?
"Fu catapultato subito in B e ogni calciatore deve seguire il proprio percorso per raggiungere il picco di maturità. Probabilmente non era ancora pronto, ha trovato il suo momento man mano. Non gli è stato regalato niente, è partito da categorie che oggi qualche giocatore snobberebbe. Lo prendemmo dopo un anno di Eccellenza e uno di Serie D. Pensare oggi che a 24 anni veniva da queste due categorie sembra quasi una bestemmia, per questo si merita tutto quanto di buono è riuscito a guadagnarsi".

Come vede la prossima Serie C?
"Sempre peggio....perchè le risorse sono sempre meno: i due anni di Covid hanno sicuramente indebolito le aziende dei presidenti. Se tutto il sistema calcio non si mette una mano sulla coscienza e pensa di aiutare le categorie minori temo che la Serie C nei prossimi anni diventerà difficilmente sostenibile"

Ogni anno si parla di riforme che non arrivano...
"In Italia parliamo tanto di tutto poi però alla fine non facciamo mai niente".

Ha qualche preferenza sulla collocazione nei gironi?
"A parte quest'anno la Viterbese ha sempre fatto il girone C, ci domandiamo sempre quale sia stato il girone più difficile ma la realtà è che non esiste. C'è equilibrio, in qualsiasi dei tre ci saranno quattro o cinque squadre che si attrezzeranno al meglio per tentare di vincere. Lo dissi anche lo scorso anno, quando con grande enfasi fu accolto il nostro spostamento nel girone B, che io tutta questa contentezza nell'andare a giocare contro Modena, Reggiana o Pescara non ce l'avevo però oggi se mi dici di andare a giocare contro Avellino o Catanzaro è uguale, non cambia niente. Nel girone A ci sono Padova e Vicenza, sono tutti e tre difficili. L'importante è che le società abbiano le idee chiare su cosa fare e si preparino adeguatamente, per il resto sono tutte chiacchiere".

Vietato parlare di obiettivi per la prossima stagione?
"Dichiarare prima gli obiettivi l'ho sempre vista come una buffonata del calcio, sulla carta siamo tutti forti ma alla fine quello che parla è il campo. L'anno scorso dichiarando di voler alzare l'asticella poi abbiamo fatto un buco che tra un po' troviamo il petrolio. Per cui eviterei di fare proclami, anche per non prendere in giro i tifosi che stupidi non lo sono. Il direttore e il presidente dovranno ponderare bene quale sarà l'eventuale obiettivo della squadra. In generale è meglio tenere i piedi per terra perchè il calcio non è matematica e riserva sempre sorprese".