Perinetti: "Brescia, dolore doppio. La C non regge 60 club"

Esperto dirigente con un vastissimo curriculum che l'ha visto protagonista anche a Brescia, il direttore sportivo Giorgio Perinetti commenta la mancata iscrizione alla C del Brescia che è notizia praticamente certa a sempre meno ore dal termine. "Oltre ad averci lavorato per qualche stagione calcistica ci sono anche molto legato perché Brescia è la città di mia mamma e quindi è stata anche una squadra per cui ho simpatizzato, quindi sicuramente per me oggi è un dolore doppio. Inoltre una storia di 114 anni non si dimentica alla svelta", le sue parole a TuttoC.com.
Non solo Brescia: le realtà a rischio sono tante.
"Questa situazione è molto triste ed oggi scompaiono società gloriose con utenze enormi. Questo dimostra ancora una volta che servono più controlli e che il sistema non regge sessanta squadre. Servono riforme alla svelta".
Pensava che Cellino potesse arrivare a non iscriverla?
"Io sicuramente non l'ho mai pensato, pensavo fosse una delle tante strategie a cui ci aveva abituato magari per vendere o per tenere i tifosi sulla corda visto le ultime vicissitudini".
Brescia la ricordiamo per grandi mister ed allenatori...
"Sicuramente, lì sono nati i vari Baggio, Guardiola e Hubner, per dirne alcuni, ma anche Zeman e Lucescu".
Ripartire dall’Eccellenza non sarà troppo doloroso per i tifosi?
"Questo sarebbe dovuto essere un deterrente ma non ci si doveva arrivare davvero, neanche questo ha funzionato. Bisogna pensare che un campionato a 60 squadre il sistema calcio non lo regge".
Cellino aveva dato segni di sofferenza ma nessuno si è fatto avanti con convinzione?
"Sicuramente aveva manifestato più volte la sua intenzione a cedere, ma ha trovato solo indifferenza e mai convinzione da parte di qualcuno che la volesse prelevare".
La risalita dai dilettanti non sarà semplice?
"Sicuramente no ma sarà l'occasione di vedere per l'intervento dell'imprenditoria bresciana, che non ho mai visto all'opera nemmeno con Corioni pur trattandosi di un substrato ricco".
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